L'indicazione geografica tipica "Sibiola" è riservata ai seguenti vini:
bianchi, anche nella tipologia frizzante;
rossi, anche nelle tipologie frizzante e novello;
rosati, anche nella tipologia frizzante.
La zona di produzione delle uve per l'ottenimento dei mosti e dei vini atti ad essere designati con l'indicazione geografica tipica "Sibiola" comprende il territorio dei comuni di Serdiana e Soleminis, in provincia di Cagliari.
La tradizione vitivinicola esercitata nella zona sin dai tempi remoti, ha determinato la creazione
della IGT “Sibiola”. Nella zona è presente un antico borgo agricolo, a circa 3 Km dal comune di
Serdiana con la presenza della chiesa campestre di Santa Maria di Sibiola. L’antica chiesa, situata in
una piccola altura fra le colline, è uno dei capolavori di arte romanica in Sardegna costruita dai
monaci benettini dell’abbazia di San Vittore di Marsiglia fra la fine dell’XI e inizio del XII sec. d.c.,
che guidavano il borgo agricolo e contribuirono notevolmente allo sviluppo dello stesso in
particolare nella coltivazione della vite e dell’olivo.
Da un documento dell’archivio di Pisa riguardante il dominio pisano nel cagliaritano, si evince che
Sibiola viene accreditato come il più ricco villaggio tra tutti quelli riportati.
Il Parteolla che è una regione storica della Sardegna sud-orientale, il suo nome deriva dal latino, in
quanto nel periodo romanico, la Curatoria (o Partes) di Dolia era detta anche “Parte Olla” (Fonte: “La vite e il vino della Sardegna” Mario Sanges -1999).
Il nome “Olla” invece deriverebbe da Iolao leggendario capo dei Tespiesi, provenienti dall'antica
Grecia (Fonte: “Mal di Sardegna” Marcello Serra - 1977).
Nel Parteolla la coltivazione della vite e le sue trasformazioni in vino sono testimoniate sin dal
periodo nuragico. Infatti contenitori “da vino” in forme tipiche della cultura sarda “brocche askoidi”
che hanno caratterizzato il repertorio vascolare sardo fino alla prima Età del Ferro sono stati
rinvenuti nel villaggio nuragico di Monte Olladiri” di Monastir.
Inoltre, per quanto riguarda le attrezzature per la vinificazione in Età Nuragica, va citato, anche se
allo stato attuale delle conoscenze non si hanno elementi certi, il ritrovamento del controverso
torchio nel villaggio nuragico di Monte Zara di Monastir, detti “pressoi”, realizzati in pietra e
presumibilmente utilizzati per la pigiatura dell’uva (Fonte: “La vite e il vino della Sardegna” Mario
Sanges - 1999).
In un periodo storico più recente, citano l’Angius e il Casalis nel “Il Dizionario: Sardegna paese per
paese -1837-1855”: “Il giudicato di Cagliari o Plumino nella sua integrità era più ragguardevole
degli altri non solo per la sua maggior estensione, ma ancora per più numerosa popolazione, per
ricchezza e per potenza (...). Questo regno era diviso in quindici curatorie, delle quali sei marittime,
Campidano, Nora, Sulcis, Sàrrabus, Chirra, Ogliastra; e nove mediterranee, Decimo, Sigerro,
Gippis, Nuràminis, Dolia, Trecenta, Seurgus, Galila, Barbagia (...) dove si ragiona delle antiche
popolazioni, e della fertilità del suolo....”.
E’ in questo periodo storico dei giudicati che la viticoltura raggiunge un alto livello di coltivazione,
come ribadisce sempre, il Dizionario di Angius-Casalis “Grandissima ne’ più luoghi è la forza delle
terre (...) Le vigne sono con molta cura coltivate in quello di Sicci e di S. Pantaleo, che danno alla
capitale uve e mosto (...)”. La potenzialità dell’area é ancora oggi ritenuta valida per le
caratteristiche pedoclimatiche e per risorse umane impegnate che attribuiscono al “Parteolla”,
prestigio e sinonimo di una viticoltura di qualità.
