L'ampelografia è un particolare ramo delle scienze viticole che si propone di descrivere diverse caratteristiche dei vitigni, con lo scopo di identificare le diverse varietà o specie e quindi renderne possibile il riconoscimento. Possiamo distinguere un'ampelografia di tipo tradizionale, che si basa sulla diversità morfologica tra le diverse varietà, e un'ampelografia molecolare.
Ampelografia di tipo tradizionale
Gli organi più importanti dal punto di vista ampelografico sono: germogli, foglie, frutto e vinaccioli; meno importanti sono tralci, tronco, radici e fiori.
Di seguito si descrivono i caratteri più importanti:
- germoglio: epoca di germogliamento, colore e tomentosità dell'apice vegetativo;
- foglie: grandezza, tipo di lobi (più o meno accentuati), dentatura (grossi o piccoli, appuntiti o no), pagina fogliare (differenze tra superiore e inferiore; tomentosità, rugosità);
- frutto: grandezza, forma e compattezza del grappolo; grandezza forma e colore dell'acino; caratteristiche della polpa (dolcezza, astringenza...) e della buccia (sottile o spessa, tenera o elastica);
- fiore: ermafrodita, femminile o maschile, forma della corolla;
- fusto: più o meno vigoroso;
- tralci: diametro, lunghezza internodi, colore corteccia.
E' necessario sottolineare, tuttavia, che l'ampelografia di tipo tradizionale, nel corso degli anni, ha dimostrato i propri limiti, in particolare perché il fenotipo delle piante è fortemente influenzato dall'ambiente e dal loro stato nutrizionale e sanitario, ma anche perché ormai le varietà viticole presenti nel mondo sono stimate attorno a 15.000, cosa che rende estremamente difficile operare un'identificazione mediante le sole caratteristiche morfologiche (Marenghi, 2007).
Ampelografia molecolare
I nuovi metodi di identificazione varietale si basano sull'analisi del Dna: tutti i caratteri fenotipici di un individuo hanno base genetica e in questo senso, essendo il Dna uguale in tutte le cellule che compongono la pianta, il materiale genetico può essere preso indistintamente da foglie, radici, tralci...(Marenghi, 2007)
L'identificazione varietale si basa sull'analisi di particolari marcatori (cioè porzioni della molecola di Dna): in questo modo è possibile evidenziare il polimorfismo genetico. Citiamo, a solo titolo esemplificativo, i marcatori RFLP, RAPD e AFLP. Recentemente molto interesse è stato dimostrato per i microsatelliti o SSRs (Marenghi, 2007).
Bizzarria (foto www.rivistadiagraria.org)
Scheda a cura di Enrico Ruzzene >>>