Tipologia: Oasi WWF;
Regione: Trentino-Alto Adige
Provincia: Trento
Il piccolo bacino di Nembia si trova un chilometro più a sud del Lago di Molveno, ai piedi delle Dolomiti di Brenta, nel Trentino Occidentale. Entrambi sono laghi "di frana", formatisi circa 3.000 anni fa in seguito ad un gigantesco smottamento che sbarrò la valle, impedendo il normale deflusso delle acque. L'oasi si trova tra i due laghi ed occupa una superficie di poco più di due ettari ma di grande interesse naturalistico. E' nata dalla collaborazione tra Enel e WWF.
Oasi Lago di Nembia (foto Agh www.girovagandointrentino.it - www.wwf.it)
Il laghetto di Nembia si estende per soli 400 metri in lunghezza e 120 in larghezza, ed è poco profondo. A partire dal 1952 tutta la zona fu interessata dai grandiosi lavori per la realizzazione del sistema idroelettrico del Sarca, che modificarono l'assetto idrico naturale portando, nel 1953, al prosciugamento del bacino di Nembia. La sua "rinascita" è recente. A metà degli anni Novanta del XX secolo, nell'ambito del riordino delle infrastrutture idroelettriche, Enel ha rimodellato la conca, impermeabilizzandone il fondo e garantendo un continuo apporto di acqua tramite un nuovo immissario. Il collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento, si è provveduto a rinverdire le rive e ad attrezzarle a scopo ricreativo.
Muovendo a piedi lungo la sterrata che si stacca dall'estremità settentrionale del lago, si entra nell'oasi vera e propria, costituita da un insieme di ambienti diversi per storia naturale e impronte lasciate dall'uomo. Dal punto di vista paesaggistico si alternano modesti rilievi di fondovalle e piccoli dossi boscati, inframmezzati da radure da sfalcio e pendici sassose. Di forte impatto è lo spettacolo delle selvagge e scoscese pareti della Cima Ghez, che dominano l'orizzonte dell'oasi. La flora è quella tipica della fascia prealpina, con esemplari di pino silvestre cresciuti sul pietrame, cespugli di pero corvino e cespi di festuca. Di grande interesse è la presenza di dafne alpine sulle marocche, le pietraie costituite da grossi blocchi. I boschi sono formati da latifoglie, tra cui spiccano il carpino nero e la roverella, e da conifere, in particolare l'abete rosso e il pino silvestre; si incontrano anche esemplari di pioppo tremolo e larice. I prati sono formati essenzialmente da graminacee, ravvivate dalle gialle fioriture dell'iperico. Gli ambienti vari e differenziati e la vicinanza del Parco Naturale Adamello-Brenta favoriscono la frequentazione della zona da parte di animali alpini (scoiattoli, volpi, cervi e caprioli). Le pareti rocciose sono frequentate dalla rondine montana, dal corvo imperiale e dal raro picchio muraiolo, che nidificano sulle cenge o negli anfratti rocciosi.
Come si arriva:
- da Trento, passando da Sarche verso Ponte Arche. In seguito si prende la strada per S. Lorenzo in Banale – Molveno;
- da sud: strada statale 237 delle Valli Giudicarie, che sale da Brescia, via lago d'Idro, fino a Tione, poi direzione Ponte Arche e poco dopo direzione Molveno-Andalo.
L'oasi è aperta tutto l'anno ed è attraversata da un percorso didattico ad anello (lungo poco meno di 3 chilometri) con pannelli illustrativi.
WWF Sezione Trentino-Alto Adige
Via Malpaga, 8
Trento