La denominazione di origine controllata “Siracusa” è riservata ai vini che rispondono
alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti
tipologie:
- “Siracusa” Moscato;
- “Siracusa” Moscato Spumante;
- “Siracusa” Passito;
- “Siracusa” Nero d’Avola;
- “Siracusa” Syrah;
- “Siracusa” Rosso;
- “Siracusa” Bianco.
La zona di produzione delle uve atte alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata "Siracusa" comprende tutto il territorio del comune di Siracusa.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per
consolidata tradizione hanno contribuito ad ottenere i vini a doc “Siracusa”.
La zona di produzione della DOC “Siracusa” appartiene ad una plaga di antichissima tradizione
vitivinicola; la presenza della vitivinicoltura è testimoniata sin dai tempi della colonizzazione
greca della Sicilia orientale.
Il Moscato di Siracusa viene infatti identificato (S. Landolina Nava 1802) con il Pollio
siracusano, il più antico vino d’Italia, così chiamato dal nome del re tracio che governò Siracusa
nel VII sec. A.C.
Nel 1768, G. A. Arnolfini annovera il Moscato di Siracusa tra i vini degni di nota.
Nell’Ottocento la produzione pregiata di Moscato di Siracusa si aveva nei terreni calcareoargillosi,
bianchi, tra Siracusa e Floridia (B. Pastena 1999).
Il Briosi (1879) dice del Moscato di Siracusa che nell’Ottocento esso era considerato “rinomato
nel commercio di tutto il mondo”.
Nel 1900 due Moscati di Siracusa vengono premiati all’esposizione universale di Parigi.
Nel 1848 il comune di Siracusa poteva vantare ben 1.400 ettari vitati, secondo solo a Noto con
5.852 ettari, a testimonianza della importanza che rivestiva la vitivinicoltura in questa zona
(Pastena 1999).
A fine 800 si ha testimonianza anche di altri rinomati vini bianchi tra cui l’Albanello di cui
esistevano due tipi, uno secco e uno dolce. Gli Albanelli più famosi si producevano a Siracusa e
Floridia ma anche ad Avola e Noto (Pastena 1999).
Ma questa zona era rinomata anche per i vini rossi; risale intorno agli anni 1774-77 un primo
riferimento al Nero d’Avola, da parte del fiorentino Domenico Sistini, bibliotecario presso il
Principe Biscari, a Catania; descrivendo i vigneti del siracusano annota che tale vitigno produce
una “ottima qualità di vino”.
Questi vini rossi di Siracusa, derivati dalle uve del Nero d’Avola, erano ancora più colorati ed
alcolici di quelli di Pachino ed erano molto richiesti intorno al 1800 dal Mezzogiorno della
Francia che li dirottava verso la Gironda e la Borgogna.
Nella seconda metà dell’ottocento l’invasione della fillossera distrugge gran parte dei vigneti
dell’isola e nel siracusano (1884-1886) la vite viene soppiantata da altre colture.
Agli inizi del XX secolo si diffuse la tecnica dell’innesto su vite americana resistente alla
fillossera e la vite cominciò nuovamente a verdeggiare.
La crisi economica conseguente alla fillossera e la guerra commerciale con la Francia segnarono
la fine della produzione dei vini ad alta gradazione ed ad intenso colore, che venivano esportati
in Francia come vini da taglio, ed aumentò la produzione dei vini da pasto a più moderato tenore
alcolico, profumati e freschi, antesignani degli attuali vini a denominazione di origine Siracusa.
Nel corso dei secoli dunque la viticoltura ha mantenuto un ruolo di coltura molto importante per
il territorio, fino ad arrivare ad oggi. La storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva
della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende, la
professionalità degli operatori che hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la
rinomanza della denominazione come testimoniano i riconoscimenti in campo nazionale ed
internazionale dei vini prodotti dalle aziende della zona geografica di riferimento.
E’ stato riconosciuto come DOC “Moscato di Siracusa” nel 1973 con Dpr 26 giugno 1973.
In questo primo disciplinare veniva riconosciuta la sola tipologia Moscato di Siracusa.
Successivamente, con decreto ministeriale 14 ottobre 2011 è stato modificato il disciplinare di
produzione della DOC e, contestualmente, in virtù delle “novità” introdotte, ne è stata cambiata
la denominazione, da “Moscato di Siracusa” a quella più omnicomprensiva di “Siracusa”.
Si avvertiva ormai da tempo la necessità di un nuovo disciplinare, più dettagliato nel fissare
determinati parametri e più rispondente alla evoluzione dei gusti dei consumatori e alla
evoluzione vitivinicola della zona, pur nel rispetto della “tradizione” e dell’identità del prodotto.
Sono state definite le tipologie “Siracusa” Moscato, “Siracusa” Moscato Spumante, “Siracusa”
Passito, “Siracusa” Nero d’Avola, “Siracusa” Syrah, “Siracusa” Rosso, e “Siracusa” Bianco.
