Le uve devono essere prodotte nella zona di produzione che comprende tutto il territorio amministrativo di: Copertino, Carmiano, Arnesano e Monteroni e in parte i territori comunali di: Galatina e Lequile, in provincia di Lecce.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
tradizione hanno contribuito ad ottenere il vino “Copertino”.
L’area si era affermata toponomasticamente già da centinaia di anni, nel periodo successivo al tracollo
della potenza bizantina e all’avvento dei Normanni, come circoscrizione del Regno di Sicilia. La
promulgazione delle province nel 1231 ad opera dell’imperatore svevo raccolte nel “Liber Augustalis”
sono durate sino alla costituzione del Regno D’Italia nel 1860. Dalle testimonianze umane che
risalgono al paleolitico, agli Iapigi o Messapi l’impianto urbano è caratterizzato da mura a protezione di
centri abitati. La dominazione greca sviluppò attività politica e culturale e l’espansione longobarda
sono state sicuramente i catalizzatori della attività agricola. La seconda metà del XIII secolo è
caratterizzata dalla dominazione Angioina con l’entrata a far parte del Regno di Napoli. Nei diversi
passaggi successivi di dominazione le terre, sempre coltivate sia per il sostentamento che per la
possibilità di pagamento delle tasse imposte, vedono il loro sfruttamento in maniera diversa con la
possibilità di animare il commercio e l’economia generale della provincia. Il settecento vede
concretizzarsi in maniera continuativa le esportazioni di Olio e Vino in partenza da Gallipoli. Tra il
1600 e 1700 dai porti di Otranto Gallipoli e Brindisi partivano per i mercati di Londra Berlino S.
Pietroburgo e Barcellona “2 milioni di salme di vino e 1 milione e mezzo di cantare di olio”
L’intero territorio provinciale è disseminato di testimonianze e reperti di quell’epoca che documentano
la presenza della vite e l’eccellente qualità dei vini ottenuti
Nella metà dell’ottocento sorsero moderni impianti per la pigiatura delle uve e la vinificazione in
prossimità della ferrovia per agevolare gli scambi commerciali.
Come riferito dal Falcone (2010), importanti fonti documentali si ritrovano nell’archivio storico della
Direzione Generale dell’Agricoltura riguardanti gli inizi del secolo, in particolare su documentazione
relativa alle cantine Sociali di Copertino, Gallipoli e Manduria, per una relazione tecnica della Regia
Prefettura di Terra D’Otranto, sulla condizione della viticoltura indirizzata all’On. Ministro. In questo
periodo e per le particolari condizioni si richiedeva un incremento della coltivazione della vite e ciò si
imponeva a causa della forte richiesta di vini da taglio da parte delle regioni settentrionali costrette a
rimediare alla crisi produttiva anche francese causata dalla fillossera.
Aglianico, Aleatico, Fiano, Verdeca, Greco, Primitivo, Negroamaro , Malvasia Nera , Montepulciano
sono i vitigni più rinomati della zona ma bisogna ricordare anche una notevole quantità di altri vitigni a
bacca bianca e nera, coltivati da sempre in tutta l’area molto spesso conosciuti solo con nomi locali,
che hanno sostenuto per tanto tempo un ruolo importante nella viticoltura locale.
Le prime notizie dettagliate e ordinate secondo un criterio scientifico sulla produzione dei vini prodotti
a Copertino da queste varietà coltivate risalgono alla “Statistica del Regno di Napoli” disposta da
Gioacchino Murat nel 1811
Possiamo affermare, quindi, che Copertino è tra le antiche zone d’Italia a vocazione viticola; ed
insieme alle altre aree della Puglia nel 1930 diventava la seconda regione produttrice di vino in Italia.
Copertino Doc
Base ampelografica
I vini “Copertino” devono essere ottenuti dalle uve provenienti dai vigneti composti dal vitigno Negro
Amaro.
Possono concorrere alla produzione di detti vini anche le uve provenienti dai vitigni Malvasia nera di
Brindisi, Malvasia nera di Lecce, Montepulciano e Sangiovese presenti nei vigneti, da soli o
congiuntamente, fino a un massimo del 30%.
La presenza nei vigneti del vitigno Sangiovese non dovrà superare il 15% del totale delle viti.
Il vino “Copertino” Rosso all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti
caratteristiche:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol (12,50% vol per la riserva);
- acidità totale minima: 5,0 g/);
- estratto non riduttore minimo: 24,0 g/l.
Il vino “Copertino” Rosato all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti
caratteristiche:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo 12,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
E’ facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con proprio decreto, i limiti sopra indicati per l’acidità totale e l’estratto non riduttore.
Il vino “Copertino” Rosso all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti
caratteristiche:
- colore: rosso rubino di varia intensità con lievi toni di arancione se invecchiato;
- odore: vinoso persistente;
- sapore: asciutto con retrogusto amarognolo, vellutato, sapido, generoso.
Il vino “Copertino” Rosato all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti
caratteristiche:
- colore: rosa salmone, tendente qualche volta al cerasuolo tenue;
- odore: leggermente vinoso, distinto e giustamente persistente;
- sapore: asciutto, senza asperità, con fondo erbaceo unito a un retrogusto amarognolo gradevole.
Copertino Rosso: si abbina a salumi piccanti stagionati, primi piatti con sughi robusti di carne e salsiccia, carni di maiale e agnello al forno e in umido, carni rosse alla griglia e formaggi ovini stagionati. Temperatura di servizio 16° - 18°C.
Copertino Rosato: si accompagna a preparazioni abbastanza elaborate e in particolare a piatti a base di uova, formaggio caciocavallo cotto sulla brace, paste al ragù delicato di carni e verdure, pesci al forno conditi con olio d'oliva e aromi. Temperatura di servizio 12° - 14°C.