La denominazione di origine controllata “Monreale” è riservata ai vini bianchi, rossi e rosati che
rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione.
Tali vini sono i seguenti:
“Monreale” rosso;
“Monreale” rosato;
“Monreale” bianco;
“Monreale” Ansonica o Inzolia;
“Monreale” Catarratto;
“Monreale” Grillo; “Monreale” Chardonnay;
“Monreale” Pinot bianco;
“Monreale” Pinot nero;
“Monreale” Sangiovese;
“Monreale” Calabrese o Nero d’Avola” ;
“Monreale” Perricone;
“Monreale” Cabernet Sauvignon;
“Monreale” Syrah;
“Monreale” Merlot;
“Monreale” vendemmia tardiva;
“Monreale” novello;
“Monreale” rosso riserva;
“Monreale” bianco superiore.
Le uve destinate alla produzione dei vini a denominazione di origine “Monreale” devono provenire
da vigneti coltivati all’interno della seguente zona in provincia di Palermo: parte dei comuni di Monreale e di Piana degli Albanesi.
Tutto il territorio del comune di Camporeale.
Tutto il territorio del comune di San Giuseppe Jato.
Tutto il territorio del comune di San Cipirello.
Tutto il territorio del comune di Santa Cristina Gela.
Tutto il territorio del comune di Corleone.
Tutto il territorio del comune di Roccamena.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
tradizione hanno contribuito ad ottenere i vini a doc “Monreale”.
La zona geografica di produzione delle uve doc comprende gran parte del territorio del comune di
Monreale ed alcuni comuni limitrofi, nonché alcuni comuni “inglobati” in quello di Monreale (San
Giuseppe Jato e San Cipirello); tale comprensorio fa parte di quello che era un tempo il potente
Arcivescovado di Monreale, costituitosi sotto il periodo normanno.
Attorno la metà degli anni ’70 del XII secolo, il re normanno Guglielmo II d’Altavilla fonda infatti
l’Abbazia di Santa Maria la Nuova di Monreale dotandola di una lunga serie di privilegi e di
possessioni e, di lì a poco, la “promuove” ad Arcivescovado.
Un Arcivescovado potentissimo, con enormi estensioni di terreni e possedimenti, che spiega
l’attuale cospicua estensione del comune di Monreale, ben più esteso della maggior parte dei
comuni siciliani, proprio perché il suddetto comune eredita molti territori dell’ex Arcivescovado in
seguito all’abolizione dei privilegi feudali, avvenuta nel 1812 , che sancì la fine dell’esercizio dei
poteri temporali dell’Arcivescovo.
Nel 1182, con un solenne atto redatto nelle tre lingue ufficiali dell’epoca normanna (greca, latina ed
araba) vengono specificati i confini dell’area concessa e, numerose sono le contrade che figurano
coltivate a vite. Per diversi secoli l’intero territorio avrà come punto di riferimento Monreale ed il
suo potente Arcivescovado, caratterizzandosi con una propria identità politica, culturale ed
economica; tutta l’attività economica del territorio, viene controllata e pianificata dall’Arcivescovo
di Monreale, signore spirituale e temporale di un immenso territorio , fonte continua di introiti che
vengono utilizzati sia per l’esercizio religioso che per il mantenimento di un vasto apparato
burocratico, sia per la manutenzione del maestoso Duomo di Monreale.
Il Tabulario di S. Maria la Nuova di Monreale, conserva tutti gli atti originali della concessione di
privilegi e delle donazioni, dall’epoca dei normanni sino al medioevo, invece l’Archivio storico
diocesano di Monreale riguarda gli ultimi cinque secoli di gestione della diocesi.
Da questi importanti archivi si evincono tutta una serie di informazioni che testimoniano quanto la
viticoltura fosse diffusa nel territorio e come sia la coltivazione della vite che la vinificazione delle
uve, la produzione, il commercio, il trasporto ed il consumo stesso del vino fossero regolati da una
serie di disposizioni, norme e dazi, minuziosamente descritti e normati in tali atti.
Gli amministratori comunali, emanavano una serie di bandi, cioè di norme pratiche che regolavano
la vita del cittadino in ogni suo aspetto; i bandi reperibili negli archivi partono dai primi del 500
fino ai primi decenni dell’800; si tratta dunque di una normativa documentata ed applicata
ininterrottamente per quasi cinque secoli e che ovviamente si riferisce ad una prassi consolidatasi
nei secoli precedenti. Per quanto riguarda il vino il primo adempimento era quello di rilevare il vino
prodotto o comunque quello posseduto; il vino era infatti soggetto ad una tassa ed il quantitativo
prodotto era direttamente rilevato alla fonte dal “cimatore” il quale in 15 giorni rilevava tutto il vino
prodotto a Monreale e nel territorio circostante.