La forma di allevamento più diffusa nella zona è la controspalliera, con sesti di impianto variabili in
base alla fertilità del suolo e alla vigoria delle piante, variano da m. 1,90-2,50 nell'interfila e 0,9-
1,20 lungo la fila; la potatura più diffusa in questa forma di allevamento é a guyot e più raramente a
cordone speronato.
Sono ancora presenti nelle zone più tradizionali e nei vigneti più vecchi, forme di allevamento ad
alberello sostenuto o meno da tutori e fili di ferro, la potatura prevalente é a sperone con 2-3
gemme, ma talvolta si alleva un corto capo a frutto. Queste forme di allevamento consentono di
ottimizzare l’esposizione dei ceppi alla luce e all’aria permettendo una razionale conduzione dei
vigneti e consentendo una migliore qualità delle uve.
Santa Maria di Sibiola Serdiana (foto Gianfranco Calzarano)
Base ampelografica
I vini a indicazione geografica tipica "Sibiola" bianchi, rossi e rosati devono essere ottenuti da uve
provenienti da vigneti composti, nell'ambito aziendale, da uno o più vitigni idonei alla coltivazione
nella regione Sardegna iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino, a bacca di colore corrispondente.
L'indicazione geografica tipica "Sibiola", con la specificazione di uno dei vitigni idonei alla
coltivazione nella regione Sardegna con l'esclusione dei vitigni Cannonau, Carignano, Girò,
Malvasia, Monica, Moscato, Nasco, Nuragus, Semidano, Vermentino e Vernaccia è riservata ai vini
ottenuti da uve provenienti da vigneti, composti nell'ambito aziendale, per almeno l'85% dai
corrispondenti vitigni.
Possono concorrere, da sole o congiuntamente, alla produzione dei mosti e vini sopra indicati, le
uve dei vitigni a bacca di colore analogo, non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione
Sardegna, fino a un massimo del 15%.
I vini a indicazione geografica tipica "Sibiola" con la specificazione di uno dei vitigni possono essere prodotti anche nelle tipologie frizzante nonché novello per i vini
ottenuti da vitigni a bacca rossa.
I vini a indicazione geografica tipica "Sibiola", anche con la specificazione del nome del vitigno, all'atto dell'immissione al consumo devono avere le seguenti caratteristiche:
"Sibiola" bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 13 g/l.
"Sibiola" rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17 g/l.
"Sibiola" rosato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,5 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 14 g/l.
"Sibiola" novello:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 16 g/l.
"Sibiola" bianco frizzante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,5 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 13 g/l.
"Sibiola" rosso frizzante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,5 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 14 g/l.
"Sibiola" rosato frizzante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,5 % vol
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 14 g/l.
I vini a indicazione geografica tipica "Sibiola", anche con la specificazione del nome del vitigno, all'atto dell'immissione al consumo devono avere le seguenti caratteristiche:
"Sibiola" bianco:
colore: dal bianco carta al giallo ambrato
odore:caratteristico
sapore:dal secco al dolce.
"Sibiola" rosso:
colore: da rosso rubino tenue a rosso granato
odore: caratteristico
sapore: dal secco al dolce.
"Sibiola" rosato:
colore: dal rosa pallido al rosa carico
odore: caratteristico
sapore: dal secco al dolce.
"Sibiola" novello:
colore: da rosso con riflessi violacei a rosso rubino
odore: caratteristico
sapore: dal secco all’abboccato.
"Sibiola" bianco frizzante:
colore: dal bianco carta al giallo
odore: caratteristico
sapore: dal secco al dolce, frizzante.
"Sibiola" rosso frizzante:
colore: dal rosso rubino tenue al rosso rubino
odore: caratteristico
sapore: dal secco al dolce, frizzante.
"Sibiola" rosato frizzante:
colore: dal rosa pallido al rosa carico
odore: caratteristico
sapore: dal secco al dolce, frizzante.
I vini a indicazione geografica tipica “Sibiola” con la specificazione del nome del vitigno, all'atto
dell'immissione al consumo, oltre alle caratteristiche sopra specificate per i vini del corrispondente
colore, devono presentare le caratteristiche organolettiche proprie del vitigno.
Variano a seconda della tipologia.