La denominazione di origine controllata “Malvasia delle Lipari” è riservata ai vini bianco, passito e liquoroso che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione.
Le uve destinate alla produzione del vino “Malvasia delle Lipari” devono essere prodotte nell’arcipelago delle isole Eolie (o Lipari) in provincia di Messina.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
tradizione hanno contribuito ad ottenere i vini a doc “Malvasia delle Lipari”.
Le isole furono colonizzate dai Greci, intorno al 580 a.C.; essi chiamarono le isole Eolie poiché
ritenevano che fossero la dimora di Eolo, dio dei venti.
Ritrovamenti a Lipari di monete antiche (V-IV sec. a.C. ) recanti l’immagine di tralci e di grappoli
testimoniano le antiche origini e l’importanza economica della viticoltura in questa zona geografica.
Lo storico Diodoro Siculo parla di una colonia greca, che nel 588-577 a.C. avrebbe importato a
Lipari un vitigno che prese il nome di Malvasia, ma non si è certi che tale vitigno sia l’attuale
Malvasia di Lipari.
Una delle prime testimonianze della produzione vitivinicola delle Eolie è di A. Bacci che nel 1596
afferma che “ …l’isola di Lipari è sparsa di fecondi colli, che per l’interno calore del suolo danno
un vino sincero…..”.
Si riferiscono a questo vino e alla cultivar diffusa nell’arcipelago il conte Odart (1859) ed il Barone
Mendola di Favara (1868).
Nel 1890 Guy de Maupassant nella sua “La vita errante” descrive l’isola di Salina ed il suo vino
così “mentre tornavo, avevo scoperto dalla barca un’isola nascosta dietro Lipari. Il battelliere la
chiamò Salina. Lì si produce il vino di Malvasia. Volli bere… una bottiglia del celebre vino….E’
proprio il vino dei Vulcani, denso, zuccherato, dorato …”.
Nel 1900 il vino fu presentato all’esposizione di Parigi dove ricevette un premio.
Nel 1933 fu portato alla prima “mostra dei vini tipici di Siena”, dove fu definito “d’aroma squisito”.
La produzione dell’uva e del vino ha subito negli anni forti oscillazioni; nel 1800 si producevano
circa 10.000 ettolitri; negli anni sessanta del 900 ha raggiunto il minimo storico con una produzione
di circa 200 ettolitri, attualmente se ne producono circa 800-900 ettolitri.
Una prima forte contrazione si ebbe nei primi del ‘900 a causa dell’invasione fillosserica, poi la
forte emigrazione della popolazione e lo sviluppo del turismo, le difficoltà di una viticoltura
estrema, difficile, basata sul duro lavoro manuale, portarono ad un progressivo abbandono della
agricoltura.
A partire dalla fine degli anni ottanta c’è stata una forte ripresa della viticoltura eoliana sotto la
spinta di alcuni illuminati produttori; la storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva
della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende, la professionalità
degli operatori che hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza della DOC “Malvasia delle Lipari”, come testimoniano i riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale
dei vini a DOC “Malvasia delle Lipari” prodotti dalle aziende della zona geografica di riferimento.
E’ stata una delle prime DOC ad essere riconosciuta in Sicilia con Decreto del Presidente della
repubblica (Dpr) del 20 settembre 1973.
Grappolo di Malvasia delle Lipari
Base ampelografica
Il vino “Malvasia delle Lipari” deve essere ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti composti dai
vitigni nella proporzione indicata a fianco di ciascuno di essi: Malvasia di Lipari massimo del 95%,
Corinto nero dal 5 all’8%.
Il vino “Malvasia delle Lipari” all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti
caratteristiche:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol di cui almeno 8,00% vol svolti;
acidità totale minima: 4,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0 g/l.
E’ in facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentarie forestali dei vini di modificare, con
proprio decreto, i limiti sopra indicati per l’acidità totale e l’estratto non riduttore.
E’ consentita la produzione del “Malvasia delle Lipari” nel tipo “passito”, partendo dalle uve di cui
sopra sottoposte al tradizionale appassimento naturale.
Il vino “Malvasia delle Lipari” passito dovrà essere immesso al consumo non prima del 1° giugno
successivo alla vendemmia con titolo alcolometrico volumico totale minimo di 18,00% vol ed un
residuo in zuccheri naturali non inferiore al 6%.
Il vino di cui al presente articolo può essere qualificato come vino “dolce naturale” e la resa
massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 45%.
Il vino “Malvasia delle Lipari” prodotto con uve che raggiungono- a seguito anche di un eventuale
lieve appassimento- un titolo alcolometrico volumico naturale di 12,50% vol e con una resa di uva
in vino non superiore al 60%, può essere usato per la preparazione, mediante alcolizzazione, del
tipo “liquoroso”.
Il vino “Malvasia delle Lipari” liquoroso all’atto dell’immissione al consumo deve avere un titolo
alcolometrico volumico totale minimo 20,00% vol di cui almeno 16,00% vol svolti ed un contenuto
in zuccheri residui non inferiore al 6% e deve aver subito un periodo di affinamento di mesi 6 a
decorrere dalla data di alcolizzazione.
Il vino “Malvasia delle Lipari” all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti
caratteristiche:
colore: giallo dorato o ambrato;
odore: aromatico, caratteristico;
sapore: dolce-aromatico.
Malvasia delle Lipari: vino da dessert, si serve in abbinamento a dolci di mandorla, crostate con marmellata, biscotti e piccola pasticceria a base di creme e frutta. Temperatura di servizio 10°C.