I “bordonari” (possessori dei muli da trasporto) dovevano mettersi in regola col pagamento della
gabella un ora prima di scaricare il vino.
Il consumo medio di vino per gli adulti (età superiore ai 12 anni) era considerato pari ad un
quartuccio e mezzo (litri 1,29), al giorno mentre, per i minori di 12 anni, era pari a mezzo
quartuccio di vino (0,430 di litri). Veniva pure stabilito il prezzo di vendita del vino, in funzione
della produzione annua nella Piana di Palermo e Partinico.
Ma il periodo normanno rappresenta comunque un momento storico di arrivo di un lungo passato
che in questo periodo viene codificato e normato dalla burocrazia dell’epoca e quindi perpetuato
fino all’800.
Infatti numerosi sono i riferimenti degli storici che nel periodo ellenistico-romano testimoniano la
presenza della vite in questa zona della Sicilia; Diodoro Siculo riferisce del vino di Triocala, una
zona confinante con l’Area del Monrealese ed anche nei primi secoli dell’era cristiana, è
testimoniata la coltivazione della vite in tale area; nell’ anno 603 in una lettera di San Gregorio
Magno viene fatto riferimento alla vendita di vino prodotto dalle vigne della Chiesa palermitana.
Ancora nel 1700 l’Arcivescovado conta ben 72 feudi con una estensione di circa 61.500 ettari, di
cui alcuni amministrati direttamente dall’Arcivescovato, alcuni dati in affitto, alcuni a decima (si
pagava alla Chiesa un decimo del raccolto), la maggior parte a “masseria”, una sorta di enfiteusi
perpetua.
Nel corso dei secoli dunque la viticoltura ha mantenuto un ruolo di coltura molto importante per il
territorio, fino ad arrivare ad oggi. La storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva
della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende, la professionalità
degli operatori che hanno contribuito ad accrescer il livello qualitativo e la rinomanza della DOC “Monreale ”, come testimoniano i riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale dei vini a
DOC Monreale prodotti dalle aziende della zona geografica di riferimento.
E’ stato riconosciuto come DOC nel 2000 con decreto ministeriale del 2/11/2000.
Monreale Doc
Base ampelografica
La denominazione di origine controllata “Monreale” con o senza alcuna specificazione è riservata ai
vini rossi, rosato e bianco ottenuti da uve provenienti da vigneti aventi, nell’ ambito aziendale,
rispettivamente per le varie tipologie, la seguente composizione ampelografica.
“Monreale” bianco anche superiore e vendemmia tardiva:
Catarratto e Ansonica o Inzolia, minimo 50% ;
possono concorrere alla produzione di detto vino le uve di altri vitigni a bacca bianca, presenti nei
vigneti in ambito aziendale, idonei alla coltivazione nella regione Sicilia, iscritti nel registro
nazionale delle varietà di vite per uve da vino approvato, riportati nel disciplinare, con un massimo del 30% per il
Trebbiano toscano.
“Monreale” rosso anche riserva e novello:
Calabrese o Nero d’Avola e Perricone minimo 50%;
possono concorrere alla produzione di detto vino le uve di altri vitigni a bacca nera presenti nei
vigneti in ambito aziendale, idonei alla coltivazione nella regione Sicilia, iscritti nel registro
nazionale delle varietà di vite per uve da vino approvato, riportati nel disciplinare.
“Monreale” rosato:
Nerello Mascalese, Perricone e/o Sangiovese, minimo 70%; possono concorrere alla produzione di
detto vino le uve di altri vitigni a bacca nera presenti nei vigneti in ambito aziendale, idonei alla
coltivazione nella regione Sicilia.
La denominazione “Monreale” seguita da una delle seguenti spacificazioni di vitigno “Ansonica o
Inzolia”, “Catarratto”, “Grillo”, “Chardonnay”, “Pinot bianco”, “Cabernet sauvignon”, “Calabrese o
Nero d’Avola”, “Perricone”, “ Syrah”, “Merlot” è riservata ai vini ottenuti da vigneti composti dal
corrispondente vitigno per almeno l’85%;
Possono concorrere alla produzione di detti vini, per la restante percentuale, le uve di altri vitigni a
bacca di colore analogo idonei alla coltivazione nella regione Sicilia, come sopra specificato.
