La indicazione geografica tipica “Ravenna” è riservata ai seguenti vini:
rossi, anche nelle tipologie vivace, frizzante e novello;
bianchi, anche nella tipologia vivace, frizzante e spumante;
rosati, anche nella tipologia vivace, frizzante e spumante.
La zona di produzione delle uve per l'ottenimento dei vini designati con la Indicazione Geografica Tipica “Ravenna” comprende l'intero territorio amministrativo della provincia di Ravenna, nella Regione Emilia-Romagna.
Strabone parla di Ravenna come di una città fondata dai Greci, che la cedettero agli Umbri Sapini o
Sarsinati, per liberarsi delle molestie degli Etruschi.
Il Ravennate, quindi, fu luogo d’incontro di civiltà differenti, che apportarono il loro contributo
anche all’attività agricola. Nel I secolo a.C., Strabone attesta la coltivazione della vite anche nelle
zone paludose intorno a Ravenna: “È motivo di stupore il fenomeno della vite che le paludi
producono e fanno sviluppare rapidamente con abbondanza di frutto, anche se poi si estingue in 4 o
5 anni. E Plinio nomina l’uva spionia che si ingrossa col caldo e le piogge autunnali e matura bene
con la nebbia”. Varrone riferisce che nella campagna di Faenza “ogni iugero rende 300 anfore di
vino e per questo ivi le viti sono chiamate trecenarie”. Tra l’altro, in epoca romana, il Faventinum
era uno dei vini italiani denominati, quindi doveva trattarsi di una produzione consolidata e di un
certo pregio. A Russi, poi, esistono ancora oggi i resti di una villa romana dotata di un pressatoio
per le uve di una certa dimensione.
La presenza, ancora oggi, di Vitis vinifera ssp. silvestris nelle Pinete storiche di Ravenna e
l’esistenza di una viticoltura piuttosto evoluta già in epoca romana fa supporre che in zona sia
avvenuta una qualche attività di domesticazione della vite oltre all’introduzione di varietà già
domesticate dall’area medio-orientale. L’incrocio tra le viti autoctone (resistenti alla severità delle
condizioni ambientali) e quelle importate dalle popolazioni migranti (sicuramente più qualitative)
deve aver dato origine a biotipi qualitativamente interessanti e ben adattati a condizioni molto
particolari (freddo ed umidità elevata) e per questo oggetto di selezione da parte delle popolazioni
locali. Questa ipotesi trova corrispondenza nelle caratteristiche di molte varietà tipicamente
coltivate nel Ravennate, come Trebbiano, Canina nera, Fortana, Uva Longanesi, Montù, che si
caratterizzano per epoche di germogliamento medie o medio-tardive, che consentono loro di
sfuggire ai danni da gelate primaverili, per epoche di maturazione medie o medio-tardive e per
valori di acidità piuttosto sostenuti anche in corrispondenza di buoni livelli zuccherini.
Sui colli questo fenomeno dovette essere meno marcato, e molti vitigni originari dell’area ellenica
si sono meglio adattati all’ambiente (Marzemino, ad esempio).
Ravenna, dopo la perdita di potere dell'esarcato bizantino, risentì enormemente dell’abbandono
delle campagne e solo nel IX secolo la chiesa avviò un processo di bonifica e di ripopolamento del
territorio, fondando, sulle isole che emergevano dagli acquitrini, pievi e nuovi insediamenti umani.
Questa lenta ma progressiva, riconquista del territorio partì da ciò che rimaneva dell'antica divisione
fondiaria e della rete viaria romana.
Nei secoli dell’evo moderno, il governo pontificio non consentì mai alla Romagna di riscattare la
sua agricoltura da una condizione di generale arretratezza, anche se pievi ed abbazie conservarono e
trasmisero alle popolazioni locali la cultura del pane e del vino, due elementi dalla forte valenza
simbolica oltre che nutrizionale.
La forte presenza della mezzadria ha caratterizzato il Ravennate per un assetto del territorio
contraddistinto da piccoli poderi ripartiti da filari di viti consociate ad alberi a frutto o da foglia e
legname (Piantate o Alberate) e ogni agricoltore provvedeva a vinificare il vino per il suo
fabbisogno. Questa particolare strutturazione del comparto agricolo, evoluta poi nella piccola
proprietà contadina, ha visto nella cooperazione un forte elemento di sviluppo della viti-vinicoltura
ravennate, che dal Secondo dopoguerra ha assunto un deciso orientamento al “mercato”. Il
miglioramento della tecnica colturale e dell’enologia a partire dagli anni ’80 ha consentito un deciso
miglioramento qualitativo della viti-vinicoltura ravennate.
