La zona di produzione dei vini “Cellatica” comprende in tutto o in parte il territorio dei comuni di Rodengo Saiano, Gussago, Cellatica, Collebeato, Brescia in provincia di Brescia.
Andrea Bacci, alla fine del 1500, descrivendo l’agricoltura dell’Italia Settentrionale diceva “…
oserei dire che il territorio di Brescia supera il resto della regione trans-padana nella fecondità di
ogni frutto, ma specialmente nei vini …Vini bianchi, rossicci e rossi, moscatelli e vernaccie, queste
ultime specialmente squisite in quel di Cellatica, emule di vini greci, esportate con gran guadagno a
Milano e in Germania e, talvolta, anche a Roma …”.
L’antica fama del vino di Cellatica non è mai venuta meno superando agevolmente, grazie alla
tenacia dei produttori della zona, sia le storiche avversità di origine patologica che afflissero il
Continente, sia lo spopolamento di queste colline, favorito dalla vicinanza della città industriale che
sembrò, ad un certo momento, porre fine a quella meravigliosa viticoltura propria del famoso “attico di Cellatica”.
Nel 1934 si costituiva il consorzio Produttori Vino di Cellatica aderente allora alla Federazione
Provinciale degli Agricoltori. Questo Consorzio ebbe anch’esso vita breve date le divergenze sorte
tra i soci forse anche perché questi vini, riusciti di ottimo pregio, non trovarono nella vendita
all’ingrosso la remunerazione che loro spettavano. Il 9 febbraio 1952, circa trent’anni dopo i primi
tentativi di cooperazione, la “Cooperativa Viti Vinicola Cellatica – Gussago”, che sulla scorta delle
esperienze passate, trovava finalmente la sua strada affiancandosi a quelle cantine padronali di
lunga tradizione e di solido inserimento nel mercato che hanno sempre rappresentato per Cellatica il
miglior biglietto da visita.
Nell’Atlante Economico Geografico del Senator Arturo Marescalchi, edito nel 1911, è riportato fra i
vini della provincia di Brescia (quelli commercialmente più noti), il Cellatica che si poteva trovare
nei migliori ristoranti e fra la lista dei vini pregiati delle maggiori case vinicole lombarde.
Ma ancora più che gli scritti e i documenti è la tradizione che ha valorizzato i vini di questa zona, a
tal punto che, pronunciando il nome di Cellatica nessuno poteva dissociare il pensiero dal vino ivi
prodotto.
Vigneti - Cellatica Doc
Base ampelografica
I vini rossi a denominazione di origine controllata “Cellatica” e “Cellatica” superiore devono essere
ottenuti dalle uve provenienti da vigneti composti in ambito la seguente composizione varietale:
Marzemino (Berzemino) minimo 30%,
Barbera minimo 30%,
Schiava Gentile (media e grigia) minimo 10%,
Incrocio terzi n.1 (Barbera per Cabernet franc) minimo 10%.
Possono concorrere alla produzione di detto vino congiuntamente o disgiuntamente, anche le uve
provenienti da vitigni a bacca rossa, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione
Lombardia presenti nei vigneti sino ad un massimo complessivo del 10%.
Il vino “Cellatica” all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,00 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,00 g/l.
Il vino a denominazione di origine “Cellatica” avente il diritto alla qualificazione “Superiore”
all’atto dell’immissione al consumo dovrà avere un titolo alcolometrico volumico totale minimo del
12,00% vol. E’ consentito l’affinamento in recipienti in legno.
E’ in facoltà del Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali modificare, con proprio
decreto, i limiti sopra indicati per l'acidità totale e l'estratto non riduttore.
Il vino “Cellatica” all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
limpidezza: brillante;
colore: rosso rubino;
odore: vinoso tipico;
sapore: sapido, asciutto, con retrogusto leggermente amarognolo.
Cellatica: si abbina a primi piatti, risotto ai funghi, salumi, carni rosse, grigliate. Temperatura di servizio 16° - 18°C.