L’apiario non rappresenta una condizione normale di vita delle api e dato che l’apicoltore le obbliga a vivere in stretta vicinanza si innesca un meccanismo che spinge le api di un alveare a saccheggiare le provviste di un’altra famiglia. Questo avviene nei periodi di scarso raccolto e nei confronti delle famiglie più deboli le quali non sono in grado di difendersi; spesso è l’apicoltore ad innescare questo processo tramite l’apertura dell’arnia, nutrizione, ecc…
Un particolare tipo di saccheggio detto “latente” si verifica quando le api non attaccano in massa la colonia ma portano via le provviste poco alla volta, la causa è da attribuirsi ad altre aperture come il fondo sconnesso rispetto alla porticina di volo.
Quando invece il saccheggio è di tipo violento e le api attaccano in massa quelle di un’altra famiglia, avvengono lotte spietate sul predellino che inducono l’alveare colpito a morire di fame.
In questi casi il rimedio sta nello spostare l’arnia vittima del saccheggio a più di 3 km di distanza oppure si inverte la posizione della famiglia assalitrice con quella aggredita; per individuare la famiglia saccheggiatrice si cosparge di farina la famiglia aggredita e si osservano le api in quale arnia rientrano. Quando invece, il saccheggio è esteso a più famiglie, per provocare un arresto immediato si agisce scoperchiando tutte le arnie in modo da indurre anche le api saccheggiatrici a rimanere nella propria. Un altro provvedimento è quello di ridurre al massimo le dimensioni delle porticine di volo delle arnie aggredite.
Fondamentale è la prevenzione al saccheggio dove occorre: