Mentre gli altri insetti realizzano il nido con i materiali che trovano nell’ambiente le api producono da sole il materiale da costruzione: la cera. E’ una sostanza grassa, interamente di origine animale, secreta dalle ghiandole sericere funzionanti nelle operaie di età compresa tra i 10 ed i 16 giorni; per produrre 1 kg di cera occorrono dai 9 ai 12 Kg di miele e la maggior produzione si ha durante il periodo primaverile.
Appena prodotta, sotto forma di goccioline, viene poi lavorata con le mandibole ed addizionata di polline e propoli in piccole quantità. Presenta un colore variabile dal bianco-grigiastro al marrone scuro ma in genere predomina il giallo.
Panetti di cera (foto http://www.marcochiri.it/)
Componenti medi:
esteri di acidi cerosi* | 70,0 % |
acidi liberi** |
14,0 % |
idrocarburi*** |
12,0 % |
esteri sterolici |
1,0 % |
alcooli liberi |
1,0 % |
umidità e sostanze estranee |
1,1 % |
lattoni |
0,6 % |
flavonoidi |
0,3 % |
Ha proprietà antisettiche, emollienti, antinfiammatorie e cicatrizzanti.
Un tempo la cera d’api aveva moltissimi impieghi come nel campo dell’illuminazione (dove a differenza della cera minerale la cera organica come quella d’api non lascia residui dopo la bruciatura), nella pittura e nella scultura, nella scrittura, nella medicina, ecc.
Oggi è stata sostituita da sostanze più economiche come paraffina, plastica, cere vegetali e minerali, ecc.
Il suo impiego principale è nella produzione dei fogli cerei ma viene anche impiegata per la filatura, prodotti dentari, cere per lucidare i mobili, ecc.
Uno dei metodi che consente il recupero della cera dai favi si concentra durante la fase di smielatura; difatti mediante appositi coltelli è possibile raschiare gli opercoli di cera che sigillano le celle riempite di miele. Dopo averli messi a bagno maria possono essere fusi ed immediatamente filtrati, oppure è possibile separe la cera dall’acqua grazie al differente peso specifico che consente di creare una netta divisione. In alternativa può essere impiegata la sceratrice solare, ad eccezione per i favi vecchi e danneggiati a cui non è possibile estrarre la totalità della cera; questo particolare attrezzo permette, attraverso il sole o il calore generato elettricamente, di sciogliere la cera e di separarne le impurità mediante un filtro a maglia sottile.
Inoltre esistono in commercio le presse che, grazie alla fusione della cera con il vapore, ne estraggono in percentuale maggiore. Per i lunghi periodi di conservazione è opportuno tenerla in contenitori ermetici al fine di preservarla dall’attacco della tarma piccola della cera.