La zona di raccolta delle uve per l’ottenimento dei vini atti ad essere designati con la
denominazione di origine controllata «Sannio», comprende l’intero territorio amministrativo della
provincia di Benevento.
Delimitazione delle Sottozone... (omissis).
Di fondamentale importanza nella produzione del vino Sannio DOP sono i fattori umani legati al
territorio di produzione.
In base ai ritrovamenti effettuati ed a studi realizzati si può affermare che la coltivazione della vite
nella provincia di Benevento ha origini antiche risalenti al II secolo a.C.
Nel paese di Dugenta fu ritrovato un imponente deposito, con relativo forno di produzione, di
anfore utilizzate per la conservazione ed il commercio del vino. Gli studiosi hanno convenuto che
sicuramente questa era una fabbrica di anfore costruita in una area particolarmente idonea alla
produzione e allo smercio del vino, situata lungo la riva sinistra del fiume Volturno del quale è
affluente il fiume Calore che attraversa l’intera provincia di Benevento.
Le anfore ritrovate in provincia di Benevento, venivano prodotte solo in due luoghi, a Dugenta e ad
Anzio e venivano utilizzate in un area compresa tra l’Etruria meridionale, Lazio, Campania e
Sannio.
Sicuramente il paese di Dugenta rivestiva un ruolo importante nella commercializzazione dei vini in
epoca romana, in quanto la produzione di vino soddisfaceva abbondantemente la richiesta locale e
quindi il vino veniva venduto anche al di fuori dei confini regionali, questo è testimoniato dal fatto
che anfore realizzate a Dugenta sono state ritrovate in Inghilterra del sud e Africa del nord.
Gran parte del vino prodotto nella provincia di Benevento e quello proveniente anche da altre parti
d’Italia veniva venduto al mercato vinicolo di Pompei secondo solo a quello di Roma.
In base agli studi effettuati da Attilio Scienza, una forte classe di produttori di vino di origine
sannita sarebbe stata presente nella composizione etnica di Pompei, a conferma che la cultura del
vino nel Sannio è stata contemporanea se non precedente, all’epoca romana.
Il Sannio per molti secoli ha rappresentato il collegamento naturale tra la Puglia e la Campania.
Attraverso i sentieri della transumanza i Sanniti hanno conosciuto il mondo del vino Abruzzese e
Pugliese attraverso i quali hanno portato nel Sannio i vitigni greci dell’Epiro.
Attilio Scienza afferma che del vino sannita troviamo citazioni di Platone comico, commediografo
ateniese della seconda metà del V secolo a.C., che parlava dell’eccellente vino di Benevento dal
lieve aroma fumé ; inoltre secondo Scienza del vino sannita ne parla anche Plinio nella Naturalis
Historia, il quale sosteneva che il vino Kapnios avesse nel Sannio una delle sue patrie d’elezione. Il
sapore fumé del vino Kapnios potrebbe non solo essere derivato da una tecnica di appassimento
delle uve o dall’affumicamento di queste, ma addirittura dalle caratteristiche stesse dell’uva.
Un’altra importante testimonianza che i Sanniti si dedicassero alla coltivazione della vite e alla
produzione del vino, è che quando sul finire del V secolo a.C. famiglie di stirpe sannita si
stabilirono nella Valle del Volturno, si è avuto uno sviluppo economico di queste area grazie alla
produzione del Trebula balliensis, così come riferito da Plino il vecchio nella sua Naturalis Historia.
Nel beneventano come nel resto della Campania la viticultura conobbe una crisi dovuta al
cambiamento del gusto del mercato romano che scoprì i vini più leggeri e profumati dell’Italia
settentrionale e della Gallia. Il primo vino Gallico arrivò a Roma nel 79 d.C.
Un inversione di tendenza la si ebbe solo intorno al 500 d.C. grazie ai Longobardi, che non solo
importarono vitigni di origine pannonica, ma protessero le vigne dall’espianto addirittura con la
pena di morte.
Anche Carlo Magno si occupò attraverso il Capitulare de Villis della cura della vite, ma fu grazie
alla chiesa che intorno all’anno 1000 si ebbe il definitivo rilancio della coltivazione della vite che
coinvolse anche il territorio sannita. Fu proprio un sacerdote, il vescovo di Benevento Landulfo, a
pretendere che vicino ad ogni monastero fossero impiantati dei vigneti, favorendo il rilancio della
viticultura soprattutto nella zona di Solopaca come dimostra la presenza di venditori di vino in
documenti del 1100.