Consorzio Vini di Romagna
Base ampelografica
I vini a Indicazione Geografica Tipica “Ravenna” bianchi, rossi e rosati devono essere
ottenuti da uve provenienti da vigneti composti, nell'ambito aziendale, da uno o più vitigni idonei
alla coltivazione per la Regione Emilia-Romagna, iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite
per uve da vino, riportati nel disciplinare.
La Indicazione Geografica Tipica “Ravenna” con la specificazione di uno dei vitigni di
seguito elencati: Alicante, Ancellotta, Barbera, Bombino bianco, Bonarda, Cabernet franc, Cabernet
sauvignon, Canina nera, Centesimino, Chardonnay, Ciliegiolo, Famoso, Fortana, Garganega, Malbo
gentile, Malvasia (da Malvasia Bianca di Candia e/o Malvasia di Candia aromatica e/o Malvasia
Istriana), Marzemino, Merlot, Montù, Moscato bianco, Negretto, Pinot bianco, Pinot nero, Raboso
(da Raboso veronese), Refosco dal peduncolo rosso, Riesling, Sangiovese, Sauvignon, Syrah,
Terrano, Trebbiano (da Trebbiano romagnolo e/o Trebbiano toscano), Uva Longanesi, è riservata ai
vini ottenuti da uve provenienti da vigneti composti, nell'ambito aziendale, per almeno l'85% dal
corrispondente vitigno.
Possono concorrere, da sole o congiuntamente, alla produzione dei vini sopraindicati, altre uve dei
vitigni a bacca di colore analogo, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione Emilia
Romagna fino ad un massimo del 15%.
I vini a Indicazione Geografica Tipica “Ravenna” con la specificazione di uno dei vitigni
indicati al comma 2.3 possono essere prodotti anche nelle tipologie vivace e frizzante per i vini
bianchi, rossi e rosati, nella tipologia novello per i vini rossi, e nella tipologia spumante,
quest’ultima limitatamente ai vini bianchi.
La Indicazione Geografica Tipica “Ravenna” con la specificazione di due dei vitigni elencati sopra è riservata ai relativi vini, anche nelle tipologie vivace, frizzante, nonché,
limitatamente ai vini bianchi, anche nella tipologia spumante e, limitatamente ai vini rossi, anche
nella tipologia novello, alle condizioni previste dalla normativa comunitaria.
I vini ad Indicazione Geografica Tipica “Ravenna”, anche con la specificazione del nome di
vitigno, all’atto dell'immissione al consumo devono avere un titolo alcolometrico volumico totale
minimo pari a 10% vol, ad eccezione delle tipologie novello con o senza la specificazione del
vitigno, per le quali il titolo alcolometrico volumico totale minimo deve essere pari ad almeno 11%
vol e delle tipologie spumante per le quali tale titolo non deve essere inferiore a 10%vol.
In particolare, i vini afferenti all’Indicazione Geografica Tipica “Ravenna” presentano le seguenti
caratteristiche:
“Ravenna” bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 13,0 g/l.
“Ravenna” bianco vivace:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 13,0 g/l.
“Ravenna” bianco frizzzante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 13,0 g/l.
“Ravenna” bianco spumante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 12,0 g/l.
“Ravenna” rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
“Ravenna” rosso vivace:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
“Ravenna” rosso frizzante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
“Ravenna” rosso novello:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
“Ravenna” rosato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
“Ravenna” rosato vivace:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
“Ravenna” rosato frizzante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
“Ravenna” rosato spumante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 12,0 g/l.
“Ravenna” con indicazione di uno o due vitigni a bacca bianca (anche nelle tipologie frizzante,
spumante e vivace):
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 12,0 g/l.
