Gambero d'acqua dolce Austropotamobius pallipes italicus
Atlante delle specie allevate - Crostacei

Classificazione

Phylum: Arthropoda
Subphylum: Crustacea
Classe: Malacostraca
Ordine: Decapoda
Famiglia: Astacidae
Genere: Austropotamobius
Specie: A. pallipes
Sottospecie: italicus

Gambero d'acqua dolce Gambero d'acqua dolce Austropotamobius pallipes italicus (foto www.parcocurone.it)

Caratteristiche morfologiche

Gambero dall'aspetto piuttosto robusto, Austropotamobius pallipes italicus raramente supera i 12 cm di lunghezza totale ed i 90 g di peso. La colorazione del corpo è bruno-verdastra sul dorso e sui fianchi. Ventre e arti sono invece biancastri, caratteristica, questa, che è valsa a questa specie il nome di "gambero dai piedi bianchi", con cui A. pallipes è comunemente noto in molti dei paesi europei compresi nel suo areale.
I maschi si distinguono dalle femmine per il fatto di avere le prime due appendici dell'addome (dette pleopodi) modificate in organi sessuali che, all'atto dell'accoppiamento, si uniscono a formare un unico organo copulatore. Nella femmina le appendici dell'addome sono invece tutte uguali. Generalmente inoltre i maschi sono più grandi delle femmine e, a parità di dimensioni corporee, hanno le chele più sviluppate e l'addome più stretto.

Biologia ed habitat

Il gambero d'acqua dolce (Austropotamobius pallipes italicus) è un piccolo crostaceo, appartenente alla famiglia degli Astacidi.
Sottospecie italiana della specie Austropotamobius pallipes, distribuita nell'Europa occidentale, dal Portogallo alla Svizzera e alla Dalmazia e dall'Inghilterra alla Francia fino alla Liguria, A. pallipes italicus colonizza, o meglio "colonizzava", tutte le regioni continentali e peninsulari d'Italia, dalla Calabria al Piemonte e alla Venezia Giulia. Nella seconda metà del Novecento, infatti, le popolazioni di questo gambero in molti bacini si sono ridotte e altre sono addirittura scomparse per cause innumerevoli che vanno dalla diffusione della "peste del gambero" alla distruzione e modificazione dell'habitat naturale della specie.
L'habitat naturale del gambero di fiume è rappresentato da fiumi e torrenti con acqua corrente e limpida e fondali coperti da ciottoli o limo. In particolare esso è alquanto esigente riguardo al contenuto in ossigeno, che deve essere piuttosto elevato, e alla temperatura, che non deve superare i 23°C.
La sua dieta è praticamente onnivora, comprendendo insetti, lombrichi, molluschi, larve, piccoli pesci, animali morti, radici di piante acquatiche e anche detriti vegetali e animali di vario genere.
Animale solitario e territoriale, esso è particolarmente attivo di notte, quando va a caccia delle sue prede camminando sul fondo dei letti dei torrenti con le chele protese in avanti, mentre trascorre la maggior parte del giorno nascosto tra tronchi e ceppi sommersi, banchi di macrofite, lettiere di foglie e rami, anfratti rocciosi, o in tane da lui stesso scavate lungo le rive del corso d'acqua. Per questo motivo esso risulta essere una specie molto difficile da osservare e da studiare.
Da adulto, al di fuori dei periodi di muta, il gambero non conosce molti nemici naturali: solo ratti e arvicole acquatiche, che sono in grado di romperne il robusto carapace.
I gamberi giovani e gli adulti in muta sono invece preda di Salmonidi e anguille.

Tecniche di allevamento

L’allevamento del gambero di fiume, attuato in alcune zone a livello artigianale è tuttora realizzato con tipologie totalmente naturali, utilizzando vasche con argini e fondale in terra, costruite quasi sempre in aree limitrofe ai luoghi di pesca sui circostanti fiumi. 

Produzioni e mercato

Il gambero d'acqua dolce autoctono è una specie protetta, presente nella red list dell' IUCN "Unione Internazionale per la Conservazione della Natura". Pertanto, l'allevamento viene condotto solo ai fini di produzione di materiale destinato alle pratiche di ripopolamento nei corsi d'acqua in cui tale specie risulta naturalmente presente.

Fonti bibliografiche:
Parco di Montevecchia e della Valle del Curone: www.parcocurone.it

Scheda curata da Lapo Nannucci >>>

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