In questo periodo, e fino al 1400, molti vini beneventani grazie alla possibilità di sfruttare i fiumi
navigabili che attraversavano la provincia, arrivavano ai porti di Gaeta e di Napoli i più grandi porti
di smistamento dei vini per l’intero Mediterraneo e per i mari del Nord.
A Napoli in quegli anni venivano trasportati ingenti quantità di vino dall’entroterra Beneventano ed
Avellinese, ed assieme ai vini fermi venivano trasportati anche vini dolci molto richiesti dal
mercato europeo in quel periodo.
La classe mercantile beneventana in quegli anni diventò la più forte della regione Campania, in
quanto poteva godere degli enormi benefici derivanti dal fatto che i territori della provincia di
Benevento erano sotto il governo dello Stato della Chiesa.
Per una prima descrizione su base scientifica della viticoltura beneventana dobbiamo attendere la
Statistica murattiana del 1811, il primo e vero studio del territorio sannita che ha permesso di
conoscere le produzioni della provincia di Benevento e di ricostruire le condizioni economichesociali
e gli stili di vita della popolazione sannita.
Da questo studio si evince che che la provincia di Benevento produceva vini che soddisfacevano le
diverse richieste del mercato infatti il vino di Cerreto Sannita veniva considerato molto pregiato
assieme a quello di Solopaca, Frasso Telesino, Melizzano e venivano venduti sul mercato regionale
ed extra-regionale; quelli di Sant’Agata dei Goti venivano venduti solo sul mercato provinciale,
mentre a Guardia Sanframondi si produceva un vino dolce e liquoroso simile a quello di Malaga.
Da Cerreto Sannita e Guardia Sanframondi partiva nel 1811 il più alto numero di barili di vino per
la capitale, 79.229, contro i 31.281 di Airola, i 12.557 di Solopaca e i 10.470 di Sant’Agata dei
Goti.
Per quanto riguarda il numero di vigne Cerreto Sannita e Guardia Sanframondi non superavano di
molto Solopaca infatti nei due comuni se ne trovavano circa 3.480 ed invece nel solo comune di
Solopaca se ne potevamo trovare circa 2.880.
Sempre agli inizi dell’Ottecento c’è testimonianza di un ottimo vino prodotto anche nei comuni di
Pontelandolfo, Baselice e Foiano in Val Fortore.
Nel 1872 un grosso studioso, Giuseppe Frojo, incominciò a parlare di vitigno in senso scientifico e
sostienne che le migliori uve della regione Campania erano il Pallagrello, oggi diffuso solo nella
provincia di Caserta, ma lodava anche le uve Aglianico, Sciascinoso, il Piede di Colombo
(Piedirosso), Greco e Fiano, tutti vitigni coltivati nella provincia di Benevento.
Circa venti anni dopo Frojo, fu il Ministero dell’Agricoltura a fare un’accurata analisi delle uve
presenti su territorio sannita.
L’Aglianico restava il vitigno predominate, seguito dal Piedirosso, l’Aglianicone, il Gigante, il
Mangiaguerra, la Tintiglia di Spagnala Vernacciola e il Sommarello.
Tra i vini a bacca bianca si notano il Bombino, l’Amoroso bianco, la Passolara, il Greco, la
Malvasia, il Moscatello e la Coda di Volpe.
In questo periodo il vino prodotto è destinato al consumo interno, in quanto in provincia di
Benevento stava nascendo una classe borghese più attenta e sensibile alla buona tavola, ma anche
trasportato il nord Italia in quanto molto apprezzato e richiesto.
Negli anni in cui Frojo compiva i suoi studi, la superficie vitata della provincia di Benevento era
rappresentata da poco più di 15.000 ettari, estensione che pur ponendo la provincia ultima nella
classifica regionale, la rendeva seconda sola a Napoli per rapporto fra territorio e superficie, mentre
a partire dal 1904 e almeno fino al 1924 i terreni a vigna erano più che raddoppiati. Negli anni che
andavano dal 1896 al 1910 il vigneto sannita si arricchì di 8.046 ettari, pari ad un incremento del
46%.
