La smielatura consiste nell’estrazione del miele dai favi, per eseguire questa operazione in modo comodo senza dover spazzolare via le api da ogni telaino, basta introdurre dopo il tramonto l’apiscampo facendolo combaciare perfettamente tra il melario e il nido. Dopo 36-48 ore si potrà togliere il melario completamente privo di api.
Prelevati i favi di miele opercolati, cioè rivestiti da una membrana di cera impermeabile, si portano in un locale idoneo che rispetti le norme igieniche secondo la legge n. 283 del 30 aprile 1962 (e successive modifiche e integrazioni). Gli smielatori a centrifuga si dividono in tre modelli: tangenziali, radiali e semiradiali.
A livello professionale si usa il banco disopercolatore automatico posizionando i telai su un particolare recipiente che per mezzo di una griglia raccoglie gli opercoli e fa scolare il miele per forza centrifuga nel piano sottostante.
Si può usare anche il coltello disopercolatore (opportunatamente riscaldato) muovendolo avanti e indietro e dal basso verso l’alto.
La differenza dei modelli di smielatori sta nella disposizione dei telai:
A questo punto il miele è pronto per essere estratto e si procede con l’introduzione dei telai nello smielatore. Sotto l’uscita dell’estrattore metteremo un recipiente con un setaccio il quale avrà lo scopo di trattenere residui di cera, frammenti di telaio, ecc… successivamente si versa il miele dal recipiente al decantatore.
Il decantatore, chiamato impropriamente maturatore, è un recipiente in acciaio inox idoneo a contenere alimenti provvisto di coperchio e di rubinetto a taglio per spillare il miele.
Il miele viene qui stoccato per 15-20 giorni circa in attesa della separazione di eventuali corpi estranei, dopo di che durante il travaso occorre mantenere il vaso il più possibile sotto il rubinetto per evitare che il miele incorpori aria.
Laboratorio di smielatura (foto Fondazione Edmund Mach (fmach.it)