La zona di produzione delle uve per l’ottenimento dei mosti e dei vini atti ad essere designati con l’indicazione geografica tipica “Epomeo” comprende l’intero territorio amministrativo dei comuni ricadenti nell’isola d’Ischia in provincia di Napoli.
L'isola d'Ischia era abitata fin dal Neolitico, come dimostrano i vari reperti ritrovati ad esempio
sulle alture di Punta Imperatore, nella frazione di Panza, nella zona S-O dell'isola.
A vent'anni circa dall'originario sbarco, colonizzata buona parte dell'isola, viene fondata la colonia
di Pithecusa, il cui centro principale sarà, però, sulle alture di Monte Vico, nella zona nord
dell'isola, prospiciente il continente, in modo da avere un più rapido scambio con la terraferma. Con
il suo porto la colonia fece fortuna grazie al commercio del ferro con il resto dell'Italia; nel periodo
di massimo splendore contava circa 10.000 abitanti.
Storicamente le dominazioni succedutesi nella vicina Napoli si sono susseguite anche sull’isola.
Nel 1953, nella necropoli di San Montano a Lacco Ameno, l'archeologo tedesco Giorgio Buchner
ritrovò la Coppa di Nestore risalente al 725 a.C. circa. Costituisce il più antico esempio pervenutoci
di poesia scritta in lingua greca.
La viticoltura ad Ischia ha origini millenarie. Sulla coppa di Nestore, ritrovata a Monte Vico (Lacco
Ameno), è incisa una frase che inneggia al buon vino locale e testimonia che gli Antichi Eubei, che
avevano colonizzato l'isola, avevano introdotto la coltivazione della vite e quindi la produzione del "nettare degli Dei". La tecnica di coltivazione, in particolare modo, richiama alla tradizione greca e
differisce da quella etrusca usata nel centro Italia e nelle zone interne della Campania. La viticoltura è stata alla base dell'economia isolana per lunghi periodi storici, condizionandone la vita e i costumi
degli stessi abitanti. Le colture sull'isola si estendono dalle coste fin sugli irti pendii montani dove
cellai e terrazzamenti, costruiti con rinforzi di muri a secco di pietra di tufo verde, consentono la
coltivazione della vite. Dal 1500 il vino bianco sfuso veniva esportato via mare verso la terraferma
ai principali mercati italiani e stranieri fino in Dalmazia, veniva posto in "carrati" trasportati dalle
vinacciere (barche a vela). Dal 1955 a oggi il cambiamento dell'economia isolana è stato radicale.
Vigneti ai piedi dell'epomeo (foto www.crateca.it)
Base ampelografica
L’indicazione geografica tipica “Epomeo” è riservata ai seguenti vini:
bianco;
bianco amabile;
bianco frizzante;
bianco passito;
rosso;
rosso amabile;
rosso frizzante;
rosso passito;
rosso novello;
rosato;
rosato amabile;
rosato frizzante.
I vini a indicazione geografica tipica “Epomeo” devono essere ottenuti da uve provenienti da
vigneti composti, nell’ambito aziendale, da uno o più vitigni a bacca di colore analogo, idonei per la
provincia di Napoli e iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino, riportati nel disciplinare.
I vini ad indicazione geografica tipica “Epomeo”, all'atto dell'immissione al consumo devono assicurare le seguenti caratteristiche:
“Epomeo” bianco:
titolo alcolometrico volume totale minimo: 10,00% vol;
acidità totale minima: 4,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
“Epomeo” rosso:
titolo alcolometrico volume totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 4,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
“Epomeo” rosato:
titolo alcolometrico volume totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
“Epomeo” Passito a bacca bianca:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,00% vol;
acidità totale minima: 4,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
“Epomeo” Passito a bacca nera:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,00% vol;
acidità totale minima: 4,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0 g/l.
I vini a indicazione geografica tipica “Epomeo” prodotti nelle tipologie “novello”, “frizzante”, e “amabile” all'atto dell'immissione al consumo, devono avere il seguente titolo alcolometrico
volumico totale minimo:
“Epomeo” Novello 11,00% vol;
“Epomeo” Frizzante bianco 10,00% vol, rosso e rosato 10,50% vol;
“Epomeo” Amabile bianco 10,00% vol, rosso e rosato 10,50% vol.
I vini ad indicazione geografica tipica “Epomeo”, all'atto dell'immissione al consumo devono assicurare le seguenti caratteristiche:
“Epomeo” bianco:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
odore: fruttato, floreale;
sapore: secco, equilibrato.
“Epomeo” rosso:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: floreale, fruttato;
sapore: secco, equilibrato.
“Epomeo” rosato:
colore: rosa più o meno intenso;
odore: floreale, caratteristico;
sapore: secco, equilibrato, a volte amabile.
“Epomeo” Passito a bacca bianca:
colore: caratteristico del vitigno di provenienza;
odore: intenso, caratteristico, floreale, fruttato;
sapore: amabile o dolce, di corpo, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.
“Epomeo” Passito a bacca nera:
colore: caratteristico del vitigno di provenienza;
odore: intenso, caratteristico, floreale, fruttato;
sapore: amabile o dolce, di corpo, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.
Variano a seconda della tipologia.