Dopo l’unità d’Italia nel vigneto sannita vengono coltivate anche altri tipi di vitigni nazionali ed
internazionali come il Sangiovese, Barbera, Cabernet Sauvignon, Malbek, Sirah, Erbaluce,
Semillon, Pinot e Riesling renano.
Dopo le due grandi guerre mondiali, vi fu un risveglio in tutti i settori produttivi che influenzò
anche quello agricolo, e nella provincia di Benevento si verificò che i contadini, fino ad allora solo
conduttori dei terreni, ne acquisirono anche le proprietà. In questo periodo la produzione delle uve
aumentò sensibilmente nella provincia di Benevento, favorendo da una parte la nascita del primo
Enopolio nella provincia a Solopaca che vantava una capacità di 13 mila ettolitri contro i soli
cinquemila dell’Enopolio napoletano, ma dall’altra lo sfruttamento dei grossi mediatori nei
confronti dei piccoli produttori.
In realtà neanche la creazione dell’Enopolio di Solopaca contribuì a migliorare la condizione dei
piccoli produttori e quindi nacquero con il passare degli anni le quattro Cantine sociali ancora oggi
operanti sul territorio sannita, La Guardiense, la Cantina sociale di Solopaca e La Cantina del
Taburno e il CECAS (Centro Cooperativo Agricolo Sannita).
Il compito fondamentale delle cantine sociali fu quello di raccogliere, trasformare e vendere, le uve
provenienti dalle diverse zone della provincia di Benevento, in modo da sostenere i piccoli
produttori e favorire lo sviluppo della viticoltura nel Sannio.
Sannio Doc
Base ampelografica
Le denominazioni d'origine controllata "Sannio", con o senza
specificazione della sottozona, è riservata ai vini ottenuti da uve provenienti da vigneti aventi, nell’ambito aziendale,
la seguente composizione varietale:
« Sannio » bianco, bianco frizzante: Trebbiano toscano e Malvasia (bianca di Candia), da soli o
congiuntamente, minimo 50%; per la restante parte possono concorrere altri vitigni a bacca bianca
idonei alla coltivazione nell’ambito della provincia di Benevento, da soli o congiuntamente fino ad
un massimo del 50%, iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino, riportati nel disciplinare.
«Sannio» rosso, rosso superiore, rosso riserva, rosso frizzante, rosato, rosato frizzante, novello:
Sangiovese: min. 50%; per la restante parte possono concorrere altri vitigni a bacca nera idonei alla
coltivazione nell’ambito della provincia di Benevento, da soli o congiuntamente fino ad un massimo
del 50%, iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino, riportati nel disciplinare.
2.2) La denominazione di origine controllata «Sannio» seguita dalla specificazione di vitigno e
tipologia, con o senza specificazione della sottozona : Coda di volpe, Coda di volpe Passito, Coda
di volpe spumante e spumante di qualità, Fiano, Fiano Passito, Fiano spumante e spumante di
qualità, Greco, Greco Passito, Greco spumante e spumante di qualità, Moscato, Moscato Passito,
Moscato spumante e spumante di qualità, Aglianico, Aglianico riserva, Aglianico Passito, Aglianico
novello, Aglianico spumante e spumante di qualità, Aglianico rosato, Aglianico spumante e
spumante di qualità rosato, Barbera, Barbera Passito, Barbera spumante e spumante di qualità,
Piedirosso, Piedirosso Passito, Piedirosso spumante e spumante di qualità, Sciascinoso, Sciascinoso
Passito, Sciascinoso spumante e spumante di qualità, è riservata ai vini ottenuti da uve provenienti
da vigneti composti, nell’ambito aziendale, dal rispettivo vitigno per almeno l’85%; per la restante
parte possono concorrere alla produzione di detti vini, da sole o congiuntamente, le uve a bacca di
colore analogo provenienti da vitigni idonei alla coltivazione nell’ambito della provincia di
Benevento, da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 15%.
«Sannio» Aglianico-Piedirosso e Aglianico-Piedirosso rosato, con o senza specificazione della
sottozona: Aglianico e Piedirosso congiuntamente, purché la varietà minoritaria sia presente per
almeno il 40 %.
