La denominazione di origine controllata «Moscato di Sardegna» è riservata ai vini che rispondono
alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione nelle seguenti
tipologie:
«Moscato di Sardegna» bianco;
«Moscato di Sardegna» passito;
«Moscato di Sardegna» da uve stramature;
«Moscato di Sardegna» spumante.
Le uve devono essere prodotte nell'ambito territoriale della Regione Sardegna.
Il Moscato bianco è fra i vitigni più anticamente coltivati in Sardegna. È un vitigno conosciuto fin
dai tempi dell’antica Roma, citato dal Columella con il nome di uva “Apiana” in quanto uva
prediletta dalle api per la dolcezza dei suoi acini.
Il moscato ha seguito attraverso i secoli le alterne vicende della viticoltura sarda, dalle menzionate
epoche remote fino ai nostri giorni. Il vitigno si diffuse nell’Isola nel periodo dell’Amministrazione
piemontese, a seguito della politica viticola attuata dal vicerè, il marchese di Rivarolo, che a partire
dal 1736 favorì la diffusione della viticoltura nell’Isola, rendendola obbligatoria nei terreni ritenuti
idonei alla vite e rimettendo in vigore integralmente le norme della Carta de Logu di Eleonora
d'Arborea emanata nel 1392 e rimasta in vigore fino al 1827, durante il regno di Carlo Felice.
La Regia Società Agraria ed Economica di Cagliari, fondata nel 1804, iniziò a fare conoscere fuori
dell’Isola i vini di lusso sardi, tra cui il Moscato, in occasione del 6° Congresso Scientifico Italiano
svoltosi a Milano nel 1845. Nella seconda metà del secolo, si è cercato di disciplinare e
razionalizzare il comparto vitivinicolo con l’istituzione della Regia Scuola di Viticoltura ed
Enologia di Cagliari, la quale diede un certo impulso al settore.
Il vitigno Moscato, a cavallo dei secoli XIX e XX, risentì degli attacchi della fillossera che falcidiò
anche i vigneti della Sardegna, i quali avevano registrato alla fine dell’ottocento la loro espansione
massima.
La ripresa della viticoltura nell’Isola su nuovi portainnesti, ha dato nuovo slancio alla coltivazione
della varietà, tanto da essere riconosciuta della denominazione di origine fin dal 1979.
Le tecniche di vinificazione utilizzate comprendono pratiche enologiche che coniugano le tradizioni
locali con e l’evoluzione delle pratiche enologiche, che conferiscono al vino, nelle diverse tipologie,
le sue peculiari caratteristiche.
Consorzio Tutela Vini di Sardegna (foto www.ctvsardegna.com)
Base ampelografica
I vini a DOC «Moscato di Sardegna» devono essere ottenuti dalle uve provenienti dai vigneti
composti in ambito aziendale dal vitigno Moscato bianco.
E’ ammessa la presenza di uve provenienti da vitigni a bacca bianca, fino ad un massimo del 10%,
idonei alla coltivazione nella Regione Sardegna, iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite
per uve da vino.
Per la tipologia spumante detta percentuale deve essere ottenuta esclusivamente da uve provenienti
da vitigni aromatici a bacca bianca.
I vini a denominazione di origine controllata «Moscato di Sardegna» all'atto dell’immissione al consumo, devono presentare le seguenti caratteristiche:
«Moscato di Sardegna» bianco:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 14% di cui almeno 12% svolti;
- acidità totale minima: 4 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 20 g/l.
«Moscato di Sardegna» passito:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16% di cui almeno 12 svolti;
- acidità totale minima: 4 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 25 g/l.
«Moscato di Sardegna» da uve stramature:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15% di cui almeno 12 svolti;
- acidità totale minima: 4 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22 g/l.
«Moscato di Sardegna» spumante:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,5% di cui almeno 8 svolti;
- zuccheri riduttori: minimo 50 e massimo 95 g/l;
- acidità totale minima: 5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 17 g/l.
I vini a denominazione di origine controllata «Moscato di Sardegna» all'atto dell’immissione al consumo, devono presentare le seguenti caratteristiche:
«Moscato di Sardegna» bianco:
- colore: giallo dorato;
- odore: intenso aroma caratteristico;
- sapore: dolce, vellutato.
«Moscato di Sardegna» passito:
- colore: da giallo dorato ad ambrato;
- odore: intenso, caratteristico;
- sapore: dolce, vellutato.
«Moscato di Sardegna» da uve stramature:
- colore: giallo da dorato ad ambrato;
- odore: intenso, caratteristico;
- sapore: fine, dolce, vellutato.
«Moscato di Sardegna» spumante:
- spuma: fine ed evanescente;
- colore: giallo paglierino;
- odore: aromatico, delicato, caratteristico;
- sapore: dolce, delicato, fruttato, caratteristico di Moscato.
Variano a seconda della tipologia di vino.