Tipologia: Biotopo
Regione: Trentino-Alto Adige
Provincia: Trento
Le Marocche sono situate nella bassa valle del Sarca (Trentino) e si estendono dal Lago di Cavedine all’abitato di Dro; sono limitate a est dal Monte Casale e dal Monte Brento, a ovest dalle pendici del Monte Bondone. L’origine delle Marocche è molto particolare, infatti esse sono il risultato di tre grandi frane accompagnate da altre più piccole, iniziate nell’epoca post-glaciale, circa 200.000 anni fa. Sulle rocce franate hanno agito gli agenti atmosferici che col tempo hanno lasciato i segni del cosiddetto carsismo superficiale. Le rocce presenti sono principalmente di origine tettonica, sedimentaria, calcarea. Il loro nome ha origine dalla voce dialettale trentina “marocca” che deriva dal termine paleo-europeo “mar”, che significa pietra, sasso. Il Biotopo Le Marocche di Dro occupa una superficie di circa 250 ettari.
Biotopo Le Marocche di Dro (foto Mariapia Calza)
Il loro aspetto attuale, suggestivo e inconfondibile, viene spesso definito lunare e si presenta con colline ed una caratteristica vegetazione. Infatti le Marocche di Dro sono uno tra i pochi biotopi provinciali costituiti da una zona arida, che insieme alla scarsa presenza di humus nel suolo caratterizza particolari associazioni vegetali. Vi sono zone dove qualche pianta isolata, di dimensione ridotta come un bonsai, cresce tra i massi, altre in cui si sviluppa una vegetazione a cespugli o a bosco di caducifoglie. La flora presente nella zona del Laghisol (piccolo laghetto nato tra le rocce ricche formatosi da una depressione del terreno) è particolare e diversa rispetto a quella presente nel resto del Biotopo. Vi sono poi delle zone con rimboschimenti di pino nero: un evidente esempio di clamoroso intervento umano e di inquinamento biologico.
La particolare vegetazione e le caratteristiche condizioni climatiche caratterizzano notevolmente anche la fauna. Infatti essa è molto limitata, visto che il cibo è scarso, ma ciò nonostante si possono incontrare grandi varietà di rettili e meravigliose specie di uccelli. E’ anche possibile incontrare tracce di animali vissuti nel passato come le impronte di dinosauri.
Accanto al biotopo sorge la centrale idroelettrica di Fies, un esempio di archeologia industriale. Attualmente, proprietà dell’ENEL, è però quasi in disuso. Da qualche anno nella struttura, si realizza un progetto per il suo recupero ad uso culturale. Questa iniziativa, rilanciata nel 2001, propone interessanti progetti di creazione, produzione e formazione teatrale utilizzando anche l’ex invaso che si trova a monte della centrale come arena.
Centrale idroelettrica di Fies (foto Mariapia Calza)
Flora
Nelle Marocche l'aridità è accentuata dalla mancanza di corsi d’acqua. Sui detriti rocciosi, non ricoperti dal suolo, vivono specie vegetali pioniere, cioè adatte a colonizzare ambienti privi di vegetazione, come alghe e licheni. Ridotta è la diversità delle specie erbacee ed arbustive. Le poche specie arboree presenti hanno un particolare accrescimento con rami corti e tronchi poco sviluppati in altezza rispetto alla grossezza, sono “bonsai naturali”. I diversi strati che formano le rocce sedimentarie hanno una differente resistenza all'azione erosiva degli agenti atmosferici, si formano così, nelle rocce, nicchie e cavità che vengono colonizzate dalle piante. Sui detriti rocciosi, ricoperti dal suolo, l’insediamento di specie vegetali è più avanzato e la copertura è abbastanza densa. Attorno al Laghisol si può osservare una vegetazione palustre completamente diversa dall’ambiente circostante. Nella zona delle Marocche il clima mite, condizionato dalla presenza del lago di Garda, ha permesso l’insediamento di una vegetazione submediterranea anche se vi trovano dimora alcune specie alpine che sono definite “specie dealpizzate”.
Fauna
La fauna che possiamo trovare nell’ambiente delle Marocche è condizionata dalle caratteristiche microclimatiche della zona. Poche sono le specie presenti che si possono incontrare, visto che non c’è neppure abbondanza di cibo. Gli uccelli che mostrano uno stretto legame con gli ambienti aridi e rupestri non sono molti, ma sono tutti interessanti. Alcuni di essi sono rari in Trentino perché sono tipici di climi più caldi, come il codirosso spazzacamino, il succiacapre, lo zigolo muciatto, il passero solitario e la rondine montana.
Nell’ ambiente delle Marocche vivono anche specie di invertebrati, alcuni dei quali hanno un modo di vita particolarmente interessante come la mantide religiosa e il macaone.
Le zone aride e rupestri sono anche habitat favorevoli alla vita dei rettili, perché questi animali di regola amano i luoghi caldi ed assolati. La maggior parte delle specie, come la lucertola muraiola, il ramarro, il biacco, vive in spazi semi-aperti ben esposti al sole, nei quali si trovano formazioni rocciose. Con un po’ di fortuna si possono osservare dei piccoli mammiferi come gli scoiattoli oppure le volpi, sono invece scarsamente rappresentate le altre specie.
La legge provinciale (Provincia Autonoma di Trento) che ha istituito i Biotopi protetti (zone di rilevante interesse naturalistico, scientifico e culturale) è la n. 14 del 23/06/1986. Nel 1987 ne sono stati individuati 287: di questi, 219 sono definiti di interesse "locale" e la loro istituzione e gestione è di competenza comunale (biotopi comunali); i 68 più importanti sono invece classificati di interesse provinciale (biotopi provinciali), e sono di competenza dell'Ufficio Biotopi del Servizio Parchi e Foreste Demaniali della Provincia.
Come arrivare
Autostrada A22 - Brennero-Modena uscita Rovereto sud-lago di Garda nord, seguire le indicazioni per Riva del Garda, proseguire fino a Dro lungo la Gardesana Occidentale 45bis.
Autostrada A22 - Brennero-Modena uscita Trento, seguire le indicazioni per Tione-Madonna di Campiglio e proseguire fino a Sarche dove si imbocca la Gardesana occidentale 45bis.
Tra Pietramurata e Dro, sulla sinistra se si arriva da Trento o sulla destra se si arriva da Riva del Garda, si intravede l’edificio neoclassico della centrale di Fies, dopo aver attraversato il ponte sul Sarca e percorso un breve tratto di strada sterrata, che dalla centrale si dirige verso sud, si incontra uno degli accessi al biotopo.
Una seconda entrata la troviamo sulla strada che porta da Dro a Drena. I diversi ingressi sono indicati con cartelli raffiguranti il logo dei biotopi, la mappa della zona con il percorso e un’illustrazione delle attività permesse o vietate.
Servizio Parchi e Foreste Demaniali della Provincia Autonoma di Trento
Centro Direzionale Nord - Via Trener, 3
38100 Trento
Tel. 0461 495833
a cura di Mariapia Calza