La denominazione di origine controllata «Sannio», seguita dalla specificazione del vitigno e
dalla menzione spumante e spumante di qualità, con o senza specificazione della sottozona, è
riservata al vino spumante e spumante di qualità ottenuto, con il metodo della rifermentazione in
autoclave.
La denominazione di origine controllata «Sannio», seguita dalla specificazione del vitigno e
dalla menzione spumante di qualità metodo classico, con o senza specificazione della sottozona, è
riservata al vino spumante di qualità ottenuto, con il metodo della rifermentazione in bottiglia.
La denominazione di origine controllata «Sannio», seguita dalla menzione spumante e
spumante di qualità, con o senza specificazione della sottozona, è riservata al vino spumante
ottenuto, con il metodo di rifermentazione in autoclave da uve provenienti da vigneti composti,
nell’ambito aziendale, dai vitigni Aglianico e/o Falanghina, da soli o congiuntamente, minimo 70%;
per la restante parte possono concorrere alla produzione di detti vini, da sole o congiuntamente, le
uve provenienti da vitigni idonei alla coltivazione nell’ambito della provincia di Benevento, da soli
o congiuntamente fino ad un massimo del 30% ed iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite
per uve da vino, riportati nel disciplinare.
La denominazione di origine controllata «Sannio», seguita dalla menzione spumante di qualità
metodo classico, con o senza specificazione della sottozona, è riservata al vino spumante ottenuto,
con il metodo della rifermentazione in bottiglia, da uve provenienti da vigneti composti, nell’ambito
aziendale, dai vitigni Aglianico e/o Falanghina, da soli o congiuntamente, minimo 70%; per la
restante parte possono concorrere alla produzione di detti vini, da sole o congiuntamente, le uve a
bacca di colore analogo provenienti da vitigni idonei alla coltivazione nell’ambito della provincia di
Benevento, da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 30% ed iscritti nel Registro Nazionale
delle varietà di vite per uve da vino, riportati nel disciplinare.
I vini a denominazione di origine controllata «Sannio» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Sannio» bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
È prevista la categoria frizzante.
«Sannio» rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
È prevista la categoria frizzante.
«Sannio» rosso superiore:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0 g/l.
«Sannio» rosso riserva:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0 g/l.
«Sannio» novello:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
«Sannio» rosato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
È prevista la categoria frizzante.
«Sannio» Aglianico:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
«Sannio» Aglianico riserva:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Sannio» Aglianico passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Sannio» Aglianico novello:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
«Sannio» Aglianico rosato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
«Sannio» Aglianico spumante, spumante di qualità e spumante di qualità metodo classico:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Sannio» Aglianico spumante, spumante di qualità e spumante di qualità metodo classico rosato o
rosé:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Sannio» Aglianico-Piedirosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
«Sannio» Aglianico-Piedirosso rosato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
«Sannio» Barbera:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Sannio» Barbera passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Sannio» Barbera spumante e spumante di qualità, spumante di qualità metodo classico:
titolo alcolometrico volumico totale min.: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Sannio» Coda di Volpe:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
«Sannio» Coda di Volpe passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,00 % vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Sannio» Coda di Volpe spumante e spumante di qualità, spumante di qualità metodo classico:
titolo alcolometrico volumico totale min.: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Sannio» Fiano:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
«Sannio» Fiano passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,00 % vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Sannio» Fiano spumante e spumante di qualità, spumante di qualità metodo classico:
titolo alcolometrico volumico totale min.: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Sannio» Greco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
«Sannio» Greco passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,00 % vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Sannio» Greco spumante e spumante di qualità, spumante di qualità metodo classico:
titolo alcolometrico volumico totale min.: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Sannio» Moscato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
«Sannio» Moscato passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,00 % vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Sannio» Moscato spumante, spumante di qualità e spumante di qualità metodo classico:
titolo alcolometrico volumico totale min.: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Sannio» Piedirosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
«Sannio» Piedirosso passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,00 % vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Sannio» Piedirosso spumante e spumante di qualità, spumante di qualità metodo classico:
titolo alcolometrico volumico totale min.: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Sannio» Sciascinoso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
«Sannio» Sciascinoso passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,00 % vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Sannio» Sciascinoso spumante e spumante di qualità, spumante di qualità metodo classico:
titolo alcolometrico volumico totale min.: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Sannio» spumante e spumante di qualità:
titolo alcolometrico volumico totale min.: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
«Sannio» spumante di qualità metodo classico:
titolo alcolometrico volumico totale min.: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
È in facoltà del Ministero per le politiche agricole modificare con proprio decreto i limiti minimi sopra indicati per acidità totale minima ed all’estratto non riduttore minimo.
