L’area geografica interessata alla delimitazione della DOC Rosso Piceno è la parte del territorio della Regione Marche che ha come confine nord il decorso del fiume Metauro, per le province di Pesaro ed Ancona, ed a sud il fiume Tronto che è confine con la regione Abruzzo. Sono esclusi nell’interno di essa, di tutti i territori appartenenti alla zona di produzione del vino a DOC «Rosso Conero»
A partire dal X sec A.C. si hanno tracce sicure di viticoltura e di vinificazione nell’area del Rosso
Piceno DOC, importate dai coloni greci ai quali si deve la fondazione della città di Ancona.
Nello stesso periodo anche l’azione degli Etruschi fu molto importante per la trasmissione delle
prime nozioni tecniche della coltivazione della vite e delle tecniche enologiche, che si diffusero,
data la vicinanza, nel territorio marchigiano dove erano istallati i Piceni.
Il dominio dei Romani con la loro relativa legislazione fu presente nelle Marche a partire dal 295
a.C.
Plinio descrive oltre ai traffici marittimi di tutto il Piceno le varietà di viti coltivate a suo tempo e i
relativi vini che se ne ricavavano.
Altri autori romani come Apicio trattano della viticoltura nel territorio.
Nel Medioevo, venne reintrodotta la vite e si registra l’avvio della coltivazione in vigneti
specializzati da parte dei monaci presenti nelle tante abbazie; sebbene una rinascita dell’attività
agricola intesa non più come ricerca di una pura sussistenza, bensì come conduzione economica del
bene della terra, in cui sono comprese la gestione delle vigne e la preparazione del vino
Nell’età dei Comuni anche nell’area del Rosso Piceno, il miglioramento delle condizioni di vita
coinvolge tutti gli strati sociali, ed il vino non è più solo bevanda liturgica ma se ne diffonde l’uso
in diverse comunità di persone.
Nel sec. XIX l’arrivo di malattie e dei parassiti della vite (Oidio, Peronospora e Fillossera) misero
in seria difficoltà i viticoltori che, vedevano le loro coltivazioni distrutte. I rimedi finalmente trovati
per le stesse e la diffusione della conduzione mezzadrile, che univa in un contratto il capitale ed il
lavoro permisero la ricostruzione della vitivinicoltura nelle Marche, attraverso la coltura promiscua,
che manteneva in vita una certa attività enologica nell’azienda.
L’intervento comunitario negli anni 60- 70 consentì la ristrutturazione vitivinicola dell’area fino ai
nostri giorni.
Il Rosso Piceno è stato riconosciuto DOC con DPR 11 Agosto 1969.
Rosso Piceno o Piceno Doc
Base ampelografica
I vini a denominazione di origine controllata «Rosso Piceno» o «Piceno» devono essere ottenuti
dalle uve provenienti dai vigneti aventi, nell'ambito aziendale, la seguente composizione varietale:
Montepulciano: dal 35 al 85 %;
Sangiovese: dal 15 al 50%.
Possono concorrere da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 15% tutti gli altri vitigni non
aromatici, a bacca rossa, idonei alla coltivazione nella Regione Marche.
I vini a denominazione di origine controllata «Rosso Piceno» o «Piceno» nella tipologia Sangiovese
devono essere ottenuti dalle uve provenienti dai vigneti aventi, nell'ambito aziendale, la seguente
composizione varietale:
Sangiovese: minimo 85%.
Possono concorrere da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 15% tutti gli altri vitigni non
aromatici, a bacca rossa, idonei alla coltivazione nella Regione Marche.
I vini a denominazione di origine controllata «Rosso Piceno» o «Piceno» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Rosso Piceno» o «Piceno»:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,5% vol.;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18 g/l.
«Rosso Piceno» o «Piceno» Sangiovese:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,5% vol.;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18 g/l.
«Rosso Piceno» o «Piceno» tipologia novello:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,0% vol.;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16 g/l.
«Rosso Piceno» o «Piceno» tipologia Superiore:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12% vol.;
acidità totale minima:4, 5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 21 g/l.
Il vino «Rosso Piceno» o «Piceno» superiore non può essere immesso al consumo in data anteriore
al 1° novembre dell'anno successivo a quello di produzione delle uve.
E' in facoltà del Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali modificare con proprio
decreto i limiti minimi sopra indicati per l'acidità totale e l'estratto non riduttore.
I vini a denominazione di origine controllata «Rosso Piceno» o «Piceno» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
«Rosso Piceno» o «Piceno»:
colore: rosso rubino, più o meno intenso;
odore: caratteristico, delicato;
sapore: armonico, gradevolmente asciutto.
«Rosso Piceno» o «Piceno» Sangiovese:
colore: rosso rubino, più o meno intenso;
odore: caratteristico, delicato;
sapore: armonico, gradevolmente asciutto.
«Rosso Piceno» o «Piceno» tipologia novello:
colore: rosso rubino;
odore: fragrante, fine, caratteristico;
sapore: asciutto, armonico, vellutato.
«Rosso Piceno» o «Piceno» tipologia Superiore:
colore: rosso rubino, talvolta tendente al granato con l'invecchiamento; odore: gradevole,
complesso, leggermente etereo;
sapore: sapido, armonico, gradevolmente asciutto.
In relazione alla eventuale conservazione in recipienti di legno il sapore dei vini può rilevare lieve sentore di legno.
Rosso Piceno: si abbina molto bene a primi piatti con sughi rossi e leggermente piccanti, a secondi piatti con animali da cortile o con salumi e formaggi locali. Temperatura di servixzio 16° - 18°C.
Rosso Piceno Superiore: la corposità legata al blend e all’affinamento in legno lo rendono particolarmente adatto ad accompagnare piatti di carne. Dopo i dieci anni di invecchiamento è perfetto come vino da meditazione. Temperatura di servizio 16° - 18°C.