L'indicazione geografica tipica "Colli del Limbara" è riservata ai seguenti vini:
bianchi, anche nella tipologia frizzante;
rossi, anche nelle tipologie frizzante e novello;
rosati, anche nella tipologia frizzante.
La zona di produzione delle uve per l'ottenimento dei mosti e dei vini atti a essere designati con l'indicazione geografica tipica "Colli del Limbara" comprende l'intero territorio amministrativo dei seguenti comuni: Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Berchidda, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Monti, Olbia, Oschiri, Padru, Palau, Sant'Antonio di Gallura, Santa Teresa di Gallura, Telti, Tempio Pausania, Trinità d'Agultu, Budoni e San Teodoro in Provincia di Olbia-Tempio e Viddalba in Provincia di Sassari.
La coltivazione della vite e i processi di addomesticamento e trasformazione della “Vitis vinifera
silvestris", hanno fatto parte della vita dei territori Galluresi dalla prima Età del Ferro fino ai giorni
nostri. Le testimonianze si possono constatare per tutti i diversi periodi storici che hanno
caratterizzato le aree ricadenti all’interno dell’IGP Colli del Limbara. Presso il Nuraghe “Li
Prisciona”, in agro di Arzachena, sono stati ritrovati vari contenitori “da vino” che si sono
modificati e evoluti in forme tipiche: “brocche askoidi” e piccoli “askos” in ceramica di squisita
fattura. Altri reperti risalenti al periodo punico e successivamente romano, sono stati rinvenuti a
Olbia sia nella necropoli che presso la fattoria romana di S’Imbalconadu, recentemente riportata alla
luce, dove è presente un ambiente per la trasformazione dell’uva e sono ben documentate le
attrezzature per la vinificazione.
Nel periodo romano vengono introdotte nuove varietà di vite, in particolare il Moscato ed il Nasco
attraverso i porti di Karalis, Tharros e Olbia. La viticoltura si diffonde in tutta la Sardegna, come
dimostrano vari toponimi, che interessano anche alcuni territori dell’IGP, in particolare Vineolae
(Vignola), e si ritrovano molti sinonimi dialettali di evidente origine latina, come “su laccu” per la
vasca di pigiatura e “pastinai sa bingia” nel senso di impiantare un nuovo vigneto.
Al periodo di dominazione romana segue quello bizantino. Successivamente la Sardegna viene
suddivisa in quattro giudicati , uno dei quali fu quello Gallurese.
Fu questo un periodo caratterizzato dalla nascita di monasteri circondati da coltivazioni e vigne.
Nel corso del periodo giudicale (900 – 1400) vennero emanate le prime norme a difesa delle colture
agricole e la “Carta de Logu” di Eleonora di Arborea (1392), codice legislativo che rimase in vigore
sino al periodo piemontese.
Con la dominazione spagnola vengono introdotti diversi vitigni tuttora coltivati ed importanti
nell’economia viticola attuale quali il Cannonau (in Gallura Cannonatu), i Bovali ed il Girò. Alla
fine del 700 arriva attraverso la Corsica il Vermentino.
Altri studiosi citano il territorio Gallurese nei diversi loro lavori, il Manca dell’Arca descrive la
viticoltura gallurese nel suo testo “Agricoltura della Sardegna – 1780” evidenziando le differenze
qualitative tra le produzioni interne collinari e quelle litoranee, mentre il Casalis nel 1833, sempre
parlando della Gallura descrive superficie vitate e produzioni evidenziando le quantità tali da
giustificare il commercio verso le aree esterne: ”Fiorente era il commercio dei vini: i lusinchi
viaggiano a vendere i loro vini, e ne vendono pure i nuchesi e calangianesi”. Evidenzia inoltre,
trattando dei singoli paesi, la qualità eccezionale di alcune zone.
Colli del Limbara Igt (foto www.cantinatondini.it)
Base ampelografica
I vini a indicazione geografica tipica "Colli del Limbara" bianchi, rossi e rosati devono essere
ottenuti da uve provenienti da vigneti composti, nell'ambito aziendale, da uno o più vitigni idonei
alla coltivazione nella regione Sardegna, iscritti nel registro nazionale delle varietà di
vite per uve da vino, a bacca di
colore corrispondente.
L'indicazione geografica tipica "Colli del Limbara", col la specificazione di uno dei vitigni idonei
alla coltivazione nella Regione Sardegna, con l'esclusione dei vitigni Cannonau, Carignano, Girò,
Malvasia, Monica, Moscato, Nasco, Nuragus, Semidano, Vermentino, e Vernaccia è riservata ai
vini ottenuti da uve provenienti da vigneti composti, nell'ambito aziendale, per almeno l'85% dai
corrispondenti vitigni.
Possono concorrere, da sole o congiuntamente, alla produzione dei mosti e dei vini sopra indicati, le
uve dei vitigni a bacca di colore analogo, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione
Sardegna, fino a un massimo del 15%.
I vini a indicazione geografica tipica "Colli del Limbara" con la specificazione di uno dei vitigni possono essere prodotti anche nelle tipologie frizzante nonché novello per i
vini ottenuti da vitigni a bacca rossa.
I vini a indicazione geografica tipica "Colli del Limbara", anche con la specificazione del nome del vitigno, all'atto dell'immissione al consumo devono avere le seguenti caratteristiche:
"Colli del Limbara" bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 13 g/l.
"Colli del Limbara" rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17 g/l.
"Colli del Limbara" rosato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,5 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 14 g/l.
"Colli del Limbara" novello:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 16 g/l.
"Colli del Limbara" bianco frizzante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,5 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 13 g/l.
"Colli del Limbara" rosso frizzante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,5 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 14 g/l.
"Colli del Limbara" rosato frizzante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,5 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 14 g/l.
I vini a indicazione geografica tipica "Colli del Limbara", anche con la specificazione del nome del vitigno, all'atto dell'immissione al consumo devono avere le seguenti caratteristiche:
"Colli del Limbara" bianco:
colore: dal bianco carta al giallo ambrato
odore:caratteristico
sapore:dal secco al dolce.
"Colli del Limbara" rosso:
colore: da rosso rubino tenue a rosso rubino carico tendente al granato con la maturazione
odore: caratteristico
sapore: dal secco al dolce.
"Colli del Limbara" rosato:
colore: dal rosa al cerasuolo
odore: caratteristico
sapore: dal secco al dolce.
"Colli del Limbara" novello:
colore: da rosso con riflessi violacei a rosso rubino
odore: caratteristico
sapore: dal secco all’abboccato.
"Colli del Limbara" bianco frizzante:
spuma: fine, evanescente
colore: dal bianco carta al giallo
odore: caratteristico
sapore: dal secco al dolce, frizzante.
"Colli del Limbara" rosso frizzante:
spuma: fine, evanescente
colore: dal rosso rubino tenue al rosso rubino
odore: caratteristico
sapore: dal secco al dolce, frizzante.
"Colli del Limbara" rosato frizzante:
spuma: fine, evanescente
colore: dal rosa al cerasuolo
odore: caratteristico
sapore: dal secco al dolce, frizzante.
I vini a indicazione geografica tipica “Colli del Limbara” con la specificazione del nome del vitigno, all'atto dell'immissione al consumo, oltre alle caratteristiche sopra specificate per i vini del corrispondente colore, devono presentare le caratteristiche organolettiche proprie del vitigno.
Variano a seconda della tipologia.