Tipologia: Biotopo; istituito con deliberazione della Giunta Provinciale del 5 agosto 1988 n. 9064.
Regione: Trentino-Alto Adige
Provincia: Trento
Il biotopo "Le Grave" occupa una superficie di 20,5 ettari nel territorio comunale di Civezzano, sull'Argentario (Monte Calisio), a 900 metri di quota.
Biotopo Le Grave (foto Agh www.girovagandointrentino.it - Archivio PAT)
Il biotopo "Le Grave" comprende una zona umida e una zona arida, dislocate rispettivamente ai piedi e sui fianchi di un piccolo rilievo denominato Doss Le Grave. Il termine dialettale "grave" indica un ghiaione, un cumulo di ghiaia oppure un luogo dove si scaricano ghiaia e sassi. La porzione del Doss Le Grave inclusa nel Biotopo si presenta proprio costituita da una grande quantità di ghiaia di porfido che conferisce al territorio un aspetto semidesertico molto suggestivo. L'origine di questo particolare ambiente è legato all'attività umana: l'imponente accumulo di ghiaia e sassi è infatti costituita da materiale di scarto derivante dall'attività estrattiva dell'argento che, negli anni dal 1000 al 1500 circa, ha interessato tutto l'Altopiano del Calisio-Argentario. Di questa antica operosità rimangono oggi i numerosi pozzi verticali detti "cadini", le gallerie orizzontali dette "canòpe" e appunto gli ammassi detritici ("grave"). In contrapposizione, ma a stretto contatto con la zona arida, nel centro del biotopo è presente una vasta depressione occupata da una torbiera originatasi per colmamento di un bacino palustre preesistente. Dell'antico specchio d'acqua rimangono piccoli specchi d'acqua libera al centro (queste pozze sono chiamate "occhi di torbiera").
L'ambiente delle grave presenta spiccate condizioni di aridità del terreno e questo influenza strettamente la vita delle piante. In questa zona povera e arida crescono solo poche specie di alberi e arbusti che stentatamente si sanno adattare all'ambiente ostile: pino silvestre, roverella, orniello, pero corvino, ginepri, uva ursina, globularia. A causa delle difficili condizioni ambientali gli alberi assumono forme contorte e raggiungono dimensioni ridotte creando fra l'altro un paesaggio di grande suggestione visiva.
Nella zona umida del biotopo si trovano molte specie igrofile caratteristiche, tra cui alcune di estrema rarità, la cui sopravvivenza è indissolubilmente legata alla conservazione del loro ambiente di crescita. La vegetazione è costituita in parte da cariceti e in parte da fitti popolamenti di falasco. Tra le rarità botaniche della palude ricordiamo l'Utricularia minor L., una piccola pianta carnivora sommersa a rischio di estinzione, alcune orchidee di palude e la Nynphaea alba.
Anche gli aspetti faunistici sono assai interessanti, perchè, come tutte le zone umide, anche questa costituisce un'oasi di rifugio per gli animali molto esigenti dal punto di vista ambientale, come gli anfibi e gli uccelli acquatici.
La legge provinciale (Provincia Autonoma di Trento) che ha istituito i Biotopi protetti (zone di rilevante interesse naturalistico, scientifico e culturale) è la n.14 del 23/06/1986. Nel 1987 ne sono stati individuati 287: di questi, 219 sono definiti di interesse "locale" e la loro istituzione e gestione è di competenza comunale (biotopi comunali); i 68 più importanti sono invece classificati di interesse provinciale (biotopi provinciali), e sono di competenza dell'Ufficio Biotopi del Servizio Parchi e Foreste Demaniali della Provincia.
Nel biotopo è stato realizzato un percorso didattico (tempo di percorrenza ore 2,30), lungo il quale sono stati individuati 14 punti di osservazione arricchiti da tabelle illustrative. Si consiglia di iniziare il sentiero all'entrata del biotopo, posto nei pressi del Lago di Santa Colomba e di proseguire nel senso di marcia suggerito dalle tabelle stesse.
Come arrivare
Da Trento per Civezzano fino al Lago di Santa Colomba.
Servizio Parchi e Foreste Demaniali della Provincia Autonoma di Trento
Centro Direzionale Nord - Via Trener, 3
38100 Trento
Tel. 0461 495833