L’Indicazione Geografica Tipica “Forlì” è riservata ai seguenti vini:
bianchi, anche nelle tipologie vivace, frizzante e spumante;
rossi, anche nelle tipologie vivace, frizzante e novello;
rosati, anche nella tipologia vivace, frizzante e spumante.
La zona di produzione delle uve per l’ottenimento dei vini designati con la Indicazione Geografica Tipica “Forlì” comprende l’intero territorio amministrativo della provincia di Forlì/Cesena, nella regione Emilia-Romagna.
La viticoltura da vino ha una tradizione sicuramente antica sul territorio della provincia di Forlì-Cesena, tanto che in età romana imperiale, Plinio il Vecchio cita Cesena come città produttrice di
ottimo vino: i vini “Caesenas” erano tra le “denominazioni” dell’epoca. Il nome di Galla Placidia è
da sempre legato alle pregiate produzioni vinicole della zona intorno a Bertinoro. Raimondo Zazzeri
(Storia di Cesena dalla sua origine ai tempi di Cesare Borgia) riferisce che “dalle cronache cesenati
si vuole che i tre fratelli Costantino, Costanzo e Costante, eredi del trono di Costantino,
prediligessero i vini di Cesena per la loro Corte Imperiale”, documentando una continuità
qualitativa dell’area anche nel periodo della dominazione bizantina.
La viti-vinicoltura forlivese e cesenate deve aver attraversato i secoli bui del Medioevo senza troppe
difficoltà, viste le numerose attestazioni della presenza di fiorenti vigneti e di buoni vini fin dal
Cinquecento. Si ricorda, ad esempio, Leandro Alberti che nella sua "Descrittione di tutta Italia"
(seconda metà del XVI secolo) annotava che in Romagna: "veggionsi innumerevoli colli pieni di
viti" e in merito alla descrizione di alcuni paesi si sofferma spesso sul fatto che sono attorniati da
vigneti: Longiano, “nobil castello intorniato da ogni lato di begli ordini di viti…; Cesena, “Salendo
dalla via Emilia sopra di quella ne i primi colli dell’Apenino (che sono pieni di viti…); Bertinoro, “Ella è posta sopra il monte da ogni lato ornata di belle vigne … Se ne cavano buoni vini”.
La dominazione pontificia, purtroppo, ha relegato la Romagna in uno stato di arretratezza che ha
inficiato pesantemente anche la viticoltura e, soprattutto, l’enologia, ma questo non ha comunque
impedito alle popolazioni locali di mantenere e, se possibile, migliorare la loro tradizione enoica.
Un impulso decisivo per il settore della vite e del vino è arrivato in Romagna e, in particolare, nella
provincia di Forlì-Cesena a partire dalla fine degli anni ’70, con la ristrutturazione dei vigneti,
l’applicazione di moderne tecniche colturali e soprattutto con la nascita dell’enologia moderna.
Forlì Igt (foto www.poderidalnespoli.com)
Base ampelografica
I vini a Indicazione Geografica Tipica “Forlì” bianchi, rossi e rosati devono essere ottenuti
da uve provenienti da vigneti composti, nell’ambito aziendale, da uno o più vitigni idonei alla
coltivazione per la Regione Emilia Romagna, iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per
uve da vino, riportati nel disciplinare.
La Indicazione Geografica Tipica “Forlì” con la specificazione di uno dei vitigni di seguito
elencati: Ancellotta, Barbera, Bombino bianco, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Canina nera,
Centesimino, Chardonnay, Ciliegiolo, Fortana, Garganega, Malvasia (da Malvasia Bianca di
Candia), Manzoni bianco, Marzemino, Merlot, Montù, Moscato bianco, Müller Thurgau, Pinot
bianco, Pinot nero, Riesling, Riesling italico, Sangiovese, Sauvignon, Syrah, Terrano, Trebbiano
(da Trebbiano romagnolo e/o Trebbiano toscano), Uva Longanesi è riservata ai vini ottenuti da uve
provenienti da vigneti composti, nell’ambito aziendale, per almeno l’85%, dal corrispondente
vitigno.
Possono concorrere, da sole o congiuntamente, alla produzione dei vini sopraindicati, altre uve dei
vitigni a bacca di colore analogo, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione Emilia-
Romagna fino ad un massimo del 15%.
I vini a Indicazione Geografica Tipica “Forlì” con la specificazione di uno dei vitigni
indicati sopra possono essere prodotti anche nelle tipologie vivace e frizzante per i vini bianchi, rossi e rosati, nella tipologia novello per i vini rossi e nella tipologia spumante,
quest’ultima limitatamente ai vini bianchi.
La Indicazione Geografica Tipica “Forlì” con la specificazione di due dei vitigni elencatisopra è riservata ai relativi vini, anche nelle tipologie vivace, frizzante, nonché, limitatamente
ai vini bianchi, anche nella tipologia spumante e, limitatamente ai vini rossi, anche nella tipologia
novello, alle condizioni previste dalla normativa comunitaria.
I vini ad Indicazione Geografica Tipica “Forlì”, anche con la specificazione del nome di
vitigno, all’atto dell’immissione al consumo devono avere un titolo alcolometrico volumico totale
minimo pari a 10% vol, ad eccezione delle tipologie novello, con o senza la specificazione del
vitigno, per le quali il titolo alcolometrico volumico totale minimo deve essere pari ad almeno 11%
vol e delle tipologie spumante per le quali tale titolo non deve essere inferiore a 10% vol.
