La denominazione di origine controllata «Gravina», è riservata ai vini che rispondono alle
condizioni ed ai requisiti del disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
“Gravina” bianco, “Gravina” spumante, “Gravina” passito, “Gravina” rosso, “Gravina” rosato.
Le uve devono essere prodotte nella zona di produzione che comprende tutto il territorio amministrativo dei comuni di: Gravina di Puglia Poggiorsini e in parte il territorio dei comuni di: Altamura Spinazzola tutti in provincia di Bari.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
tradizione hanno contribuito ad ottenere il vino “GRAVINA”.
L'ampia presenza di vasi a figure rosse, oggi custodite nel Museo Fondazione Pomarici Santomasi
di Gravina in Puglia, raffiguranti baccanali, scene di vendemmia risalenti al IV secolo avanti Cristo,
e tutti i tipi di vasi da vino del periodo.
L’antico insediamento di Gravina, sorgeva sul colle Botromagno lungo la strada che era la via
Appia; originariamente ebbe il nome di Sidion, di estrazione greca e Sidini erano chiamati i suoi
abitanti, come testimoniano alcune monete conservate nel nostro Museo “E.P. Santomasi”; ciò
attesta che Gravina fu una colonia greca che assunse il nome di Silvium successivamente quando fu
colonizzata dai Romani, la viticoltura era di chiara importazione Greca (Malvasia, Greco,
Aglianico, sono tutti vitigni di chiara derivazione dalla Magna Grecia).
La sua strategica posizione sulla via Appia, che ne faceva stazione di posta sulla via che collegava
Roma a Brindisi (porto principale per i commerci con la Grecia) e la successiva sovrapposizione
con la cosiddetta “VIA FRANCIGENA”, che rappresentava il corridoio per le crociate in
Terrasanta, rappresentano con certezza le ragioni per cui questo centro fu crocevia di differenti
culture che portarono con se diverse varietà viticole;
Come testimoniano le evidenze sullo studio della “via Francigena” (1) poco prima dell’anno 1000
una comunità di monaci costruì in zona una Chiesa Monastero, ancor oggi visibile ed introdotto le
principali varietà francesi di cui erano custodi, è stata ritrovata, in agro di Gravina presso l’azienda
agricola Lagreca una vite, prefilossera dell’apparente età di 200 anni che testimonia ulteriormente la
presenza già in tempi antichi dei suddetti vitigni.
Le prove sperimentali, condotte dal Consorzio di Tutela in collaborazione con le Cantine
Botromagno, ne hanno attestato la grande compatibilità con gli uvaggi tradizionali ai quali viene
però lasciata dominanza onde non stravolgere le caratteristiche tradizionali della denominazione.
Ulteriore testimonianza dell’importanza dell’agricoltura e della coltura della vite in particolare e
della presenza importante di uve a bacca rossa in zona viene data dallo stesso stemma e dal
gonfalone cittadino risalente al 1542 da in cui compaiono, con evidenza, spighe di grano ed un
tralcio di vite con bacche di colore scuro.
Vista della Cattedrale e del torrente La "Gravina" (fonte Wikipedia)
Base ampelografica
I vini a denominazione di origine controllata “Gravina” devono essere ottenuti dalle uve provenienti
dai vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la composizione ampelografica appresso specificata:
Gravina “bianco”, anche nella tipologia “Gravina” spumante:
Greco almeno 50%;
Malvasia Bianca e/o Bianca Lunga almeno 20%.
Possono concorrere alla produzione di detto vino le uve provenienti dalle varietà di Fiano, Verdeca,
Bianco di Alessano e Chardonnay per non oltre il 30%.
Gravina “rosso” e “Gravina” “rosato”:
Montepulciano almeno 40%
Primitivo almeno 20%.
Possono concorrere alla produzione di detti vini le uve provenienti dalle varietà di Aglianico, Uva
di Troia, Merlot e Cabernet Sauvignon per non oltre il 30%.
Gravina “Passito”
Malvasia 100%.
I vini a denominazione di origine controllata «Gravina», all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Gravina” Bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
“Gravina” Rosato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
“Gravina” Rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l.
“Gravina” Spumante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
“Gravina” Passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,00% vol;
titolo alcolometrico volumico minimo svolto: 12,00%vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l
acidità volatile massima: 25 meq/l;
estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l.
È in facoltà del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali modificare, con proprio
decreto, i limiti minimi sopra indicati per l’acidità totale e l’estratto non riduttore minimo.
Le operazioni di elaborazione e di presa di spuma per la produzione della DOC “Gravina spumante”
devono essere effettuate in stabilimenti situati nell’ambito della provincia di bari nel rispetto delle
norme nazionali e comunitarie in materia.
I vini a denominazione di origine controllata «Gravina», all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Gravina” Bianco:
colore: paglierino tendente al verdolino;
odore: caratteristico, gradevole;
sapore: secco o amabile, fresco, sapido, armonico, delicato, talvolta lievemente vivace.
“Gravina” Rosato:
colore: rosato brillante;
odore: caratteristico, gradevole, fruttato;
sapore: secco, fresco, sapido, minerale, armonico, delicato.
“Gravina” Rosso:
colore: rosso rubino brillante;
odore: tipico, fruttato, con sentori di more;
sapore: secco, armonico, rotondo.
“Gravina” Spumante:
spuma: fine e persistente;
colore: giallo più o meno intenso talvolta con riflessi verdolini;
odore: caratteristico con delicato sentore di lievito;
sapore: vivace, armonico.
“Gravina” Passito:
colore: giallo dorato con tendenza all’ambrato;
odore: intenso caratteristico;
sapore: vellutato, gradevolmente amabile o dolce.
Variano a seconda della tipologia di vino.