La propagazione serve a diffondere e mantenere nel tempo le specie, i vitigni e i portinnesti. Possiamo distinguere due metodi di propagazione:
- Propagazione per seme o gamica: limitata oggi al solo miglioramento genetico, consiste nel normale processo di riproduzione sessuale che vede coinvolti gli organi sessuali;
- Propagazione agamica: la riproduzione della pianta non avviene tramite l'intervento degli organi sessuali e si ottengono dei cloni, ossia delle piante geneticamente uguali alla pianta madre; varie sono le tecniche di riproduzione agamica (talea,innesto...).
La maggior parte dei vitigni europei non sono resistenti agli attacchi della fillossera, perciò la propagazione di questi vitigni è da tempo vincolata all'utilizzo dell'innesto su piede americano.
Attualmente, il materiale più richiesto per la creazione di nuovi impianti sono le barbatelle innestate. Esse sono costituite da una marza (cioè la parte che costituirà l'apparato aereo della pianta) e un portinnesto (la parte della pianta che costituirà l'apparato radicale): è perciò necessario provvedere all'ottenimento di legno per produrre i portinnesti e le marze; successivamente si procede all'innesto. Si possono trovare sul mercato anche barbatelle franche, ossia barbatelle non innestate.
Etichettatura
Il materiale di propagazione, sia per l'ottenimento di portinnesti che per l'ottenimento di marze, è posto in commercio munito di un'etichetta di riconoscimento, nella quale sono presenti gli elementi che identificano il materiale e il produttore (Marenghi, 2007). Distinguiamo tre tipi di etichetta (Marenghi, 2007):
Bianca: categoria “base”, materiale prodotto dai costitutori o dai nuclei di premoltiplicazione, destinato ai vivaisti per la realizzazione di campi di piante madri, dai quali sarà prelevato materiale di propagazione appartenente alla categoria “certificato”;
Azzurra: categoria “certificato”, cioè prodotto dai vivaisti per i viticoltori per l'impianto di vigneti, con garanzie sull'origine genetica e garanzie sullo stato sanitario;
Arancione: categoria standard, ovvero materiale senza garanzie sanitarie; utilizzato per la moltiplicazione di vitigni minori, per i quali non sono disponibili selezioni clonali.
Portinnesto
Le piante madri dei portinnessti possono essere allevate a terra o su sostegni non più alti di un metro (l'allevamento a terra permette di evitare l'inconveniente dell'attorcigliamento dei tralci intorno ai fili, in quanto i germogli si distendono liberamente sul terreno). Il legno per produrre i portinnesti viene prelevato al momento della potatura invernale (gennaio-febbraio): i tralci devono essere ben formati e ricchi di amido; vengono successivamente confezionati in fasci di lunghezza di due-tre metri e conservati in ambiente a temperatura e umidità controllata (T=2-3°C e U.R.>85%), evitando il loro disseccamento e gli attacchi fungini (Marenghi, 2007).
Marze
Il legno per le marze viene prelevato durante la potatura invernale dalle piante madri e confezionato e conservato alla stessa maniera del legno per i portinnesti. Al momento di effettuare l'innesto, sia per materiale certificato o standard, si preleva una porzione di legno di un anno, ben lignificato, dotato di almeno una gemma integra e senza femminella vigorosa (Marenghi, 2007).
Innesto
Qualche giorno prima di effettuare l'innesto (marzo), gli innesti-talea di portinnesto e marza vengono portate a temperatura ambiente e immerse parzialmente in acqua; successivamente si opera l'unione tramite innesto a tavolino, di tipo generalmente a omega (esistono anche altri tipi di innesto, meno utilizzati). A livello del punto d'innesto si aplicano cere e paraffine, in modo da evitare la traspirazione, l'ingresso di luce e di agenti patogeni (Marenghi, 2007).
Segue quindi la fase di forzatura, che è necessaria per permettere una buona saldatura tra i due bionti nel punto d'innesto. Gli innesti-talea sono inseriti in cassoni e ricoperti di sabbia o segatura (i cassoni sono poi disposti in posizione tale da rispettare la polarità della pianta). Nei primi due-giorni di forzatura, la temperatura passa da 20°C a 26-28°C, rimane invariata per circa dieci giorni per poi tornare gradualmente a 20°C; l'umidità relativa resta sempre elevata (>80%). In questa fase non sono importanti né l'emissione di radici, né l'emissione di germogli (Marenghi, 2007).
Terminata la forzatura e fatta una cernita delle barbatelle migliori, gli innesti-talea vengono disposti in barbatellaio verso metà aprile: una seconda paraffinatura è necessaria all'apice dell'innesto-talea per prevenire la disidratazione. Le barbatelle rimangono in barbatellaio tutta la stagione; una volta sterrate, si effettua una cernita delle migliori, si potano i germogli (in modo da lasciare solo due gemme) e le radici vengono ridotte a 10-15 cm (per permettere una migliore proliferazione radicale al momento dell'impianto); viene effettuata inoltre una terza paraffinatura, che le protege fino alla commercializzazione e all'impianto in vigneto. Le barbatelle così trattate sono riunite in fasci di 25, cartellinate e pronte alla commercializzazione (Marenghi, 2007).
Esempio di barbatella innestata (fonte: www.vivairauscedo.com)
Scheda a cura di Enrico Ruzzene >>>