I vini a denominazione di origine controllata “Monreale” all’atto dell’immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Monreale” rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0g/l.
“Monreale” rosato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
“Monreale” bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
“Monreale” bianco superiore (con o senza il riferimento al vitigno):
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
“Monreale” rosso riserva (con o senza il riferimento al nome del vitigno):
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 21 g/l.
“Monreale” Ansonica o Inzolia:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
“Monreale” Catarratto:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
“Monreale” Grillo:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
“Monreale” Chardonnay:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
“Monreale” Pinot bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
“Monreale” Pinot nero:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0 g/l.
“Monreale” Sangiovese:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0 g/l.
“Monreale” Perricone:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0 g/l.
“Monreale” Calabrese o Nero d’Avola:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0 g/l.
“Monreale” Cabernet Sauvignon:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0 g/l.
“Monreale” Syrah:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
“Monreale” Merlot:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0 g/l.
“Monreale” vendemmia tardiva:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 14,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 24,0 g/l.
“Monreale” novello:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
E’ in facoltà del Ministero delle politiche agricole e forestali modificare i limiti dell’acidità totale e dell’estratto non riduttore con proprio decreto.
I vini a denominazione di origine controllata “Monreale” all’atto dell’immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Monreale” rosso:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
profumo: gradevole, fine, vinoso;
sapore: armonico, ricco di struttura.
“Monreale” rosato:
colore: rosa tenue più o meno carico;
profumo: fruttato, fragrante;
sapore: armonico, fresco, talvolta vivace.
“Monreale” bianco:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
profumo: fine, elegante;
sapore: delicato, tipico.
“Monreale” bianco superiore (con o senza il riferimento al vitigno):
colore: giallo carico tendente al dorato;
profumo: complesso, di buona intensità;
sapore: sapido, armonico, corposo.
“Monreale” rosso riserva (con o senza il riferimento al nome del vitigno):
colore: dal rosso rubino carico al granato;
profumo: intenso, armonico;
sapore: caratteristico, strutturato.
“Monreale” Ansonica o Inzolia:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
profumo: delicato, gradevole;
sapore: asciutto, sapido.
“Monreale” Catarratto:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
profumo: intenso, caratteristico;
sapore: caratteristico, fruttato, con retrogusto leggermente amarognolo.
“Monreale” Grillo:
colore: giallo più o meno intenso;
profumo: elegante, fine;
sapore: asciutto, armonico, pieno, sapido.
“Monreale” Chardonnay:
colore: giallo carico più o meno intenso;
profumo: intenso, caratteristico;
sapore: gradevole, fruttato.
“Monreale” Pinot bianco:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
profumo: fine, delicato;
sapore: armonico, rotondo.
“Monreale” Pinot nero:
colore: rosso rubino carico;
profumo: intenso, caratteristico;
sapore: pieno, armonico.
“Monreale” Sangiovese:
colore: rubino con sfumature violacee;
profumo: vinoso con sentore di frutti di bosco;
sapore: secco, armonico, gradevolmente tannico.
“Monreale” Perricone:
colore: rosso rubino;
profumo: fruttato, caratteristico;
sapore: corposo, armonico, leggermente tannico.
“Monreale” Calabrese o Nero d’Avola:
colore: rosso rubino;
profumo: delicato, caratteristico, fruttato;
sapore: corposo, armonico.
“Monreale” Cabernet Sauvignon:
colore : rosso rubino ;
profumo: caratteristico, fruttato;
sapore: ricco, corposo, speziato.
“Monreale” Syrah:
colore: rosso rubino intenso;
profumo: caratteristico, fruttato;
sapore: ricco di struttura, armonico, gradevolmente tannico.
“Monreale” Merlot:
colore: rosso rubino;
profumo: intenso, fruttato;
sapore: caratteristico, strutturato.
“Monreale” vendemmia tardiva:
colore: dal giallo paglierino al giallo dorato;
profumo: caratteristico, intenso, persistente;
sapore: vellutato, armonico, ricco.
“Monreale” novello:
colore: rosso rubino;
profumo: vinoso, intenso, fruttato, caratteristico;
sapore: sapido, morbido.
Variano a seconda della tipologia di vino.