Le uve devono essere prodotte nella zona di produzione che comprende tutto il territorio amministrativo dei comuni di: Lucera Troia Biccari in provincia di Foggia.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
tradizione contribuiscono ad ottenere il vino DOC “Cacc’e Mmitte di Lucera”. La storia
vitivinicola di questo territorio è fortemente legata alla storia del nero di Troia(vitigno che
costituisce la maggiore percentuale dell’uvaggio del Cacc’e Mmitte) e segue pedissequamente
l’evoluzione dei dauni. I primissimi abitanti stabili provengono dalle zone sub-costiere, ricacciati
verso l'interno dalle continue invasioni dei popoli balcanici. Gli insediamenti in questo periodo sono
prevalentemente in grotta; l'economia è di tipo agro-pastorale. Questo sistema senza interruzioni
intorno all'VIII secolo A.C. in cui stanziano nel territorio i Dauni e i Peuceti, popolazione di
provenienza illirica.
Le origini storiche del Cacc’eMmitte risalgono al periodo di dominio dei Saraceni che si
insediarono nel territorio favoriti da Federico II. Nell'Era Moderna invece, in Capitanata nel 1850
due gloriose famiglie cerignolane i Pavoncelli e La Rochefocauld, convinte delle qualità del vitigno,
impiantarono circa 60 ettari a Nero di Troia allevandolo ad alberello basso; nel giro di pochi anni
gli Ha coltivati a Nero di Troia, diventarono 2500 che nei territori di Lucera ,Troia e Biccari
vennero utilizzati anche con gli altri vitigni storici come il Montepulciano d’Abruzzo, il
Sangiovese,il Bombino,La Malvasia. Quello dell’uva di Troia è uno dei vitigni più antichi e
caratteristici della Puglia centro-settentrionale, ma le sue origini sono incerte: sono tante le leggende
che militano intorno. Riguardo al suo nome si sono fatte avanti tre ipotesi: la prima ha uno scenario “epico”, in quanto si considera l’Uva di Troia originaria proprio della storica città del’Asia minore
di Troia descritta da Omero nei suoi racconti epici. Leggenda vuole che il vitigno sia arrivato in
Italia meridionale, e precisamente lungo le coste pugliesi, tramite i colonizzatori greci più di
duemila anni fa. Altra ipotesi, meno suggestiva, indica la cittadina albanese Cruja come origine
dell’Uva di Troia; mentre più veritiera rimane la tesi che indica il vitigno, originario proprio del
territorio limitrofo alla città pugliese di Troia. Tra tutte, la teoria più affascinante rimane
sicuramente quella legata alla leggenda dell’eroe greco Diomede: questi, terminata la guerra di
Troia, navigò fino a risalire il fiume Ofanto portando con se tralci di vite della sua terra che piantati,
dettero appunto origine all’Uva di Troia. Del grande valore storico di queste piantagioni fanno fede
le diverse citazioni che rimandano a Federico II di Svevia, il quale amava degustare nella Sua
Residenza del Castello di Lucera, il “corposo vino di Troia”, ed ai marchesi D'Avalos che,
acquistata la città nel 1533, e notata l'assoluta qualità ed attitudine dei terreni circostanti,
incrementarono notevolmente le coltivazioni di quest’uva abbinandola ad altri vitigni del luogo.
Cacc'e mmitte di Lucera Doc (foto http://catalogoviti.politicheagricole.it)
Base ampelografica
Il vino a DOC “Cacc’e mmitte di Lucera” deve essere ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti
composti dai seguenti vitigni nella percentuale appresso indicata:
Uva di Troia (localmente detta Sumarello) dal 35 al 60%;
Montepulciano, Sangiovese, Malvasia nera di Brindisi, da soli o congiuntamente dal 25 al 35%;
Trebbiano toscano, Bombino bianco e Malvasia Bianca e/o Bianca Lunga, da soli o congiuntamente
dal 15 al 30%.
Il vino a DOC “Cacc’e mmitte di Lucera”, all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle
seguenti caratteristiche:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
E’ in facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali di modificare, con proprio decreto, i limiti sopra indicati per l’acidità totale e l’estratto non riduttore.
Il vino a DOC “Cacc’e mmitte di Lucera”, all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle
seguenti caratteristiche:
colore: rosso rubino più o meno carico;
odore: caratteristico, intenso;
sapore: asciutto, pieno, armonico con retrogusto caratteristico.
Cacc'è mmitte di Lucera: è indicato per preparazioni strutturate come pastasciutte al ragù di carne e verdure, pasta al forno con ragù di carne e interiora di pollo, arrosti di carni bianche, minestre di legumi saporite. È inoltre indicato con salumi piccanti, carne di maiale e di agnello al forno o in umido, carni rosse alla griglia e formaggi ovini stagionati. Temperatura di servizio 14° - 16°C.