La denominazione di origine controllata "Colli di Rimini" è riservata ai vini bianchi e rossi
che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione.
Tali vini sono i seguenti:
"Colli dii Rimini" rosso;
"Colli di Rimini" bianco;
"Colli di Rimini" Cabernet Sauvignon (anche nella tipologia riserva);
"Colli di Rimini" Biancame;
"Colli di Rimini" Rébola (anche nelle tipologie secco, amabile, dolce, passito); “Colli di
Rimini” Sangiovese (anche nelle tipologie superiore e riserva).
La zona di produzione delle uve del vino a denominazione di origine controllata "Colli di
Rimini", si colloca all’interno della provincia di Rimini e comprende l'intero territorio
amministrativo dei comuni di Coriano, Gemmano, Mondaino, Monte Colombo, Montefiore
Conca, Monte Gridolfo, Montescudo, Morciano di Romagna, Poggio Berni, Saludecio, San
Clemente, Torriana e Verucchio.
Comprende, inoltre, parte del territorio amministrativo dei comuni di Cattolica, Misano
Adriatico, S. Giovanni in Marignano, Riccione, Rimini e Santarcangelo di Romagna, con
limite a valle così definito... (omissis).
Nel territorio della DOP Colli di Rimini il vino e la vite hanno una storia e una tradizione millenarie, le prime attestazioni certe della presenza della vite sono databili all’VIII - VII secolo avanti Cristo, grazie ai reperti delle tombe villanoviano-etrusche di Verucchio costituiti da pollini e vinaccioli di Vitis vinifera. Da allora, la coltura della vite nel Riminese è documentata senza soluzione di continuità. Le genti etrusche vi hanno introdotto l’usanza della potatura lunga e del sostegno vivo, ripresa e proseguita dalle popolazioni galliche qui insediatesi in epoca successiva: tanto che i Romani giunti nel III secolo avanti Cristo hanno dato il nome di “arbustum gallicum” a questa forma di allevamento della vite maritata all’albero. Con la fondazione di “Ariminum”nel 268 a.C. e il sistematico dissodamento delle terre circostanti, la coltura della vite e la produzione del vino hanno assunto dimensioni ragguardevoli, diventando un fattore centrale dell’economia. Di quel periodo restano numerose testimonianze figurative e le relazioni degli storici latini che esaltano gli elevati rendimenti dei vigneti locali, capaci di alimentare, per lungo tempo, forti correnti di esportazione verso l’Urbe; una importante testimonianza ci viene dai rinvenimenti di anfore vinarie prodotte dalle fornaci romane del riminese che coprono un periodo che va dal III secolo a.C. al III secolo d.C. Nemmeno la crisi dell’impero romano ha interrotto completamente i traffici commerciali di vino, come mostra una lapide dedicatoria dell’anno 251 dopo Cristo, trovata a Roma, che segnala i negozianti di vino riminese ancora attivi nella capitale. E se la caduta dell’impero ha finito per inaridire i commerci e deprimere le attività produttive in ogni regione, nondimeno in area riminese la produzione agricola ha conservato un qualche peso, favorita anche dal nuovo ruolo che nel frattempo veniva assumendo la vicina Ravenna. La documentazione scritta disponibile per l’arco di tempo compreso fra V e X secolo, reca numerose notizie sulla presenza della vite nel Riminese e contiene interessanti informazioni sui patti colonici, le tecniche e le attrezzature relative alla vitivinicoltura. Dopo il Mille, le testimonianze storiche divengono numerosissime, sia per lo sviluppo della produzione e dei commerci, sia per la maggiore ricchezza delle fonti superstiti. Nelle campagne, la trama dell’appoderamento si infittisce, le colture conquistano sempre nuovi spazi; il vigneto dilata la sua presenza in misura cospicua, garantendo una produzione vinaria tale da coprire il forte consumo interno e permettere al tempo stesso buone esportazioni sul mercato veneziano. Gli statuti medievali di Rimini, attraverso la minuziosa normativa che regola la vita della città e del contado, offrono una moltitudine di elementi circa la viticoltura e la vinificazione, la conservazione, il trasporto, lo smercio e il consumo del vino, evidenziandone il ruolo centrale nell’economia e nella vita della gente. Sotto il profilo tecnico, pur all’interno di una società agraria complessivamente arretrata, la vitivinicoltura emerge come il settore più evoluto, destinatario dei maggiori investimenti. Le varie fasi colturali e di trasformazione del prodotto sono la sintesi positiva di esperienze diverse, portate dalle varie popolazioni che hanno abitato questa terra o ne hanno influenzato le usanze.
