La zona di origine è la Val Rendena (Trentino). La razza attualmente è diffusa maggiormente nelle province di Padova, Trento, Vicenza e Verona. Soggetti di razza Rendena sono allevati e sottoposti ai controlli funzionali anche in allevamenti in diverse province di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Liguria. La sua rusticità rende la razza Rendena particolarmente adatta per lo sfruttamento dei pascoli, anche i più difficili, specie in collina e in montagna. E' una delle 11 razze che aderiscono alla Federazione Europea delle razze del Sistema Alpino (Abondance-Francia; Grigio Alpina-Italia; Herens-Svizzera; Hinterwälder-Germania; Pinzgauer-Austria; Rendena-Italia; Tarentaise-Francia; Tiroler Grauvieh-Austria; Valdostana-Italia; Vordelwälder-Germania; Vosgienne-Francia).
E' in lieve espansione dopo la diminuzione osservata fino agli anni '80. In totale sono circa 13.000 i capi allevati, di cui 7.000 controllati (4.095 vacche controllate).
La Rendena è la razza longeva per eccellenza, con un'età media ai parti che sfiora i sei anni. La longevità è un parametro di grande importanza in quanto consente una bassa quota di rimonta, e quindi una riduzione dei costi di produzione del litro di latte.
Il parametro che meglio evidenzia in positivo la fertilità è il periodo parto-concepimento, che per la Rendena si aggira attorno a 85 giorni. E' un dato estremamente valido in quanto consente la nascita di un vitello all'anno, e la programmazione dei parti nei tempi voluti. Ciò è particolarmente importante per le aziende che prevedono l'alpeggio nei mesi estivi.
Ogni anno, a fine estate, a Pinzolo (Val Rendena) si tiene la Mostra Nazionale di Giovenche di razza Rendena.
Le origini della razza Rendena vanno collegate alle vicende storiche delle popolazioni della Val Rendena, in provincia di Trento. L’allevamento bovino nella zona risale a periodi antichissimi. Basti pensare che le prime documentazioni sul tipo di bovini allevati sono datate all’inizio del XVIII secolo. Sono anni in cui varie epidemie, tra cui la peste, si sovrappongono con le loro devastazioni alle guerre e alle carestie, provocando enormi difficoltà alle popolazioni locali già povere di per sé. Accanto alle epidemie che aggredivano l’uomo, altre falcidiavano il bestiame per cui gli abitanti, al fine di ricostruire i propri armenti, erano periodicamente costretti ad importare bovini da altre regioni.
Nel 1712 si sarebbe verificata la prima consistente importazione documentata di bovini acquistati prevalentemente in alcune vallate svizzere. Non si trattò di una importazione di bovini bruni, bensì di soggetti riferibili ad uno dei tipi di bovini allora allevati nella Svizzera meridionale, scelti probabilmente dagli allevatori rendenesi per una certa affinità con le caratteristiche del loro bestiame indigeno.
Il bestiame importato si fuse armonicamente, per affinità di tipo e di caratteristiche produttive, con il bestiame indigeno, presente da secoli nelle vallate del Trentino occidentale. Le importazioni di bovini dalla Svizzera cessarono probabilmente prima della fine del XVIII secolo, essendo venuta meno la necessità di ricorrere ad ulteriori ripopolamenti.
Documenti del tempo confermano infatti che le epidemie del bestiame si erano arrestate intorno a metà Settecento e che a tale periodo aveva fatto seguito un’epoca di relativo benessere e tranquillità, durante la quale le popolazioni locali poterono riprendere le loro attività di allevamento e di commercio del bestiame con la pianura, in particolare con la Lombardia.
Nel corso dell'Ottocento, in zona la razza raggiunse una consistenza valutata in più di sedicimila capi. L’indirizzo produttivo si basava sulla produzione di latte e sull’allevamento di giovani animali da rimonta che venivano esportati verso altre aree di allevamento del Regno d’Italia (giovenche gravide venivano acquistate in numerose province del nord ma anche a Firenze e Roma).
La situazione della razza Rendena peggiorò a partire dai primi del '900 quando tesi scriteriate che ne promuovevano l’incrocio di sostituzione con la Bruna ne ridussero la consistenza fino a poche migliaia di capi. Il merito della sopravvivenza della Rendena è da attribuire a quegli allevatori trentini e veneti che, forti delle loro convinzioni, continuarono clandestinamente a riprodurre la loro razza in purezza andando incontro, a volte, anche a conseguenze penali. Le discriminazioni nei confronti della Rendena e dei suoi allevatori cessarono nel 1978 quando il Ministero dell’Agricoltura e Foreste su richiesta della regione Veneto ne autorizzò l’allevamento in purezza. Da qui seguirono una serie di passaggi che portarono, nel 1981, alla costituzione dell'Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Rendena.
Associazione Nazionale Allevatori Razza Rendena - ANARE
Via delle Bettine 40
38100 TRENTO
Tel. 0461/828999 - Fax 0461/827463
Sito web Associazione ANARE
Colore mantello: castano a diverse gradazioni; tori più scuri, anche quasi neri. Animali armonici. Taglia e statura medio piccola.
Pelo liscio; riga mulina con striscia lombare più chiara.
Mucose nere; musello nero con alone bianco.
Corna leggere, bianche e nere in punta.
Altezza 130 cm
Peso 500 - 550 kg
Ciuffo di peli color avorio all'interno dei padiglioni auricolari.
La Rendena è una razza a duplice attitudine, con prevalenza di latte.
Produzione latte
La produzione media supera i 46 q.li; è questo un dato estremamente positivo in quanto tale produzione è ottenuta con minimi apporti di mangime concentrato, anche in zone difficili e marginali, e con il 70% delle vacche che ancora alpeggiano per 100 e più giorni nel periodo estivo. Nelle aziende di pianura, caratterizzate da un adeguato management aziendale, la produzione aziendale supera comunque i 60 q.li di latte con buone percentuali di grasso e proteine.
Produzione carne
La Rendena fornisce vitelli scolostrati molto richiesti dal mercato, oltre che vitelloni di 400 - 450 kg all'età di 12 - 13 mesi.
Vitelloni con rese attorno al 58-60% e una qualità delle carcasse molto buona con valutazione EUROP media = R. È da sottolineare che tali produzioni di carne, così come la produzione di latte, vengono ottenute con bassi costi che consentono redditi netti competitivi.
Nebbia, manza di razza Rendena
1° classificata Manze 30-36 mesi - Mostra Razza Rendena 2006 Pinzolo - Pr. Maurizio Polla - Caderzone
Toro di razza Rendena
Manzetta di Razza Rendena (foto Francesco Sodi)
Rendene al pascolo nel Parco Adamello-Brenta (foto Andrea Collini)