La denominazione di origine controllata «I Terreni di Sanseverino» è riservata ai vini che
rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione per le
seguenti tipologie:
«I Terreni di Sanseverino» rosso;
«I Terreni di Sanseverino» rosso superiore;
«I Terreni di Sanseverino» rosso passito;
«I Terreni di Sanseverino» moro.
La zona di produzione delle uve atte alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata I Terreni di Sanseverino comprende l'intero territorio amministrativo del comune di San Severino Marche, in provincia di Macerata.
La viticoltura nel Comune di S. Severino ha una storia plurisecolare. Città romana, con il nome di
Settempeda nasce come colonia Romana, subì una distruzione nel 545 d.C.
Nel secolo XIV si conclude una prima fase della riaffermazione della coltura della vite iniziata
nell’Alto Medioevo dopo l’abbandono seguito alla crisi del Mondo Antico.
Il consumo del vino si è diffuso progressivamente dalle mense ecclesiastiche, a quelle signorili, a
quelle borghesi fino a raggiungere le masse per motivi alimentari e sanitari.
Il territorio collinare del Comune risulta storicamente tra le zone più felici per il prosperare
rigoglioso della vite e per la produzione di uve di qualità.
Nei secoli il vino di S. Severino aveva assunto una notevole rinomanza tanto da essere
commercializzato a Roma, nel Veneto ed altre Signorie dell’epoca ma anche per essere utilizzato
come mediatore di pace.
Si riportano, perciò, dei casi:
Il Papa Urbano V nel 1370 investì, tal Smeduccio di Nunzio della Scala, della Vicaria di S.
Severino. La città omaggia il Pontefice per tale scelta con 850 litri di vino locale (24 barili).
Nel 1445 parte l’implorazione al cardinale Camerlengo, per persuadere il capitano di ventura
Braccio Baglioni ad andarsene dalla città con i suoi soldati, accompagnandola con 500 litri di vino
vecchio.
I vini prodotti all’epoca sono: il Trebbiano ed il Vizzago.
Nel 1430 il Console di S. Severino ringrazia il Comune di Norcia, con l’invio di due salme di vino
invecchiato, per la sospensione di rappresaglie commerciali in vigore contro la città.
L’elezione nel 1458 del Papa Pio II è motivo di invio a Roma di 97 barili e 30 damigiane di vino di
S. Severino.
Fanno seguito molte citazioni storico – letterarie:
G. Scampoli – 1682 – storiografo del Principe Giovanni d’Austria;
G. Talpa – 1732 – scrittore “il territorio di S. Severino produce vini in grandissima quantità di
perfettissimo sapore”.
L’esperienza acquisita nei secoli sul vitigno a bacca nera “Vernaccia”, definito dal Di Rovesenda
(1877), ampelografo piemontese, “una delle migliori uve nere della zona di Ancona” ha consentito
ad un proprietario della zona, Ottavi, di riprendere la coltivazione della vite su superfici
significative, di attivarsi per la denominazione ripartendo dal significato di “terreni” che il periodo
mezzadrile dava alle piccole superfici, di proprietà e di colonizzazione, che consentivano
l’autosufficienza e l’autoconsumo alimentare alla famiglia mezzadrile insediata e la rendita
fondiaria alla proprietà.
Tale scelta imprenditoriale è stata motivo di diffusione nel territorio ove sono sorte nuove capacità
produttive e imprenditoriali nella trasformazione vinicola.
Zona di produzione del vino "I Terreni di Sanseverino" Doc (foto www.vini.provincia.mc.it)
Base ampelografica
I vini devono essere ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti aventi, nell'ambito
aziendale, la seguente composizione ampelografica:
«I Terreni di Sanseverino» rosso (anche nelle tipologie passito e superiore):
Vernaccia nera: minimo 50%;
possono concorrere alla produzione di detto vino tutte le varietà a bacca nera, non aromatiche,
idonee alla coltivazione nella regione Marche, congiuntamente o disgiuntamente, fino ad un
massimo del 50% ed iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, riportati nel
disciplinare.
«I Terreni di Sanseverino» moro:
Montepulciano: minimo 60%;
possono concorrere alla produzione di detto vino tutte le varietà a bacca nera, non aromatiche,
idonee alla coltivazione nella regione Marche, fino ad un massimo del 40% ed iscritti nel Registro
Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, riportati nel disciplinare.
I vini a denominazione di origine controllata «I Terreni di Sanseverino» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«I Terreni di Sanseverino» rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00 % vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l.
«I Terreni di Sanseverino» rosso superiore:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50 % vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 24,0 g/l.
«I Terreni di Sanseverino» rosso passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,50% vol di cui almeno 12,50% svolto;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 27,0 g/l;
acidità volatile massima: 25 meq/l.
«I Terreni di Sanseverino» moro:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50 % vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 24,0 g/l.
È in facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali modificare con proprio decreto i limiti sopraindicati dell'acidità totale e dell'estratto non riduttore minimo.
I vini a denominazione di origine controllata «I Terreni di Sanseverino» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«I Terreni di Sanseverino» rosso:
colore: rosso rubino;
sapore: sapido, armonico, tipico, caratteristico;
odore: gradevole, complesso.
«I Terreni di Sanseverino» rosso superiore:
colore: rosso rubino intenso;
sapore: sapido, armonico, tipico, caratteristico;
odore: gradevole, complesso.
«I Terreni di Sanseverino» rosso passito:
colore: rosso rubino chiaro tendente al granato;
odore: intenso, caratteristico dell'appassimento;
sapore: vellutato, gradevolmente amabile o dolce.
«I Terreni di Sanseverino» moro:
colore: rosso rubino intenso;
odore: gradevole, complesso;
sapore: armonico, talvolta di frutta rossa.
In relazione alla eventuale conservazione in recipienti di legno il sapore dei vini può rilevare lieve sentore di legno.
Vino di grande struttura che si accompagna a tagliatelle a sugo di lepre ed ai primi piatti ricchi di sugo. Ottimo l’abbinamento a carni bianche, rosse, cacciagione in preparazioni succulente, aromatiche ed a formaggi di media stagionatura.
La tipologia Passito si abbina piacevolmente a dolci dai più semplici ai più strutturati, anche a base di cioccolato e formaggi stagionati.