Colli di Rimini Doc (foto www.collidiriminidoc.it)
Base ampelografica
La denominazione di origine controllata "Colli di Rimini", accompagnata facoltativamente
dal riferimento ai colori rosso e bianco, ed obbligatoriamente da una delle specificazioni di
cui appresso, è riservata ai vini ottenuti da uve di vitigni, idonei alla coltivazione in regione
Emilia Romagna provenienti da vigneti, aventi nell'ambito aziendale, la seguente
composizione ampelografica:
"Colli di Rimini" Rosso:
vitigno Sangiovese n.: dal 60% al 75%;
vitigno Cabernet Sauvignon n.: dal 15% al 25%.
Inoltre possono concorrere alla produzione di detto vino i seguenti vitigni, presenti in ambito
aziendale, da soli o congiuntamente: Merlot n., Barbera n., Montepulciano n., Ciliegiolo n.,
Terrano n., Ancellotta n., fino ad un massimo del 25%;
"Colli di Rimini" Bianco:
vitigno Trebbiano romagnolo b.: dal 50% al 70%;
vitigni Biancame b. e Mostosa b., da soli o congiuntamente: dal 30% al 50%.
Inoltre possono concorrere alla produzione di detto vino le uve dei vitigni a bacca bianca
idonei alla coltivazione in regione Emilia Romagna, presenti nell’ambito aziendale, fino ad un
massimo del 20%, di cui un massimo del 5% di vitigni a bacca bianca aromatici ed iscritti nel
Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, riportati nel presente disciplinare.
"Colli di Rimini" Cabernet Sauvignon (anche nella tipologia riserva):
vitigno Cabernet Sauvignon n.: minimo 85%.
Inoltre possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca di colore
analogo, presenti in ambito aziendale e idonei alla coltivazione in regione Emilia Romagna,
fino ad un massimo del 15%.
"Colli di Rimini" Biancame:
Biancame b.: minimo 85%.
Inoltre possono concorrere alla produzione di detto vino i seguenti vitigni, presenti in ambito
aziendale, da soli o congiuntamente: Pignoletto b., Chardonnay b., Riesling italico b.,
Sauvignon b., Pinot bianco b., Muller Thurgau b. fino ad un massimo del 15%.
"Colli di Rimini" Rébola (anche nelle tipologie secco, amabile, dolce, passito);
Pignoletto b.: minimo 85%.
Inoltre possono concorrere alla produzione di detto vino i seguenti vitigni, presenti in ambito
aziendale, da soli o congiuntamente: Biancame b., Mostosa b., Trebbiano romagnolo b., fino
ad un massimo del 15%.
“Colli di Rimini” Sangiovese (anche nelle tipologie superiore e riserva):
vitigno Sangiovese n.: minimo 85%.
Inoltre possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca di colore
analogo, presenti in ambito aziendale e idonei alla coltivazione in regione Emilia Romagna,
fino ad un massimo del 15%.
I vini "Colli di Rimini" all'atto dell'immissione al consumo, devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
"Colli di Rimini" Rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,5% vol
acidità totale minima: 4,5 g/l;
Estratto non riduttore minimo 20,0 g\l.
“Colli di Rimini" Bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo 11,0% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
Estratto non riduttore minimo: 15 g\l.
"Colli di Rimini" Cabernet Sauvignon:
Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
Estratto non riduttore minimo: 20 g\l.
"Colli di Rimini" Cabernet Sauvignon Riserva:
Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
Estratto non riduttore minimo: 26 g\l.
