Classe: Actinopterygii
Ordine: Perciformes
Famiglia: Carangidae
Genere: Seriola
Specie: S. dumerili Risso
Ricciola Seriola dumerili Risso (foto www.fao.org)
Oltre a questa specie che può essere pescata nel Mediterraneo, in Italia si importano altre “ricciole” di provenienza e valore commerciale diversi: la Seriola rivoliana di origine tropicale e la Seriola lalandi diffusa nelle acque del sud Africa, del Giappone, del Brasile, degli USA occidentali, dell’Australia, del Perù e delle Hawaii. Queste due specie vengono commercializzate spesso erroneamente come ricciole mentre le loro denominazioni dovrebbero essere differenti.
Seriola rivoliana - Seriola lalandi (foto www.fao.org)
La ricciola ha un corpo allungato fusiforme e compresso lateralmente. La bocca è ampia e giunge all’indietro fino a sotto il centro dell’occhio, che è piccolo e circolare. La ricciola possiede denti piccoli e disposti a fascia in ambedue le mascelle, l’osso mascellare superiore è alto ed il sopramascellare è piuttosto largo, mentre la mascella inferiore è leggermente prominente.
Questo carangide mostra una prima pinna dorsale bassa, corta e dotata di raggi spinosi, mentre la seconda è lunga, ha un profilo falciforme e raggi molli. La linea laterale risulta leggermente incurvata sopra la pinna pettorale.
Questa specie è caratterizzata dalla presenza di una carena carnosa e di due fossette su entrambi i lati del peduncolo caudale, mentre la pinna caudale si presenta robusta e profondamente forcuta.
Gli esemplari giovani hanno un aspetto completamente diverso dall’adulto e presentano una colorazione giallo-ambra sul corpo e sulle pinne, con la presenza di 6 bande verticali scure, 5 sui fianchi ed 1 sul peduncolo caudale. Le giovani ricciole sono inoltre caratterizzate dalla presenza di una evidente linea scura sulla nuca.
I soggetti adulti mostrano una colorazione grigio-azzurra con riflessi dorati sul dorso, tonalità più chiare a livello dei fianchi ed un ventre di colore bianco argenteo. La ricciola spesso presenta una fascia color ambra sui fianchi, che si estende in senso longitudinale dalla testa alla coda ed una fascia scura sulla nuca, che dagli occhi arriva fino alla prima pinna dorsale.
La ricciola, in fase adulta può raggiungere una lunghezza di 190 cm.
La ricciola è una specie cosmopolita molto comune nel Mar Mediterraneo, dove generalmente vive in acque con una profondità compresa tra 20 m (giovanili) e 70 m (adulti). Nell’Oceano Atlantico Orientale, la sua presenza è stata riscontrata lungo il tratto di mare che va dalle Isole Britanniche al Golfo di Guinea, mentre nell’Atlantico Occidentale vive nelle acque tra la Nuova Scozia ed il Brasile. La ricciola è presente anche nell’Oceano Indo–Pacifico, mentre rsulta totalmente assente nel Mar Nero. Si tratta di una specie predatrice e carnivora, che nella fase giovanile si nutre prevalentemente di alghe e policheti, mentre gli individui adulti prediligono cibarsi di specie pelagiche, soprattutto clupeidi, in particolare nel periodo riproduttivo.
La prima maturità sessuale viene raggiunta quando gli animali hanno un peso corporeo di 8-10 kg e nel Mar Mediterraneo la fase riproduttiva ha luogo nelle acque superficiali, nel periodo che va dalla fine di maggio alla prima metà di luglio. La maturazione ovarica e l’emissione dei gameti sono sincrone a gruppi e l’uovo fecondato in genere ha un diametro di circa 1,12 mm ed è pelagico.
L’allevamento della ricciola è totalmente basato sulla cattura degli esemplari in natura, in quanto le conoscenze necessarie al controllo della fase la riproduttiva sono tuttoggi da considerarsi a livello sperimentale. La disponibilità di avannotti rappresenta il fattore limitante maggiore per l’allevamento di queste specie. Questo è dovuto alla complessità che caratterizza la fase di cattura degli esemplari da utilizzare come riproduttori.
La stagione riproduttiva appare l’unico momento nel quale diventa possibile catturare gli individui adulti, in quanto questi compiono migrazioni avvicinandosi alla costa o frequentando le secche al largo. Durante questo periodo la ricciola, a causa del suo tipico comportamento gregario, viene catturata tramite l’utilizzo di reti da circuizione.
Recentemente sono stati messi a punto adeguati metodi per il trasporto e la gestione dei riproduttori in ambiente confinato, vasca o gabbia ed alcune tecniche per la cattura e il trasporto dei giovanili (50-150 g).
Le esperienze che sono state effettuarte negli ultimi anni hanno messo in evidenza il buon adattamento della ricciola alla segregazione ed all’allevamento intensivo, in particolar modo in gabbie galleggianti e sommerse.
Questa specie è caratterizzata da un accrescimento ponderale molto rapido, sia in ambiente naturale sia in cattività. Infatti, nell’ambito di alcune prove di allevamento condotte in gabbie galleggianti, i giovanili selvatici di circa 60-70 g hanno raggiunto il peso di 900 g di peso dopo circa 5 mesi di allevamento ed hanno superato i 1.200 g dopo un anno.
L’allevamento della ricciola presenta anche un altro limite, che riguarda l’alimentazione della specie. Generalmente vengono utilizzate diete fresche a base di pesce azzurro o scarti della pesca, integrate con un alimento secco ma la mancanza sul mercato di un mangime specifico, fa sì che le performance di crescita che si ottengono con la dieta fresca siano ancora superiori a quelle ottenibili con l’uso del mangime secco.
La ricciola è una specie molto interessante dal punto di vista commerciale, in quanto mostra notevoli accrescimenti in tempi ridotti e le sue carni risultano estremamente gradite dal consumatore. Tutto questo fa prevedere che nel momento in cui saranno acquisite le conoscenze tecniche necessarie a portare avanti la riproduzione di questa specie in condizioni di cattività, l’allevamento di questo carangide col tempo subirà un processo di intensificazione simile a quello relativo all’allevamento delle specie ittiche tradizionali.
La ricciola, a causa degli scarsi quantitivi che vengono immessi sul mercato rappresenta un prodotto di nicchia molto apprezzato, soprattutto in Italia e Spagna.
Le ricciole allevate, vengono commercializzate in un momento di mercato piuttosto favorevole, in quanto la rapida crescita degli animali consente la concentrazione dell’allevamento nel periodo agosto-dicembre o nel periodo estivo.
L’allevamento della ricciola potrebbe rappresentare un valida alternativa per diversificare la produzione ed inoltre, a causa del breve ciclo di produzione, apre nuove possibilità per gli operatori che non dispongono dei capitali necessari a sostenere i costi dei lunghi cicli di allevamento.
Fonti bibliografiche:
- MANZONI P., TEPEDINO V., copyright Eurofishmarket (2008). GRANDE ENCICLOPEDIA ILLUSTRATA DEI PESCI. Guida al riconoscimento di oltre 600 specie presenti nelle acque d’Europa o importate sui mercati europei.
- CATAUDELLA S., BRONZI P. (2001). ACQUACOLTURA RESPONSABILE Verso le produzioni acquatiche del terzo millennio.
Scheda curata da Lapo Nannucci >>>