Classe: Actinopterygii
Ordine: Perciformes
Famiglia: Sciaenidae
Specie : Argyrosomus regius (Asso, 1801)
Ombrina boccadoro Argyrosomus regius (Asso, 1801) (foto http://nuestronombre.es/puntatlantis)
L’ombrina boccadoro è caratterizzata da una testa relativamente grande, un corpo allungato e fusiforme ed occhi piccoli. La linea laterale è molto evidente, arriva fino alla pinna caudale ed è provvista di 50-55 squame. La seconda pinna dorsale è più lunga della prima. Nella vescica natatoria dell’ombrina boccadoro sono presenti alcune appendici ramificate, che permettono a questa specie di produrre un brontolio caratteristico. Il colore del corpo è grigio argentato, più scuro a livello dorsale e con alcuni tratti color bronzo sui fianchi. Il ventre è biancastro, la base delle pinne è rossastra tendente al marrone e la cavità boccale presenta tonalità giallo dorate. L’ombrina boccadoro in fase adulta può raggiungere una lunghezza massima superiore ai 2 m ed un peso di oltre 50 kg.
L’ombrina boccadoro è una specie largamente diffusa il tutto il Mediterraneo ma la sua presenza è piuttosto scarsa lungo le coste dell’Italia e della Grecia. I più grandi esemplari, sono stati riscontrati lungo le coste dell’Africa occidentale, in particolare nella baia di Dakar, in Senegal, dove le grandi ombrine trovano rifugio nei relitti delle navi affondate. L’ombrina cresce soprattutto durante la stagione estive, mentre durante la stagione fredda, quando la temperatura dell’acqua si abbassa fino a 13-15° C, riduce drasticamente il suo regime di alimentazione.
Durante la stagione riproduttiva, verso la metà di aprile, i riproduttori si avvicinano alla costa e nel mese di maggio iniziano a penetrare gli estuari dei fiumi. Le femmine depongono fino ad 800.000 uova e le temperature ottimali per portare a termine questa fase si aggirano tra 17 e 22°C. Durante questo periodo i maschi producono un suono caratteristico, causato dalla fuoriuscita di aria dalla vescica natatoria, causata dalla pressione che viene esercitata su di essa dai muscoli addominali.
Nel periodo che va da metà giugno fino a luglio, i riproduttori ritornano via via in ambiente marino e si stabiliscono nelle vicinanza della costa, dove restano fino all’autunno, per alimentarsi. Successivamente, con l’arrivo della stagione invernale, le ombrine ritornano in mare aperto.
Le forme giovanili, verso la fine dell’estate lasciano le zone di estuario nelle quali sono nate e migrano verso il mare, stabilendosi nelle acque costiere. In queste zone le piccole ombrine trascorrono la stagione invernale ed a partire da metà maggio ritornano verso gli estuari dei fiumi per alimentarsi. La temperatura dell’acqua è il fattore determinate per l’avvio della stagione riproduttive e delle fasi di migrazione, sia per quanto riguarda gli adulti , che le forme giovanili.
Il range termico ottimale per la crescita dell’ombrina si aggira tra i 17 ed i 21 °C ma sono stati riscontrati risultati accettabili anche con temperature comprese tra 14 e 23 °C.
L’ombrina boccadoro è una delle specie più recenti nel panorama delle produzioni ittiche dell’area mediterranea. Le prime prove di allevamento vennero condotte in Francia e gli esemplari utilizzati provenivano da catture in ambiente naturale. Successivamente nel 1996, un’avannotteria francese iniziò la riproduzione in cattività di questa specie ma le produzioni erano comunque limitate. La produzione a livello commerciale iniziò un anno dopo, nel 1997 e successivamente l’allevamento dell’ombrina si è sviluppato, seppur lentamente ,anche nei Paesi confinanti.
L’ombrina viene allevata in impianti di tipo intensivo, sia in strutture a terra che in gabbie a mare ed i principali poli produttivi sono localizzati lungo le coste meridionali della Francia (Cannes, Camargue), in Corsica ed in Italia (La Spezia, Orbetello).
L’ombrina è una specie che non necessita obbligatoriamente di una fase specifica di nursery. Tuttavia, generalmente i piccoli esemplari, con un peso dai 3 ai 20 g, vengono immessi in piccole vasche o gabbie, con un volume di circa 80-100 m3 . La densità adottata all’interno di queste strutture è di 300-350 individui al m3 ed i pesci vi rimangono fino al momento in cui raggiungono il peso di 100 g .
Per quanto riguarda la fase di ingrasso, le tecniche che vengono utilizzate per l’ombrina sono molto simili a quelle adottate per la spigola e l’orata.
Negli allevamenti a terra vengono generalmente impiegate vasche rettangolari o circolari in calcestruzzo, rivestite con un sottile strato di PVC, per evitare il manifestarsi sugli esemplari allevati di abrasioni cutanee.
Queste strutture hanno un volume di circa 500 m3 ed il livello dell’acqua all’interno è di 1 m di altezza. Adottando una densità di circa 50 individui al m3 l’ombrina può raggiungere il peso di 800-1000 g in meno di 24 mesi ma questa specie in genere viene allevata fino al raggiungimento di 2000-3000 g.
La tendenza che va per la maggiore è quella di allevare l’ombrina all’interno di gabbie galleggianti, sia di forma circolare che quadrata, con un volume compreso tra 500 e 1000 m 3. Più recentemente per l’allevamento di questa specie sono state impiegate strutture sommerse, posizionate alla profondità di 10-20 m, con un volume di 2000 m 3 ed una ridotta densità di allevamento (10-15 individui/m3). A queste condizioni di allevamento sono stati riscontrati ottimi indici di accrescimento degli esemplari.
L’Italia e la Francia meridionale sono i mercati più importanti per questa specie, soprattutto per quanto riguarda gli esemplari di taglia tra 1 e 3 kg.
Questo tipo di prodotto proviene sia dall’attività di pesca che dal settore dell’acquacoltura e dall’anno 2002 i produttori hanno iniziato a suddividere le tipologie di commercializzazione del prodotto, in funzione della pezzatura degli esemplari. Le ombrine di taglia più piccola (600 g ) vengono vendute intere o a filetti, mentre quelle di pezzatura superiore ( da 1 kg a 3-5 kg) vengono avviate alla vendita sottoforma di filetti o subiscono il processo di affumicazione.
Fonti bibliografiche:
- MANZONI P., TEPEDINO V., copyright Eurofishmarket (2008). GRANDE ENCICLOPEDIA ILLUSTRATA DEI PESCI. Guida al riconoscimento di oltre 600 specie presenti nelle acque d’Europa o importate sui mercati europei.
Scheda curata da Lapo Nannucci >>>