"Colli di Rimini" Biancame:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,5% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
Estratto non riduttore minimo: 15 g\l.
"Colli di Rimini" Rébola (tipo secco):
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,5% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
Estratto non riduttore minimo: 17 g\l.
"Colli di Rimini" Rébola amabile:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,5% vol.;
zuccheri riduttori: da 12 a 45 g/l;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
Estratto non riduttore minimo: 16 g\l.
"Colli di Rimini" Rébola dolce:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,5% vol; zuccheri riduttori: da 50 ad 80
grammi per litro;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
Estratto non riduttore minimo: 16 g\l.
"Colli di Rimini" Rébola passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,0% Vol;
titolo alcolometrico volumico minimo svolto: 11,5% Vol;
zuccheri riduttori: minimo 50 g/l;
acidità totale minima: 4,0 g/l;
Estratto non riduttore minimo: 19 g\l.
“Colli di Rimini” Sangiovese:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50 % vol.;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo 20 g/l.
“Colli di Rimini” Sangiovese Superiore:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,5% vol.;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 24 g/l.
“Colli di Rimini” Sangiovese riserva:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 13,0% vol.;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 26 g/l.
Per tutte le tipologie, in cui è stato effettuato l'affinamento in fusti di legno, può rilevarsi un sentore di legno.
I vini "Colli di Rimini" all'atto dell'immissione al consumo, devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
"Colli di Rimini" Rosso:
colore: rosso rubino intenso;
odore: ampio e caratteristico;
sapore: asciutto di corpo pieno, talvolta leggermente tannico.
“Colli di Rimini" Bianco:
colore: paglierino più o meno intenso;
odore: delicato, dal fruttato al floreale;
sapore: asciutto, sapido e armonico.
"Colli di Rimini" Cabernet Sauvignon:
colore: rosso rubino, talvolta carico;
odore: caratteristico, etereo, gradevolmente erbaceo;
sapore: asciutto, pieno, armonico, talvolta lievemente tannico.
"Colli di Rimini" Cabernet Sauvignon Riserva:
colore: rosso rubino carico con riflessi granato
odore: caratteristico, etereo, gradevolmente erbaceo;
sapore: asciutto, pieno, armonico, talvolta lievemente tannico.
"Colli di Rimini" Biancame:
colore: paglierino scarico con riflessi verdognoli;
odore: caratteristico, talvolta con note floreali;
sapore asciutto, fresco, equilibrato.
"Colli di Rimini" Rébola (tipo secco):
colore: dal paglierino chiaro al lievemente dorato;
odore: caratteristico, delicatamente fruttato;
sapore: asciutto, armonico, di caratteristica morbidezza.
"Colli di Rimini" Rébola amabile:
colore: dal paglierino all'ambrato;
odore: caratteristico, delicatamente fruttato;
sapore: amabile, armonico, particolarmente morbido.
"Colli di Rimini" Rébola dolce:
colore: dal paglierino all'ambrato;
odore: caratteristico, delicatamente fruttato;
sapore: dolce, gradevole, caratteristico.
"Colli di Rimini" Rébola passito:
colore: dal giallo dorato all'ambrato;
odore: caratteristico, intenso;
sapore: dolce e vellutato.
“Colli di Rimini” Sangiovese:
colore: rosso rubino, talvolta con riflessi violacei;
odore: vinoso con profumo delicato, talvolta floreale;
sapore: secco, armonico, talvolta anche un po’ tannico.
“Colli di Rimini” Sangiovese Superiore:
colore: rosso rubino, talvolta con riflessi violacei;
odore: vinoso con profumo delicato, intenso, talvolta floreale;
sapore: secco, armonico, talvolta anche un po’ tannico.
“Colli di Rimini” Sangiovese riserva:
colore: rosso rubino;
odore: vinoso con profumo delicato, intenso, talvolta floreale;
sapore: secco, armonico,
talvolta anche un po’ tannico.
Per tutte le tipologie, in cui è stato effettuato l'affinamento in fusti di legno, può rilevarsi un sentore di legno.
Variano a seconda della tipologia di vino.