La Denominazione di Origine Controllata “Pinot nero dell’Oltrepò Pavese” è riservata ai vini rossi, anche nella tipologia “riserva”, che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione.
La zona di produzione delle uve destinate alla produzione del vino “Pinot nero dell’Oltrepò Pavese” comprende la fascia vitivinicola collinare dell’“Oltrepò Pavese" per gli interi territori dei seguenti comuni in provincia di Pavia: Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Bosnasco, Calvignano, Canevino, Canneto Pavese, Castana, Cecima, Godiasco, Golferenzo, Lirio, Montalto Pavese, Montecalvo Versiggia, Montescano, Montù Beccaria, Mornico Losana, Oliva Gessi, Pietra de’ Giorgi, Rocca de’ Giorgi, Rocca Susella, Rovescala, Ruino, San Damiano al Colle, Santa Maria della Versa, Torrazza Coste, Volpara, Zenevredo e per parte dei territori di questi altri comuni: Broni, Casteggio, Cigognola, Codevilla, Corvino San Quirico, Fortunago, Montebello della Battaglia, Montesegale, Ponte Nizza, Redavalle, Retorbido,Rivanazzano, Santa Giuletta, Stradella, Torricella Verzate.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
tradizione hanno contribuito ad ottenere i vini a Denominazione di Origine “Pinot nero dell’Oltrepò
Pavese”.
Considerato, sin dai tempi di Strabone, una zona di produzione di vini di qualità, l'Oltrepò Pavese è
quel lembo di terra collinoso a sud della Lombardia noto per essere il punto d'incontro di quattro
regioni: Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. Tale peculiare caratteristica rende
l'Oltrepò Pavese ricco di culture, lingue, tradizioni e cucine differenti, ma ben integrate tra loro.
Questa terra è anche, anzi soprattutto, antica dimora della vite. Un'importante testimonianza arriva
dal reperto di un tralcio di vite, risalente ai tempi preistorici, trovato nei pressi di Casteggio, un
tempo detta Clastidium. Strabone, nel I secolo A.C., attribuì all'Oltrepò Pavese l'invenzione della
botte. Nei suoi testi fu descritta di dimensioni più grandi delle case. Nei secoli successivi
s’incontrano poi altre testimonianze. Andrea Bacci, per esempio, nel XVI secolo, descrisse i vini di
tale zone con il termine “eccellentissimi”.
L'Oltrepò Pavese vitivinicolo attuale trova le sue radici nel secolo scorso, come conseguenza dei
danni portati dalla fillossera, e nel rinnovamento globale del mondo vinicolo italiano di quel
periodo. E' sufficiente ricordare che nel 1884 l'Oltrepò Pavese vantava ben 225 vitigni autoctoni.
Oggi sono circa una dozzina quelli di maggior diffusione, seppur non mancano produttori
collezionisti che hanno raccolto qualche testimonianza del passato, come Moradella, Uva della
Cascina o altro ancora. Nonostante tale decimazione, il panorama vinicolo oltrepadano è ancora
molto ricco, soprattutto per quanto concerne le tipologie di vino prodotte, tra cui quelle previste dal
presente disciplinare di produzione.
Nel corso dei decenni la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura principale del territorio, tanto
che nel 1970 il vino Pinot nero vinificato in rosso è stato riconosciuto come tipologia all’interno
della DOC Oltrepò Pavese con DPR del 6 agosto e nel 2010 è stato riconosciuto come DOC a se
stante con decreto del 3 agosto.
Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese
Base ampelografica
Il vino a Denominazione di Origine Controllata “Pinot nero dell’Oltrepò Pavese” deve essere ottenuto dalle uve prodotte dai vigneti aventi, nell’ambito
aziendale, la seguente composizione ampelografia:
- Pinot nero: minimo 95 %;
- altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione Lombardia,
congiuntamente o disgiuntamente: fino a un massimo del 5%.
Il vino a Denominazione di Origine Controllata di “Pinot nero dell’Oltrepò Pavese” deve
rispondere, all’atto dell’immissione al consumo, alle seguenti caratteristiche:
1) “Pinot nero dell’Oltrepò Pavese”:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
- acidità totale minima: 4,00 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 20,00 g/l.
2) “Pinot nero dell’Oltrepò Pavese” riserva:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50% vol;
- acidità totale minima: 4,00 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 23,00 g/l.
E’ facoltà del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con proprio decreto,
modificare per i vini di cui sopra i limiti indicati per l’acidità totale e l’estratto non riduttore.
Il vino a Denominazione di Origine Controllata di “Pinot nero dell’Oltrepò Pavese” deve
rispondere, all’atto dell’immissione al consumo, alle seguenti caratteristiche:
1) “Pinot nero dell’Oltrepò Pavese”:
- colore: rosso rubino anche scarico con possibili sfumature aranciate;
- odore: etereo, gradevole, caratteristico;
- sapore: secco, morbido o pieno con retrogusto amarognolo, ma armonico;
2) “Pinot nero dell’Oltrepò Pavese” riserva:
- colore: rosso anche scarico con possibili riflessi aranciati;
- odore: etereo, gradevole, caratteristico;
- sapore: secco, caldo, leggermente tannico.
In relazione all’eventuale conservazione in recipienti di legno, il sapore dei vino può rilevare lievi
sentori di legno.
Si a bbina bene alla selvaggina, le carni in genere e i formaggi stagionati. Temperatura di servizio 18°C.