Vernaccia di Oristano DOC
Atlante dei prodotti tipici - Vini DOP e IGP

Zona di produzione e storia

Le uve per la produzione del vino “Vernaccia di Oristano” devono essere prodotte nella zona che comprende in tutto o in parte i seguenti territori comunali in provincia di Oristano: Siamaggiore, Zeddiani, Baratili S. Pietro, Nurachi, Riola Sardo, Oristano (con le frazioni Nuraxinieddu, Massama, Donigala Fenugheddu, Silì), Santa Giusta, Palmas Arborea, Cabras (frazione Solanas), Simaxis (con la frazione S. Vero Congius), Solarussa, Ollastra, Zerfaliu, Tramatza, Milis, S. Vero Milis, Narbolia.

Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito ad ottenere il vino “Vernaccia di Oristano”.
La presenza della viticoltura nell’area delimitata può esser fatta risalire sino all'epoca nuragica (1200 a.C. circa) a Cabras, dove infatti, in località “Sa Osa”, furono ritrovati vinaccioli di vitis vinifera.
In epoca successiva i romani giunti nel territorio trovandosi di fronte ad una vite a loro sconosciuta la definirono “vernaculum”, cioè vite locale, come era d'uso per le viti autoctone.
Nel corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura principale del territorio, fino ai nostri giorni.
La “Vernaccia di Oristano” è stata la prima DOC della Sardegna, riconosciuta fin dal 1971 con D.P.R. 11 agosto 1971.
Nel tempo, i fattori umani sono stati particolarmente incisivi soprattutto per quanto concerne gli aspetti tecnico produttivi che costituiscono parte integrante del vigente disciplinare di produzione.
Per la produzione del vino “Vernaccia di Oristano”, vengono utilizzate esclusivamente le uve provenienti dal vitigno Vernaccia.
La coltivazione tradizionale prevede una densità elevata, vicino ai 10.000 ceppi per ettaro con rendimenti inferiori ai 50 ettolitri di vino ad ettaro che garantiscono, anche nei suoli fertili del Bennaxi, elevati tenori di zuccheri. Per ottenere tale finalità era utilizzata la forma di allevamento ad alberello latino con pochi speroni da 2 gemme o un alberello con potatura a testa di salice, assimilabile alle vitis capitatae descritte da Columella e con capo a frutto di 8-15 gemme e vegetazione sorretta da un tripode di canne. Nei terreni fertili il capo a frutto veniva posizionato annualmente in zone sempre diverse della testa di salice, poiché queste frequentemente disseccavano, rappresentando un ostacolo al trasporto dei liquidi. Il sistema di allevamento risultava quindi privo di un efficiente e stabile sistema conduttore e quando un nuovo capo a frutto veniva riposizionato in quella zona del ceppo, il rifornimento idrico poteva aver luogo solo al prezzo di forti tensioni nei vasi legnosi, contribuendo a determinare un elevato grado alcolico (Branas, 1975).
Questi sistemi di allevamento sono ora sostituiti da forme di allevamento a controspalliera.
La vendemmia, effettuata di solito dalla seconda metà di settembre fino alla prima decade di ottobre, viene eseguita rigorosamente a mano. Dopo una spremitura soffice ed una fermentazione naturale, il vino è trasferito in botti di media capacità, di castagno o di rovere, riempite al 75-80% del loro volume. In queste condizioni (vasi vinari scolmi e presenza d’ossigeno) sulla superficie del vino si forma un velo costituito da lieviti denominato “flor”.
Questi lieviti si stratificano sulla superficie del vino formando prima delle isole, che poi confluiscono fino a formare un velo continuo che poi gradualmente ispessisce. Questi lieviti utilizzano per il loro metabolismo alcool etilico e acido acetico formando aldeide acetica precursore dei profumi caratteristici di questo vino. La formazione di questo velo è fondamentale per la qualità finale del vino Vernaccia, più la sua formazione sarà veloce, più sarà spesso e compatto, maggiore sarà la qualità del prodotto. Quando il velo è completo e le cellule dei lieviti assumono la caratteristica forma esagonale, si realizza la massima protezione dall’aria e l’isolamento delle componenti olfattive e gustative del vino. Raggiunto un determinato spessore, il velo scende in profondità, depositandosi sul fondo della botte, funzionando così da filtro mobile, rendendo il vino limpido e diminuendo l’intensità cromatica. Nonostante i lieviti utilizzino l’alcool etilico per il loro metabolismo, il grado alcolico aumenta di 0,5-0,8% vol. all’anno, questo arricchimento è dovuto al fatto che la molecola dell’acqua più piccola di quella dell’alcool filtra più facilmente dai pori delle doghe sottili delle classiche botti. Le annate più vecchie, anche di oltre 10 anni, hanno gradi alcolici che possono superare i 20% vol..

Vernaccia di Oristano Grappoli di Vernaccia di Oristano (foto www.isdomus.it)

Vitigni - Grado alcolometrico minimo - Invecchiamento e qualifiche

Base ampelografica
Il vino "Vernaccia di Oristano" deve essere ottenuto esclusivamente dalle uve provenienti dal vitigno Vernaccia di Oristano.

Il vino a DOC "Vernaccia di Oristano", all'atto dell'immissione al consumo, deve avere le seguenti caratteristiche:

“Vernaccia di Oristano”:
- titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 15,00% vol;
- acidità totale minima: 3,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 17 g/l.

"Vernaccia di Oristano" superiore:
- titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 15,50% vol;
- acidità totale minima: 3,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 18 g/l.

"Vernaccia di Oristano" riserva:
- titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 15,50% vol;
- acidità totale minima: 3,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 18 g/l.

"Vernaccia di Oristano" liquoroso:
- titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 16,50 % vol;
- acidità totale minima: 3,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 18 g/l.

E' facoltà del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, con proprio decreto, di modificare i limiti sopra indicati per l'estratto non riduttore minimo.

Caratteristiche organolettiche

Il vino a DOC "Vernaccia di Oristano", all'atto dell'immissione al consumo, deve avere le seguenti caratteristiche:

“Vernaccia di Oristano”:
- colore: giallo dorato, ambrato;
- odore : delicato, alcolico, con sfumature di fior di mandorlo;
- sapore: fine, sottile, caldo, con leggero e gradevole retrogusto di mandorle amare.

"Vernaccia di Oristano" superiore:
- colore: giallo dorato, ambrato;
- odore : delicato, alcolico, con sfumature di fior di mandorlo;
- sapore: fine, sottile, caldo, con leggero e gradevole retrogusto di mandorle amare.

"Vernaccia di Oristano" riserva:
- colore: giallo dorato, ambrato;
- odore : delicato, alcolico, con sfumature di fior di mandorlo;
- sapore: fine, sottile, caldo, con leggero e gradevole retrogusto di mandorle amare.

"Vernaccia di Oristano" liquoroso:
- colore: giallo dorato, ambrato;
- odore : intenso, complesso, alcolico;
- sapore: dal secco al dolce.

Abbinamenti e temperatura di servizio

Variano a seconda della tipologia di vino.

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