I vini a denominazione di origine controllata «Sannio» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Sannio» bianco:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
odore: fruttato, floreale;
sapore: secco, equilibrato, a volte abboccato o amabile.
«Sannio» rosso:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: floreale, fruttato, gradevole;
sapore: secco, equilibrato, a volte abboccato o amabile.
«Sannio» rosso superiore:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: floreale, fruttato, gradevole.
«Sannio» rosso riserva:
colore: rosso rubino più o meno intenso, tendente al granato;
odore: floreale, fruttato, gradevole;
sapore: secco, equilibrato.
«Sannio» novello:
colore: rosso porpora;
odore: vinoso, fruttato;
sapore: secco o abboccato, morbido.
«Sannio» rosato:
colore: rosa più o meno intenso;
odore: delicato, fruttato, floreale;
sapore: secco o abboccato, morbido;
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol.
«Sannio» Aglianico:
colore: rubino più o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento;
odore: floreale, fruttato, caratteristico;
sapore: secco, di corpo, equilibrato.
«Sannio» Aglianico riserva:
colore: rubino più o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento;
odore: floreale, fruttato, caratteristico;
sapore: secco, di corpo, equilibrato.
«Sannio» Aglianico passito:
colore: caratteristico del vitigno di provenienza;
odore: intenso, caratteristico, floreale, fruttato;
sapore: amabile o dolce, di corpo, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.
«Sannio» Aglianico novello:
colore: rubino più o meno intenso;
odore: fruttato, caratteristico;
sapore: secco o abboccato, morbido, equilibrato.
«Sannio» Aglianico rosato:
colore: rosa più o meno intenso;
odore: floreale, fruttato, caratteristico;
sapore: secco, fresco, equilibrato.
«Sannio» Aglianico spumante, spumante di qualità e spumante di qualità metodo classico:
spuma: fine e persistente
colore: paglierino più o meno intenso, con eventuali riflessi rosati o aranciati;
odore: floreale, fruttato, caratteristico;
sapore: fine, di corpo, equilibrato, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
«Sannio» Aglianico spumante, spumante di qualità e spumante di qualità metodo classico rosato o
rosé:
spuma: fine e persistente
colore: rosa più o meno intenso;
odore: floreale, fruttato, caratteristico;
sapore: fine, caratteristico, equilibrato, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
«Sannio» Aglianico-Piedirosso:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: caratteristico, gradevole;
sapore: secco, armonico, a volte morbido.
«Sannio» Aglianico-Piedirosso rosato:
colore: rosa più o meno intenso;
odore: caratteristico, gradevole;
sapore: secco, armonico, a volte morbido.
«Sannio» Barbera:
colore: rubino più o meno intenso;
odore: gradevole, tipico, fruttato, floreale;
sapore: secco, caratteristico, a volte abboccato, amabile e/o dolce.
«Sannio» Barbera passito:
colore: caratteristico del vitigno di provenienza;
odore: intenso, caratteristico, floreale, fruttato;
sapore: amabile o dolce, di corpo, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.
«Sannio» Barbera spumante e spumante di qualità, spumante di qualità metodo classico:
spuma: fine e persistente;
colore: rubino o granato più o meno intenso;
odore: fine, fragrante, caratteristico del vitigno di provenienza;
sapore: fine ed equilibrato, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
«Sannio» Coda di Volpe:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
odore: delicato,caratteristico;
sapore: secco, equilibrato.
«Sannio» Coda di Volpe passito:
colore: caratteristico del vitigno di provenienza;
odore: intenso, caratteristico, floreale, fruttato;
sapore: amabile o dolce, di corpo, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.
