Tipologia: Parco Naturale Regionale; istituito con L.R. 9 gennaio 1974, n. 2.
Regione: Lombardia
Provincia: Milano, Pavia, Varese
Il Parco Naturale Valle del Ticino copre tutto il corso di pianura del Ticino (circa un centinaio di chilometri) da Sesto Calende al Ponte della Becca, dove sfocia nel Po. L'area protetta occupa una superficie di 90.640 ettari nelle province di Milano, Pavia e Varese. Sulla sponda destra del fiume si trova il parco gemello della Regione Piemonte. E' stato il primo parco fluviale in Italia.
E' un'area protetta di rilevanza europea per il patrimonio faunistico e vegetale e per l'integrità degli elementi ambientali, tra cui figurano gli ultimi resti della foresta planiziale che duemila anni fa si estendeva su gran parte della Pianura Padana. Al Parco Regionale lombardo fa da contrappunto, sulla riva occidentale, l'omologo piemontese, concentrato in una ristretta fascia di territorio tra il Lago Maggiore e il confine fra le due regioni.
Parco Naturale Valle del Ticino (foto www.parcoticino.it)
Il Ticino nasce in Svizzera dal gruppo del S. Bernardo. E' lungo 248 chilometri ed è un affluente di sinistra del Po, nel quale si getta poco dopo Pavia. Percorre, nel suo viaggio, le valli Bedretto e Leventina, riceve il Brenno e il Moesa da sinistra, bagna Bellinzona, a Locarno entre nel Lago Maggiore, da cui esce a Sesto Calende. Dà il nome al Canton Ticino della Svizzera italiana. Gran parte delle sue acque finisce in rogge e canali a scopo irriguo o idroelettrico. Questo sfruttamento è iniziato fin dall'Alto Medioevo.
Il Ticino è ricordato ancora come il fiume più bello d'Europa, per il colore e la limpidezza delle acque, per la suggestiva forma di certe sue anse, per l'idilliaca quiete di certi posti. Purtroppo, negli anni Sessanta e Settanta, l'intenso sviluppo industriale delle zone che attraversa, lo sfruttamento idroelettrico ed agricolo delle sue acque, le vie di comunicazione e gli insediamenti urbani hanno pesantemente deturpato la bellezza del Ticino e la purezza delle sue acque. Grazie al processo di deindustrializzazione, alla realizzazione di depuratori e all'istituzionbe del Parco la situazione è decisamente migliorata. L'estrazione di sabbia e ghiaia dall'alveo sono proibite dal 1980, permettendo al fiume di riprendere il suo assetto naturale, divagando liberamente e creando splendidi ghiareti, lanche e meandri. Dopo aver solcato le colline moreniche a sud del Lago maggiore, nei 50 km del tratto mediano il fiume si separa in vari bracci che racchiudono una miriade di isolotti continuamente rimodellati dal fiume, soprattutto in occasione delle grandi piene.
Dal punto di vista paesaggistico nel parco si possono distinguere quattro zone: la valle fluviale, la pianura irrigua, l'altopiano asciutto e le colline.
Il Parco comprende diverse riserve naturali, come la Zelata a Bereguardo, il Vigano a Golasecca, il Turbigaccio a Lonate Pozzollo e La Fagiana, presso Pontevecchio di Magenta. I boschi planiziali più belli, come quelli di Pavia e Zerbolò, lasciati in eredità da Giuseppe Negri, sono tutelati da riserve naturali.
Al Ponte della Becca, dove Ticino e Po confluiscono, si assiste ad uno spettacolo suggestivo e, per certi versi, unico. Le acque azzurre (o quasi) del Ticino e quelle color mattone del "grande padre" non si fondono subito. Ciascuno dei due fiumi conserva il proprio colore naturale. E così, per un piccolo tratto il Po risulta bicolore: azzurro a sinistra e mattone a destra.
Non mancano i punti di interesse storico e architettonico (basti citare l'Abbazia di Morimondo, la Sforzesca di Vigevano, le ville dei Navigli), allineati lungo i navigli o le strade antiche, affacciati sulla valle del Ticino o immersi nel paesaggio variegato di questo spicchio di Lombardia.
La varietà degli ambienti naturali favorisce la presenza di migliaia di animali, tra cui un gran numero di uccelli migratori e nidificanti. Notevole interesse riveste la flora degli ambienti umidi (ninfea, ranuncolo d'acqua, iris), del sottobosco (mughetto, pungitopo) e delle radure (dittamo, asfodelo, gladiolo).
Le sponde sono coperte di salici, ontano nero e pioppo bianco, mentre all'interno vi sono boschi composti da querceti misti (farnia, olmo, carpino, pioppo nero) e popolati da 48 specie di mammiferi (tra cui, cinghiali, volpi, faine, scoiattoli, arvicole). Per quanto riguarda l'avifauna, sono un centinaio le specie nidificanti, fra cui molti aironi. E' un importante area di svernamento del germano reale; nelle zone aperte è possibile avvistare rari rapaci, come l'albanella e il falco pellegrino.
Monumento Naturale Regionale; istituito con D.G.R. 22 maggio 1984 n. 38952
Comune: Sesto Calende (VA)
Il "Sass da Preja Buia" è un masso erratico di serpentino situato in un'area boschiva in località S. Vincenzo. Su megalito sono incise numerose "cuppelle", segno di un preistorico luogo di culto.
Parco Naturale Valle del Ticino (foto www.parcoticino.it)
Parco Naturale Valle del Ticino (foto www.parcoticino.it)
Gestione:
Sede: Via Isonzo, 1
20013 Pontevecchio di Magente (MI)
Sito web: www.parcoticino.it