Secondo la legge abbiamo diverse tipologie di grappa:
Gli Assaggiatori suddividono le grappe in:
Un altro modo per classificare le grappe si basa sulla provenienza delle vinacce:
I vitigni più utilizzati nella produzione della Grappa sono il Moscato, lo Chardonnay, il Cabernet, il Pinot e il Prosecco.
A tale riguardo è interessante l'intervento del prof. Giuseppe Versini, consigliere dell'Istituto Nazionale Grappa, sul sito www.istitutograppa.org, sulle possibili differenze tra le grappe a denominazione geografica: “Le possibili differenze compositive fra le grappe con indicazione geografica regionale indicate sono state oggetto di alcuni studi effettuati nel corso degli anni '90 (Versini G., Monetti A., Dalla Serra A., Inama S., 1990: Analytical and statistical characterization of grappa from different Italian regions. Atti 1er Symposium international sur les eaux-de-vie traditionelles d'origine viticole, Ed. A. Bertrand, Lavoisier TEC&DOC, Paris, pp. 137-150; Monetti A., Dalpiaz G., Versini G., 1993. Territorialità del prodotto: individuazione su base analitica. Atti 13° Convegno nazionale della grappa. La grappa oltre le frontiere: tutela delle origini per valorizzare il prodotto, C.C.I.A.A. di Trento, 13-14 maggio).
Le differenze emergenti allora fra i prodotti commerciali si potevano far risalire:
Osserviamo che da allora (ferma restando la prevalenza delle tipologie di vinacce nelle regioni citate e di alcuni processi di distillazione in discontinuo) sono diventate più omogenee le tecnologie di conservazione, in particolare con acidificazione delle vinacce ed innesto di lievito sulle vergini con limitato tempo di sosta prima della distillazione. Le diverse tipologie sono risultate discriminate sia con tecniche PCA che LDA, soprattutto sulla base delle seguenti componenti (in parentesi i fattori determinanti un maggior contenuto): metanolo (VBV, PE), 1-propanolo (PE, VBV), 1 butanolo (VRF, PE), 2-metil-1-butanolo (VRF), acetato di etile (PB, PE), capronato di etile (VRF, PE), un esenolo (VBV) e benzaldeide (PE, VBV, PB).
Nello studio del 1993 su prodotti commerciali (5 regioni, 6 distillerie per regione con 2 campioni per ciascuna distilleria) si è ripetuta l'indagine con maggior approfondimento a livello statistico ottenendo una discriminabilità fra i prodotti regionali per almeno il 75% di probabilità. E' risultato che:
le grappe friulane erano caratterizzate da un maggior tenore di benzaldeide, di un esenolo e di un prodotto tracciante batterico, il lattato di isoamile;
quelle trentine da un maggior livello di alcoli superiori come le piemontesi e di acetato di etile, questo diversamente da quanto accertato nel 1990, le venete alquanto impoverite nei composti citati probabilmente per la tendenza a far prevalere tecniche di distillazione non tradizionali operanti in tal senso.”
Grappe di monovitigno (foto www.maxentia.it)
Bibliografia
- Zanardo A., “STUDIO DEGLI EFFETTI DI PROCEDURE DIVERSE, PRIMA E DOPO LA DISTILLAZIONE, SUL PROFILO AROMATICO DELLA VINACCIA E DEL DISTILLATO DI PROSECCO”, 2011, Tesi di laurea;
- Zocca F., “ANALISI COMPARATIVA DI ENZIMI DI INTERESSE TECNOLOGICO PRESENTI IN UVE AUTOCTONE ITALIANE E NELLE LORO VINACCE”, Dottorato di ricerca in Viticoltura, Enologia e Marketing delle imprese vitivinicole , XX ciclo, Università degli Studi di Padova, Tesi di Dottorato;
- Panighel A., STUDIO DELL’INFLUENZA DELLE DIFFERENTI CONDIZIONI D I STOCCAGGIO DELLE VINACCE SUI COMPOSTI AROMATICI VARIETALI E DI FERMENTAZIONE, Dottorato di ricerca in Viticoltura, Enologia e Marketing delle imprese vitivinicole , XXI ciclo, Università degli Studi di Padova, Tesi di Dottorato;
- Fregoni M., “Viticoltura di qualità”, 2005, Phytoline edizioni, Verona.
Sitografia
- www.caramiagigante.it
- www.grappanonino.it
- www.grappa.com
- www.istitutograppa.org