«Sannio» Coda di Volpe spumante e spumante di qualità, spumante di qualità metodo classico:
spuma: fine e persistente;
colore: giallo paglierino più o meno intenso, con eventuali riflessi verdognoli o dorati;
odore: fine, fragrante, caratteristico del vitigno di provenienza;
sapore: fine ed equilibrato, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
«Sannio» Fiano:
colore: paglierino più o meno intenso;
odore: caratteristico, floreale, fruttato;
sapore: secco, equilibrato, caratteristico.
«Sannio» Fiano passito:
colore: caratteristico del vitigno di provenienza;
odore: intenso, caratteristico, floreale, fruttato;
sapore: amabile o dolce, di corpo, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.
«Sannio» Fiano spumante e spumante di qualità, spumante di qualità metodo classico:
spuma: fine e persistente;
colore: giallo paglierino più o meno intenso, con eventuali riflessi verdognoli o dorati;
odore: fine, fragrante, caratteristico del vitigno di provenienza;
sapore: fine ed equilibrato, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
«Sannio» Greco:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
odore: caratteristico, gradevole, delicato;
sapore: secco, fresco, equilibrato, tipico.
«Sannio» Greco passito:
colore: caratteristico del vitigno di provenienza;
odore: intenso, caratteristico, floreale, fruttato;
sapore: amabile o dolce, di corpo, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.
«Sannio» Greco spumante e spumante di qualità, spumante di qualità metodo classico:
spuma: fine e persistente;
colore: giallo paglierino più o meno intenso, con eventuali riflessi verdognoli o dorati;
odore: fine, fragrante, caratteristico del vitigno di provenienza;
sapore: fine ed equilibrato, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
«Sannio» Moscato:
colore: giallo paglierino più o meno intenso, talvolta dorato;
odore: caratteristico, fruttato, intenso;
sapore: aromatico, caratteristico, a volte abboccato, amabile o dolce.
«Sannio» Moscato passito:
colore: caratteristico del vitigno di provenienza;
odore: intenso, caratteristico, floreale, fruttato;
sapore: amabile o dolce, di corpo, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.
«Sannio» Moscato spumante, spumante di qualità e spumante di qualità metodo classico:
spuma: fine e persistente;
colore: giallo paglierino più o meno intenso, con eventuali riflessi verdognoli o dorati;
odore: fine, fragrante, caratteristico del vitigno di provenienza;
sapore: fine ed equilibrato, nelle tipologie demi-sec o doux.
«Sannio» Piedirosso:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: vinoso, caratteristico, gradevole;
sapore: secco, armonico, a volte morbido.
«Sannio» Piedirosso passito:
colore: caratteristico del vitigno di provenienza;
odore: intenso, caratteristico, floreale, fruttato;
sapore: amabile o dolce, di corpo, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.
«Sannio» Piedirosso spumante e spumante di qualità, spumante di qualità metodo classico:
spuma: fine e persistente;
colore: rubino o granato più o meno intenso;
odore: fine, fragrante, caratteristico del vitigno di provenienza;
sapore: fine ed equilibrato, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
«Sannio» Sciascinoso:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: vinoso, caratteristico, gradevole;
sapore: secco, tipico, a volte morbido.
«Sannio» Sciascinoso passito:
colore: caratteristico del vitigno di provenienza;
odore: intenso, caratteristico, floreale, fruttato;
sapore: amabile o dolce, di corpo, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.
«Sannio» Sciascinoso spumante e spumante di qualità, spumante di qualità metodo classico:
spuma: fine e persistente;
colore: rubino o granato più o meno intenso;
odore: fine, fragrante, caratteristico del vitigno di provenienza;
sapore: fine ed equilibrato, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
«Sannio» spumante e spumante di qualità:
spuma: fine e persistente;
colore: giallo paglierino più o meno intenso, con eventuali riflessi verdognoli o dorati;
odore: fine, fragrante;
sapore: fine ed equilibrato, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
«Sannio» spumante di qualità metodo classico:
spuma: fine e persistente;
colore: giallo paglierino più o meno intenso, con eventuali riflessi dorati;
odore: fine, fragrante, caratteristico del vitigno di provenienza;
sapore: fine ed armonico, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
In relazione alla eventuale conservazione in recipienti di legno il sapore dei vini può rilevare lieve sentore di legno.
Variano a seconda della tipologia di vino.