“Ravenna” con indicazione di uno o due vitigni a bacca nera (anche nelle tipologie frizzante e
vivace):
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
“Ravenna” novello, con indicazione di uno o due vitigni a bacca nera:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
I vini afferenti all’Indicazione Geografica Tipica “Ravenna” presentano le seguenti caratteristiche:
“Ravenna” bianco:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
odore: di buona intensità, con sentori floreali e/o fruttati prevalenti a seconda della composizione
varietale e dell’ambiente di coltivazione;
sapore: secco, sapido.
“Ravenna” bianco vivace:
colore: giallo paglierino;
odore: di buona intensità, con sentori floreali e fruttati diversamente composti a seconda della
composizione varietale;
sapore: secco, sapido.
“Ravenna” bianco frizzzante:
colore: giallo paglierino;
odore: di buona intensità, con sentori floreali e fruttati diversamente composti a seconda della
composizione varietale, ma sostanzialmente freschi;
sapore: secco, sapido.
“Ravenna” bianco spumante:
colore: giallo paglierino;
odore: con note floreali e fruttate fresche a cui si possono associare sentori di crosta di pane più o
meno intensi a seconda della durata del periodo di affinamento sui lieviti;
sapore: fresco, tendenzialmente secco e sapido.
“Ravenna” rosso:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: vinoso, con note fruttate più o meno mature che talora si accompagnano a note floreali, più
spesso di viola, e a note speziate, a seconda della composizione varietale e dell’areale di
coltivazione;
sapore: secco, di buona morbidezza e giusta acidità.
“Ravenna” rosso vivace:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: vinoso, con note fruttate fresche e floreali diversamente composte a seconda della base
varietale e dell’areale di coltivazione;
sapore: secco, di buona morbidezza e giusta acidità.
“Ravenna” rosso frizzante:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: vinoso, con note floreali e fruttate fresche;
sapore: secco, di buona freschezza e sapidità.
“Ravenna” rosso novello:
colore: rosso rubino brillante;
odore: vinoso e con spiccate note fruttate;
sapore: di buona morbidezza e giusta acidità.
“Ravenna” rosato:
colore: rosato, con varie intensità e tonalità;
odore: con note fruttate prevalenti;
sapore: di giusta morbidezza e freschezza, sapido.
“Ravenna” rosato vivace:
colore: rosato, con varie intensità e tonalità;
odore: con note fruttate prevalenti;
sapore: di giusta morbidezza e freschezza, sapido.
“Ravenna” rosato frizzante:
colore: rosato, con varie intensità e tonalità;
odore: con lievi note floreali, cui si accompagnano note fruttate più decise;
sapore: di giusta morbidezza e freschezza, sapido.
“Ravenna” rosato spumante:
colore: rosato, con varie intensità e tonalità;
odore: con note floreali e fruttate, a cui si accompagnano sentori legati all’affinamento più o meno
prolungato sui lieviti;
sapore: fresco e sapido.
“Ravenna” con indicazione di uno o due vitigni a bacca bianca (anche nelle tipologie frizzante,
spumante e vivace):
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
odore: di buona intensità, con una variegata gamma di sentori floreali e/o fruttati variabili in
composizione ed intensità a seconda del vitigno e dell’ambiente di coltivazione; nella tipologia
spumante possono affiancarsi sentori legati ad un affinamento più o meno prolungato sui lieviti; i
vini con l’indicazione di vitigno “Famoso”, “Moscato” e “Malvasia” possono presentare note di
moscato e di rosa più o meno spiccate;
sapore: secco, più o meno fresco, sapido.
“Ravenna” con indicazione di uno o due vitigni a bacca nera (anche nelle tipologie frizzante e
vivace):
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: vinoso, con note fruttate più o meno mature che talora si accompagnano a note floreali, più
spesso di viola, e a note speziate, a seconda del vitigno e dell’areale di coltivazione; in particolare si
segnala una spiccata nota di rosa nei vini derivati dal vitigno Centesimino e la caratteristica nota di
liquerizia tipica dei vini di Uva Longanesi;
sapore: più o meno morbido e più o meno fresco a seconda delle tipologie, di buona sapidità e
pienezza.
“Ravenna” novello, con indicazione di uno o due vitigni a bacca nera:
colore: rosso rubino brillante, più o meno intenso e con riflessi dal rosso al violetto a seconda del
vitigno;
odore: vinoso e con spiccate note fruttate;
sapore: di buona morbidezza e giusta acidità.
Variano a seconda della tipologia.