Classe: Insetti
Ordine: Ditteri
Sottordine: Brachiceri (sezione Ciclorafi)
Famiglia: Antomiidi
Genere: Pegomyia
Specie: P. betae Curt.
Riferimento bibliografico:
“Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata” – M.Ferrari, E.Marcon, A.Menta; Edagricole scolastico - RCS Libri spa
Piante ospiti: Barbabietola, Spinacio.
La Mosca della bietola è un piccolo Dittero (circa 5-6 mm di lunghezza) con torace grigiastro ed addome grigio-giallastro con fascia longitudinale più scura.
Il corpo è rivestito da brevi setole scure; il capo è chiaro e porta due evidenti occhi composti color porpora.
Le larve, lunghe pochi millimetri, sono giallo verdastre; esse conducono una vita endofitica, nel mesofillo.
Il danno si manifesta sulle foglie ed è determinato dalle larve che scavano delle gallerie (mine) nel mesofillo; in caso di attacco consistente le foglie possono subire dei marciumi dei disseccamenti con gravi danni all’efficienza foto sintetica.
Adulto e danno provocato dalla Mosca della bietola (foto www.inra.fr)
La Mosca della bietola sverna come pupa nel terreno.
In primavera, nel mese di aprile, compaiono gli adulti (1a generazione) che ovidepongono nella pagina inferiore delle foglie.
Le larve neonate minano il tessuto fogliare, determinando il danno descritto; raggiunta la maturità le larve si impupano nel terreno ed originano una 2a generazione.
Gli adulti della 2a generazione compaiono nel mese di luglio; questi adulti ovidepongono ed originano una seconda generazione larvale che potrà generare una 3a generazione a fine estate-inizio autunno.
In alcuni paesi caldi si possono avere ancora una o due generazioni.
Nei nostri climi mediamente la Pegomyia betae compie 2-3 generazioni all’anno.
Pupe di Mosca della bietola - Pegomyia betae Curt. (foto www.inra.fr)
La lotta contro la Mosca della bietola è di tipo chimico e segue i criteri della lotta guidata e integrata; essa si avvale di campionamenti, eseguiti sulle foglie vere, per determinare il numero di uova deposte e presenti. La soglia di intervento è da 4 a 20 uova per pianta, rispettivamente su piante di 3-4 foglie vere fino a oltre 6-7 foglie vere.
Il trattamento deve essere eseguito con prodotti endoterapici.
La scelta del prodotto deve tenere in considerazione anche la possibilità di utilizzare un principio attivo con attività comune contro altri fitofagi, nel caso si presentasse la necessità di interventi abbinati.