La Denominazione di Origine Controllata “Falerno del Massico” è riservata ai vini delle
seguenti tipologie:
Bianco;
Rosso;
Rosso riserva;
Primitivo;
Primitivo riserva o vecchio.
Le uve destinate alla produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata “Falerno del Massico” devono provenire dalla zona di produzione che comprende il territorio amministrativo dei Comuni di Sessa Aurunca, Cellole, Mondragone, Falciano del Massico e Carinola in Provincia di Caserta.
La viticoltura nell’area di produzione del Falerno del Massico ha origini antichissime che risalgono
ai colonizzatori greco – micenei i quali diedero primo impulso alla millenaria coltivazione della vite
nell’antico Ager Falernus, poi ripresa dagli etruschi ed infine ulteriormente sviluppata in epoca
romana.
Infatti, già nel secondo secolo avanti Cristo gli antichi romani, nuovi colonizzatori dell’ area
geografica oggi individuata come Campania settentrionale, iniziarono un’intensiva coltivazione
delle uve nelle zone destinate esclusivamente alla produzione dell’antico Falernum.
Ancora oggi sono visibili nel territorio delimitato dall’ attuale perimetrazione della area a dop, resti
archeologici di antiche “ Villae rustiche” con annesse cantine ed attrezzature in pietra , destinate
alla vinificazione e conservazione del Falerno, nonché resti di antichi impianti di vigneti organizzati
secondo le tecniche consentite e conosciute nell’epoca.
Tale vino era suddiviso, a seconda dell’altimetria di produzione delle uve, in “ Caucinum”, “
Faustianum “ e “ Falerno “ contraddistinto quindi a livello organolettico dalle tipologie “austerum”,”dulce” e “tenue” e venduto in tutte le provincie dello sterminato impero romano in
anfore di terracotta che erano contrassegnate dai “ Pittacium”, l’etichetta dell’epoca, nel quale si
specificava il tipo di vino, l’anno di produzione e la zona di provenienza delle uve.
Le navi onerarie deputate al trasporto delle anfore di Falerno, salpavano dai porti di Sinuessa,
Gianola e dalla foce del Garigliano. Da Manchester a Marsiglia da Dusseldorf e Colonia al
Cartagine nel nord Africa o nei fondali di tutto il Mediterraneo, sono state trovate anfore di
Falerno, il vino dei re, il vino più costoso e desiderato dell’impero romano.
Di tale splendore troviamo tracce nei testi storici - letterari già dai tempi di Giulio Cesare, passando
per Orazio, Marziale, Cicerone ,Plinio, Virgilio,Petronio,Giovenale e più recentemente del Tasso,
di Sante Lancerio e tantissimi altri autori che fino ai giorni nostri hanno magnificato le
caratteristiche organolettiche del vino Falerno, riconoscendogli un ruolo assolutamente preminente
nell’ ambito della intera viticoltura meridionale.
Falerno del Massico Doc
Base ampelografica
La Denominazione di Origine Controllata “Falerno del Massico” Bianco è riservata ai vini
provenienti da vigneti composti, nell’ambito aziendale, dal vitigno Falangina per almeno l’85%.
Possono concorrere alla produzione di detto vino uve di altri vitigni idonei alla coltivazione per la
regione Campania fino ad un massimo del 15% del totale.
La Denominazione di Origine Controllata “Falerno del Massico” Rosso è riservata ai vini
provenienti da vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:
- Aglianico: minimo 60%;
- Piedirosso: massimo 40%.
Possono concorrere alla produzione di detto vino uve di altri vitigni idonei alla coltivazione per la
regione Campania fino ad un massimo del 15% del totale.
La Denominazione di Origine Controllata “Falerno del Massico” Primitivo è riservata ai vini
provenienti da vigneti composti, nell’ambito aziendale, dal vitigno Primitivo per almeno l’85%.
Possono concorrere alla produzione di detto vino le uve del vitigno Aglianico, Piedirosso e Barbera,
da soli o congiuntamente, presenti nei vigneti fino ad un massimo del 15% del totale.
I vini a denominazione di origine controllata «Falerno del Massico» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Falerno del Massico” Bianco:
titolo alcolometrico volumico minimo complessivo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto secco netto minimo: 15,0 g/l.
“Falerno del Massico” Rosso e Rosso riserva:
titolo alcolometrico volumico minimo complessivo: 12,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto secco netto minimo: 20,0 g/l.
“Falerno del Massico” Primitivo e Primitivo riserva:
titolo alcolometrico volumico minimo complessivo: 13,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto secco netto minimo: 23,0 g/l.
È facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali modificare, con proprio Decreto, per i vini di cui sopra, i limiti minimi per l’acidità totale e l’estratto non riduttore.
I vini a denominazione di origine controllata «Falerno del Massico» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Falerno del Massico” Bianco:
colore: bianco paglierino con riflessi verdognoli;
odore: vinoso, gradevole;
sapore: asciutto, sapido.
“Falerno del Massico” Rosso e Rosso riserva:
colore: rosso rubino intenso, tendente al granata per invecchiamento;
odore: profumo caratteristico ed intenso;
sapore: asciutto o abboccato, caldo, robusto ed armonico;
per la versione riserva sapore: asciutto, caldo, robusto ed armonico.
“Falerno del Massico” Primitivo e Primitivo riserva:
colore: rosso rubino intenso, tendente al granata per invecchiamento;
odore: profumo caratteristico, intenso e persistente;
sapore: asciutto o abboccato, caldo, robusto ed armonico;
per la versione riserva sapore: asciutto, caldo, robusto ed armonico.
Falerno del Massico bianco: si abbina a pesci alla griglia, crostacei, calamari, caciocavallo, mozzarella di bufala. Temperatura di servizio 8° - 10°C.
Falerno del Massico rosso: si abbina a salumi, salsicce, carni rosse. Temperatura di servizio 16° - 18°C.
Falerno del Massico primitivo:
si abbina a salumi, salsicce, carni rosse. Temperatura di servizio 16° - 18°C.