La zona di produzione delle uve per l’ottenimento dei mosti e dei vini atti ad essere designati con l’indicazione geografica tipica “Fortana del Taro” comprende il territorio amministrativo della provincia di Parma, delimitato dai confini di seguito indicati: a nord dal fiume Po; ad est il confine amministrativo con la provincia di Reggio Emilia; ad ovest con il confine amministrativo con la provincia di Piacenza; a sud la zona precollinare non oltre un’altitudine di 300 metri slm. Sono escluse dalla produzione le zone golenali.
Nelle campagne parmensi la coltura della vite è una secolare tradizione.
Il vitigno Fortana era un tempo conosciuto come “Uva d’oro”, probabilmente più che per il colore
del frutto, per il riferimento alla possibile regione d’origine che sarebbe la Cote d’Or francese.
Il primo accenno ad un’uva d’oro a frutto nero si trova in un trattato del 1500 circa di Agostino
Gallo che ne descrive le caratteristiche produttive ed organolettiche compatibili con l’arte culinaria
della zona. Ancora nel 1600 è il bolognese Tanara ad occuparsi di una Fortana che viene citata
come la regina “delle uve negre per fare buon vino, sano, durevole e generoso”, proveniente dalle “più nobili plaghe viticole della Francia”. L’utilizzazione del nome Fortana per molti autori
potrebbe derivare dalla “forza” e vigoria del vitigno oltre che dalla sua naturale predisposizione a
preferire terre forti ed argillose.
Il Fortana del Taro sembra venisse coltivato già dal 1400 nella Bassa Parmense.
La presenza della Fortana, vitigno rustico, nelle zone viticole di pianura comprese tra il Po e il Taro è ormai secolare ed ha trovato negli anni il suo habitat naturale nei terreni forti ed argillosi.
Nel Lunario per l’anno bisestile 1872 sono elencati i vitigni della Provincia Parmense, tra questi è
descritta la “Fortàna” della quale è riportato che “è assai coltivata nella bassa pianura, dove dà uva
in copia”.
Il sistema di allevamento tipico delle zone della bassa parmense era la Pergoletta Emiliana anche se,
negli anni, tale forma di allevamento è stata sostituita con forme a cordone permanente più adatte
alla moderna viticoltura, volte a contenere le rese e ottenere le qualità previste dal disciplinare;
l’ambiente pedoclimatico favorisce un naturale accrescimento della vite, le imprese hanno optato
per forme di allevamento a cordone permanente con tralci ricadenti capaci di contenere la vigoria
delle piante, di consentire un’adeguata distribuzione spaziale delle gemme, esprimere la potenzialità
produttiva, permettere la captazione dell’energia radiante, assicurare sufficiente aerazione e
luminosità ai grappoli. Le forme di allevamento più diffuse sono il cordone libero, il cordone
speronato, il GDC. La densità d’impianto varia dai 2.500-3.000 ceppi/ettaro.
Grappolo di Fortana
Base ampelografica
L’indicazione geografica tipica “Fortana del Taro” è riservata ai seguenti vini:
rossi, anche nelle tipologie frizzante e novello.
I vini a indicazione geografica tipica “Fortana del Taro” devono essere ottenuti da uve provenienti
da vigneti composti, nell’ambito aziendale, dal vitigno Fortana localmente detto Fortanella o Uva
d’Oro o Fortanina nella misura minima dell’ 85%.
Possono concorrere, da sole o congiuntamente, alla produzione dei mosti e vini sopra indicati, le
uve dei vitigni a bacca nera, idonei alla coltivazione in Emilia-Romagna, fino ad un massimo del
15%.
Per i vini a indicazione geografica tipica “Fortana del Taro” tipologia frizzante è vietata la
gassificazione artificiale.
I vini a indicazione geografica tipica “Fortana del Taro” anche con la specificazione del nome del vitigno, all’atto dell’immissione al consumo devono avere un titolo alcolometrico volumico totale minimo del 9,00% vol. a eccezione della tipologia novello per la quale non deve essere inferiore all’11%.
"Fortana del Taro” frizzante:
acidità totale minima 3.5 g/l
estratto non riduttore minimo 14 g/l
titolo alcolometrico volumico totale minimo 9% vol.
"Fortana del Taro” novello:
acidità totale minima 3.5 g/l
estratto non riduttore minimo 14 g/l
titolo alcolometrico volumico totale minimo 11% vol.
I vini a indicazione geografica tipica “Fortana del Taro” anche con la specificazione del nome del vitigno, all’atto dell’immissione al consumo devono avere le seguenti caratteristiche:
"Fortana del Taro” frizzante:
colore: rosso rubino chiaro
odore : tipico, fruttato
sapore: secco, abboccato, amabile.
"Fortana del Taro” novello:
colore: rosso rubino chiaro
odore : tipico fruttato
sapore: secco, abboccato, amabile.
Fortana del Taro: si accompagna a salumi della tradizione di Parma e, all'abboccato amabile, può essere abbinato anche a crostate di frutta. Temperatura di servizio 14°C.