La denominazione di origine controllata “Spoleto” è riservata al vino bianco “Spoleto”, nella tipologia bianco, Trebbiano spoletino, Trebbiano spoletino passito, Trebbiano spoletino superiore e Trebbiano spoletino spumante, che risponde alle condizioni e ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione.
Le uve destinate alla produzione del vino a DOC “Spoleto” devono essere prodotte all’interno della zona appresso descritta che comprende parte dei territori comunali di Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Foligno, Montefalco, Spoleto e Trevi.
La vocazione vitivinicola di Spoleto viene da lontano e la viticoltura, pur tra gli alti e bassi che
contraddistinguono l'uso agricolo dei suoli, ha accompagnato da sempre la presenza e le attività
degli uomini nella valle spoletana.
Se Plinio il Vecchio e Columella segnalano diversi ceppi di viti umbre (l'Hirtiola, la Babanica, la
Palmensis), è Marziale, nel primo secolo dopo Cristo, a citare per la prima volta il vino di Spoleto
e a paragonarlo al Falerno:
Nel II secolo dopo Cristo anche l'erudito greco Ateneo, informandoci che i vini dell'Italia
meridionale e centrale erano ben conosciuti e distinti, esalta l'annoso vino di Spoleto, soave, di
color simile all'oro.
Nelle epoche successive, la coltivazione e il commercio del vino nella valle di Spoleto, come nelle
altre realtà comunali che oggi sono interessate ad acquisire la denominazione di origine controllata «Spoleto», ha sempre avuto una importanza notevole nell'economia locale.
Nel XIX secolo il vitigno viene così descritto; il Trebbiano chiamato nelle altre plaghe
dell’Umbria lo Spoletino, è il vitigno più coltivato nella pianura spoletana e il preferito dagli
agricoltori per le sue buone qualità.
Il fatto che venisse denominato Spoletino dimostra che già tra l’Ottocento e il Novecento era
presente una tradizione autoctona del vitigno e che questa fosse riconosciuta dall’esterno in quanto
vitigno robustissimo e resistentissimo alle malattie crittogamiche, in specie alla peronospora; ama
terreni di piano, profondi, fertili, freschi, ma produce bene anche in collina. I suoi tralci sono di
mediocre grossezza ad interno di lunghi, le foglie piuttosto piccole. I grappoli hanno una forma
caratteristica, cilindrica, con ingrossamento alle due estremità; sono piccoli, con acini discretamente
serrati a buccia durissima; se maturati bene assumono un bellissimo color d’oro; ma la maturazione
si compie molto tardivamente, alla fine di settembre. La pianta preferisce la potatura lunga e vuole
molto sfogo nei tralci; si adatta bene alla formazione delle tese che sono quei tralci lunghi che
collegano un albero con un altro.
La valorizzazione e la tutela del vitigno Trebbiano Spoletino ha lo scopo di interrompere, la
pericolosa diminuzione del patrimonio vitivinicolo dell’areale.
Il territorio legato alla denominazione presenta elevate potenzialità dal punto di vista economico
che, se sfruttate in maniera corretta, apporterebbero sicuramente un ulteriore sviluppo. Tutto ciò
dovuto anche alle caratteristiche proprie della “Valle Spoletana”: il suo paesaggio, le tante località
ricche di arte, cultura e legate a gloriosi passati storici, unitamente alla genuinità della cucina tipica
umbra. Una prospettiva di crescita sia avvalorata dal gran numero di elementi legati al territorio
che ne assicurano il buon funzionamento, quali la grande potenzialità imprenditoriale delle singole
aziende, le grandi caratteristiche qualitative del prodotto il contesto ambientale e gli eventi artistici
di risonanza mondiale che collegati in maniera sempre maggiore al turismo, assicureranno la
creazione di canali commerciali privilegiati.
Le Doc dell'Umbria (foto www.stradevinoeolio.umbria.it)
Base ampelografica
La denominazione di origine controllata “Spoleto”, è riservata ai vini ottenuti dalle uve provenienti
dai vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:
“Spoleto” bianco:
Trebbiano Spoletino: minimo 50%.
Altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione dell’Umbria fino
ad un massimo del 50%, iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, riportati nel disciplinare.
“Spoleto” Trebbiano spoletino:
Trebbiano Spoletino: minimo 85%.
Altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione dell’Umbria fino
ad un massimo del 15%.
“Spoleto” Trebbiano spoletino superiore:
Trebbiano Spoletino: minimo 85%.
Altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione dell’Umbria fino
ad un massimo del 15%.
“Spoleto” Trebbiano spoletino spumante:
Trebbiano Spoletino: minimo 85%
Altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione dell’Umbria fino
ad un massimo del 15%.
“Spoleto” Trebbiano spoletino passito:
Trebbiano Spoletino: minimo 85%
Altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione dell’Umbria fino
ad un massimo del 15%.
I vini a denominazione di origine controllata “Spoleto” all’atto dell’immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Spoleto” bianco:
titolo alcolometrico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
“Spoleto” Trebbiano spoletino:
titolo alcolometrico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
“Spoleto” Trebbiano spoletino superiore:
titolo alcolometrico totale minimo: 12,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0 g/l.
“Spoleto” Trebbiano spoletino spumante:
titolo alcolometrico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 6,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
“Spoleto” Trebbiano spoletino passito:
titolo alcolometrico totale minimo: 17,00% vol di cui svolti 14,00% vol;
acidità totale minima: 4,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
I vini a denominazione di origine controllata “Spoleto” all’atto dell’immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Spoleto” bianco:
colore: giallo paglierino;
odore: vinoso, caratteristico;
sapore: secco, talvolta acidulo.
“Spoleto” Trebbiano spoletino:
colore: giallo paglierino talvolta con riflessi verdognoli;
odore: vinoso, caratteristico;
sapore: secco, fresco, talvolta acidulo.
“Spoleto” Trebbiano spoletino superiore:
colore: giallo paglierino talvolta con riflessi verdognoli;
odore: vinoso, caratteristico;
sapore: secco, fresco, talvolta acidulo.
“Spoleto” Trebbiano spoletino spumante:
colore: giallo paglierino talvolta con riflessi verdognoli;
odore: vinoso, caratteristico;
sapore: secco, fresco, talvolta acidulo;
spuma: fine e persistente.
“Spoleto” Trebbiano spoletino passito:
colore: giallo dorato tendente all’ambrato;
odore: intenso, etereo, con sentori di frutta matura;
sapore: ampio e vellutato.
Variano a seconda della tipologia di vino.