Classe: Insetti
Ordine: Coleotteri
Sottordine: Polifagi
Famiglia: Elateridi
Genere: Agriotes
Specie:
- Agriotes lineatus L.
- Agriotes obscurus L.
- Agriotes ustulatus Schäller
- Agriotes litigiosus Rossi
- Agriotes sputator L.
Riferimento bibliografico:
“Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata” – M.Ferrari, E.Marcon, A.Menta; Edagricole scolastico - RCS Libri spa
Piante ospiti: Bietola, Mais, Colture ortive, Foraggere (Erba medica) ed altre.
Gli Elateridi sono un gruppo di fitofagi che appartengono a diverse specie, tutte con un aspetto ed una biologia simile che consente di fare un'unica trattazione. Gli adulti sono piccoli Coleotteri (circa 8-10 mm di lunghezza) di aspetto affusolato; presentano l'addome, nella parte terminale, appuntito con una livrea di colore variabile dal grigio-rossastro al brunastro scuro. Le larve sono tipicamente di colore giallo-aranciato intenso; sono lunghe circa 15-18 mm ed hanno un tegumento molto indurito. La forma è allungata cilindrica; la forma ed il colore ne giustificano il nome di "ferretti". Il danno è provocato dagli stadi larvali che rodono le radici, soprattutto delle giovani piante; in questi casi si possono verificare delle fallanze anche gravi per morte delle piantine.
Sulle piante già sviluppate gli attacchi intensi provocano, sempre per effetto delle erosioni a carico delle radici, una perdita di funzionalità delle stesse, con conseguenti appassimenti ed avvizzimenti della parte aerea e un generale deperimento vegetativo. Nel caso di attacco a piante con organi carnosi sotterranei (fittoni, tuberi, bulbi) il danno è diretto a questi organi; le larve vi entrano e scavano profonde gallerie, con lesioni che spesso degenerano in marciumi.
Gli Elateridi sono insetti a ciclo pluriennale per cui è difficile identificare precisamente una forma svernante; tuttavia, considerando che completano il loro sviluppo in 4 o 5 anni, possiamo dire che svernano un anno come adulti e 3 o 4 anni come larve.
Gli adulti compaiono, in modo molto scalare, in primavera iniziando ad uscire dalla seconda metà di marzo fino a fine maggio-inizi giugno. Questi adulti sono quelli che hanno svernato nel terreno chiudendo il ciclo pluriennale; essi si nutrono di alcune piante spontanee contigue o in mezzo ai coltivi ed alla fine della primavera si accoppiano.
Le ovideposizioni avvengono nel terreno sia negli anfratti che in profondità (qualche centimetro), con preferenza dei terreni sciolti e ricchi di sostanza organica. Le ovideposizioni sono scalari e proseguono fino a metà estate.
Le larve neonate (schiudono dopo circa un mese di incubazione) si nutrono dapprima di residui vegetali in decomposizione; successivamente iniziano l'attività trofica dannosa attaccando le radici e gli organi ipogei, danneggiandoli.
La dannosità delle larve del 1° anno è in funzione del momento in cui sono nate e delle condizioni ambientali; infatti in piena estate, quando il terreno diviene molto secco, le larve si interrano a profondità maggiori, allontanandosi dalla rizosfera. Anche durante i periodi invernali, per sfuggire al freddo, le larve si interrano profondamente. Pertanto la massima attività larvale si verifica nei periodi di primavera e di fine estate-autunno. Le larve del 1° anno svernano in profondità nel terreno, e riprendono l'attività nella successiva primavera. Il ciclo si ripete per 2-3 anni fino al raggiungimento della maturità che avviene al 4°-5° anno. Le larve mature si impupano nel terreno ed originano gli adulti che sverneranno ed usciranno nella primavera successiva.
Il ciclo completo si compie ogni 4-5 anni.
Agriotes ustulatus (foto www.kerbtier.de)
Agriotes litigiosus (foto www.elateridae.com)
La lotta contro gli Elateridi è di tipo chimico e si effettua con trattamenti diretti al terreno, ma prevede anche alcune precauzioni di tipo agronomico.
Precauzioni agronomiche
Questi insetti per completare il loro ciclo biologico sono favoriti sia dai terreni umidi che dalle poche lavorazioni.
Pertanto, si può affermare che periodi siccitosi sono sfavorevoli al pullulare massivo delle popolazioni e, al contrario, coltivazioni poco lavorate (prati ed alcune foraggere) ne favoriscono il ripopolamento.
Favoriscono inoltre gli Elateridi, i terreni torbosi o comunque ricchi di sostanza organica, i ristagni idrici ed un prolungato inerbimento dei suoli anche da una flora infestante. Queste considerazioni sono alla base delle scelte di rotazione che devono gestire il susseguirsi delle coltivazioni, specialmente con specie recettive.
Lotta chimica diretta
La lotta chimica diretta si effettua seguendo i criteri della lotta guidata ed integrata. Nelle zone ritenute non molto infestate i trattamenti vengono effettuati solo se si supera una certa presenza di larve nel terreno; il campionamento viene effettuato a parcelle, valutando l'effettiva presenza delle larve. In caso di forti presenze e tali da determinare un rischio si effettueranno gli interventi. Il monitoraggio delle larve viene oggi effettuato con appositi vasetti-trappola cilindrici, provvisti di fori ai lati e sul fondo, innescati con semi di cereali e vermiculite ben inumiditi. Il vasetto, chiuso, viene interrato in primavera; i semi dei cereali in germinazione attirano le larve che vengono censite ogni 15 gg. La soglia di intervento proposta per la pianura padano-veneta è di 15 larve/m2. Nelle zone molto infestate i trattamenti vengono eseguiti sempre. La lotta chimica diretta si effettua con geodisinfestazioni dopo aver eventualmente valutato l'effettiva presenza delle larve e la loro soglia con monitoraggi eseguiti a fine estate o in autunno dell'anno precedente. Vengono impiegati prodotti granulari distribuiti, generalmente, alla semina e localizzati sulla fila.