In particolare, i vini afferenti all’Indicazione Geografica Tipica “Forlì” presentano le seguenti
caratteristiche:
“Forlì” bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 13,0 g/l.
“Forlì” bianco vivace:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 13,0 g/l.
“Forlì” bianco frizzante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 13,0 g/l.
“Forlì” bianco spumante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 12,0 g/l.
“Forlì” rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
“Forlì” rosso vivace:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
“Forlì” rosso frizzante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
“Forlì” rosso novello:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
“Forlì” rosato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
“Forlì” rosato vivace:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
“Forlì” rosato frizzante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
“Forlì” rosato spumante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 12,0 g/l.
“Forlì” con indicazione di vitigno a bacca bianca (anche nelle tipologie frizzante, spumante e
vivace):
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 12,0 g/l.
“Forlì” con indicazione di vitigno a bacca nera (anche nelle tipologie frizzante e vivace):
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
“Forlì” novello, con indicazione di vitigno a bacca nera:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
I vini afferenti all’Indicazione Geografica Tipica “Forlì” presentano le seguenti caratteristiche:
“Forlì” bianco:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
odore: di buona intensità, con sentori floreali e/o fruttati prevalenti a seconda della composizione
varietale e dell’ambiente di coltivazione;
sapore: secco, sapido.
“Forlì” bianco vivace:
colore: giallo paglierino;
odore: di buona intensità, con sentori floreali e fruttati;
sapore: secco, sapido.
“Forlì” bianco frizzante:
colore: giallo paglierino;
odore: di buona intensità, con sentori floreali e fruttati diversi a seconda della composizione
varietale, ma sostanzialmente freschi;
sapore: secco, sapido;
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10% vol.
acidità totale minima: 3,5 g/l
estratto non riduttore minimo: 13,0 g/l.
“Forlì” bianco spumante:
colore: giallo paglierino;
odore: con note floreali e fruttate fresche a cui si possono associare sentori di crosta di pane più o
meno intensi a seconda della durata del periodo di affinamento sui lieviti;
sapore: fresco, tendenzialmente secco e sapido.
“Forlì” rosso:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: vinoso, con note fruttate più o meno mature che talora si accompagnano a note floreali, più
spesso di viola, e a note speziate, a seconda della composizione varietale e dell’areale di
coltivazione;
sapore: secco, di buona morbidezza e giusta acidità.
“Forlì” rosso vivace:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: vinoso, con note fruttate fresche e floreali diversamente composte a seconda della base
varietale e dell’areale di coltivazione;
sapore: secco, di buona morbidezza e giusta acidità.
“Forlì” rosso frizzante:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: vinoso, con note floreali e fruttate fresche;
sapore: secco, di buona freschezza e sapidità.
“Forlì” rosso novello:
colore: rosso rubino brillante;
odore: vinoso e con spiccate note fruttate;
sapore: di buona morbidezza e giusta acidità.
“Forlì” rosato:
colore: rosato, con varie intensità e tonalità;
odore: con note fruttate prevalenti;
sapore: di giusta morbidezza e freschezza, sapido.
“Forlì” rosato vivace:
colore: rosato, con varie intensità e tonalità;
odore: con note fruttate prevalenti;
sapore: di giusta morbidezza e freschezza, sapido.
“Forlì” rosato frizzante:
colore: rosato, con varie intensità e tonalità;
odore: con lievi note floreali, cui si accompagnano note fruttate più decise;
sapore: di giusta morbidezza e freschezza, sapido.
“Forlì” rosato spumante:
colore: rosato, con varie intensità e tonalità;
odore: con note floreali e fruttate, a cui si accompagnano sentori legati all’affinamento più o meno
prolungato sui lieviti;
sapore: fresco e sapido.
“Forlì” con indicazione di vitigno a bacca bianca (anche nelle tipologie frizzante, spumante e
vivace):
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
odore: di buona intensità, con una variegata gamma di sentori floreali e/o fruttati variabili in
composizione ed intensità a seconda del vitigno e dell’ambiente di coltivazione; nella tipologia
spumante possono affiancarsi sentori legati ad un affinamento più o meno prolungato sui lieviti; i
vini con l’indicazione di vitigno, “Moscato” presentano la nota varietale tipica;
sapore: secco, più o meno fresco, sapido.
“Forlì” con indicazione di vitigno a bacca nera (anche nelle tipologie frizzante e vivace):
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: vinoso, con note fruttate più o meno mature che talora si accompagnano a note floreali, più
spesso di viola, e a note speziate, a seconda del vitigno e dell’areale di coltivazione; in particolare si
segnala una spiccata nota di rosa nei vini derivati dal vitigno Centesimino;
sapore: più o meno morbido e più o meno fresco a seconda delle tipologie, di buona sapidità e
pienezza.
“Forlì” novello, con indicazione di vitigno a bacca nera:
colore: rosso rubino brillante, più o meno intenso e con riflessi dal rosso al violetto a seconda del
vitigno;
odore: vinoso e con spiccate note fruttate;
sapore: di buona morbidezza e giusta acidità.
Variano a seconda della tipologia.