E’ stata differenziata la tipologia “Siracusa” Moscato e “Siracusa” Passito per la quale è
necessario l’appassimento delle uve sulla pianta o dopo la raccolta, considerato che
l’appassimento delle uve è da sempre stata una tecnica tradizionale della zona. Anticamente,
infatti, le uve di Moscato venivano fatte appassire per incrementare la percentuale di zucchero
nell’acino a seguito della disidratazione, contemporaneamente ottenendo una maggiore quantità
di alcol, ma anche di estratti, migliorando in rotondità e complessità aromatica, ed aumentando
l’intensità del colore.
Le nuove tipologie “Siracusa” rosso, “Siracusa” Nero d’Avola, e “Siracusa” Syrah sono state
introdotte nel nuovo disciplinare considerata la forte presenza del Nero d’Avola nella zona di
produzione della DOC (nel comune di Siracusa è la seconda cultivar più diffusa dopo il Moscato
Bianco) ed anche il fatto che tale zona della Sicilia è quella, se non di origine, quanto meno di
più antica coltivazione del vitigno siciliano più famoso, mentre il Syrah è la cultivar più diffusa
dopo il Moscato bianco e il Nero d’Avola.
Vigneto - Siracusa Doc (foto www.love-sicily.com)
Base ampelografica
I vini a denominazione di origine controllata “Siracusa” devono essere ottenuti da uve provenienti da vigneti aventi
nell’ambito aziendale la seguente composizione ampelografica:
“Siracusa” Moscato e “Siracusa” Passito:
Moscato bianco per almeno l’85%;
possono concorrere per un massimo del 15% altri vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione
nella regione Siciliana.
“Siracusa” Moscato Spumante:
Moscato bianco per almeno l’85%;
possono concorrere per un massimo del 15% altri vitigni aromatici a bacca bianca, idonei alla
coltivazione nella regione Siciliana.
“Siracusa” Nero d’Avola:
Nero d’Avola per almeno l’85%;
possono concorrere per un massimo del 15% altri vitigni a bacca rossa, idonei alla coltivazione
nella regione Siciliana.
“Siracusa” Syrah:
Syrah per almeno l’85%;
possono concorrere fino a un massimo del 15% altri vitigni a bacca rossa, idonei alla
coltivazione nella regione Siciliana.
“Siracusa” bianco:
Moscato bianco per almeno il 40%;
possono concorrere fino a un massimo del 60% altri vitigni a bacca bianca, idonei alla
coltivazione nella regione Siciliana ed iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve
da vino, riportati nel disciplinare.
“Siracusa” Rosso:
Nero d’Avola per almeno il 65%;
possono concorrere fino a un massimo del 35% altri vitigni a bacca rossa, idonei alla
coltivazione nella regione Siciliana ed iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve
da vino, riportati nel disciplinare.
I vini a denominazione di origine controllata “Siracusa” devono rispondere, all’atto dell’immissione al consumo, alle seguenti caratteristiche:
“Siracusa” Moscato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo : 11,50% vol (di cui almeno 9,50 % vol svolto per il
tipo dolce);
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
“Siracusa” Moscato Spumante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo : 11,50% vol (di cui almeno 9,50% vol svolto per il
tipo dolce);
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
“Siracusa” Passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,50% vol di cui almeno 13,00% vol svolto;
acidità totale minima: 4,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
“Siracusa” Nero d’Avola:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
“Siracusa” Syrah:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
“Siracusa” Bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo:11,00 % vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
“Siracusa” Rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
I vini a denominazione di origine controllata “Siracusa” devono rispondere, all’atto dell’immissione al consumo, alle seguenti caratteristiche:
“Siracusa” Moscato:
colore: dal giallo dorato più o meno intenso all’ambrato;
odore: caratteristico, fragrante di Moscato;
sapore: caratteristico; dal secco al dolce.
“Siracusa” Moscato Spumante:
spuma: fine e persistente;
colore: dal giallo paglierino al giallo dorato tenue;
odore: delicato, caratteristico;
sapore: caratteristico, da secco a dolce;
titolo alcolometrico volumico totale minimo : 11,50% vol (di cui almeno 9,50% vol svolto per il
tipo dolce);
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
“Siracusa” Passito:
colore: dal giallo dorato più o meno intenso all’ambrato;
odore: delicato, caratteristico;
sapore : dolce, aromatico, gradevole.
“Siracusa” Nero d’Avola:
colore: rosso rubino più o meno intenso, talvolta con riflessi violetti o granato:
odore: caratteristico, intenso;
sapore : secco, piacevolmente tannico.
“Siracusa” Syrah:
colore: rosso rubino molto intenso, talvolta con riflessi aranciati;
odore: intenso, persistente con sentore di frutti rossi;
sapore : morbido, di corpo, leggermente tannico con retrogusto persistente e fruttato.
“Siracusa” Bianco:
colore: dal giallo paglierino al giallo dorato tenue;
odore: fine ed elegante;
sapore: delicato, caratteristico.
“Siracusa” Rosso:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: franco, intenso;
sapore: sapido, giustamente tannico con retrogusto gradevolmente asciutto, fresco.
Variano a seconda della tipologia di vino.