Classe: Anfibi
Ordine: Anuri
Famiglia: Ranidi
Genere: Pelophylax
Specie: P. bergeri
La specie è diffusa in tutta l'Italia peninsulare al di sotto del Po, e in Sicilia; è stata introdotta dall'uomo in Sardegna.
Vive dal livello del mare fino a circa 1.000 metri di altitudine. Presente in tutti gli ambienti umidi, dai laghi alle zone costiere. Fuori dall'acqua è possibile incontrarle nel sottobosco di pinete e foreste di latifoglie, in prati e coltivi.
Presenta caratteristiche comuni alle altre specie del genere Pelophylax: ha muso appuntito e testa triangolare. La lingua è biforcuta e i denti sono vomerini. La pelle è liscia, con colorazione varia a seconda dell'habitat in cui l'animale si trova, e che può variare dal verde con sfumature castane o grigi, mentre il dorso presenta una striscia chiara che lo percorre per tutta la sua lunghezza. Il resto del corpo è ricoperto da macchie scure con la parte posteriore di colore bianco-grigio, mentre gli artipos teriori presentano delle strisce scure. I maschi si riconoscono facilmente per la presenza dei sacchi vocali esterni e per i tubercoli nuziali sul primo dito delle zampe anteriori.
Gli adulti raggiungono una lunghezza massima del corpo di circa 85 mm, con medie comprese tra 40 e 60 millimetri.
La testa è grande e rotondeggiante. La specie è attiva prevalentemente di giorno, con picchi massimi nelle giornate umide, coperte o piovose. Tende però ad essere più attiva durante la notte nei mesi estivi, quando la radiazione solare è più intensa, e durante il periodo riproduttivo. Durante i mesi più freddi entra in ibernazione. Nelle regioni meridionali e lungo le coste questa specie può rimanere attiva per tutto l'anno. Trascorre generalmente il periodo d'ibernazione in acqua, seppellendosi nel fango, ma in alcune località il letargo si svolge a terra, in tane scavate da altri animali, o in gallerie presenti sulle rive di laghi e fiumi.
Gli adulti si cibano principalmente d'invertebrati terrestri, tra cui predominano lombrichi, gasteropodi, insetti ed aracnidi, ed acquatici, come insetti e loro larve, crostacei e molluschi. La stagione della riproduzione generalmente va dalla fine di marzo a maggio - giugno inoltrato. I maschi raggiungono per primi le zone di frega, si stabiliscono in acqua e lungo le sponde, e lanciano in coro richiami d'accoppiamento per attirare le femmine. In queste aree si radunano spesso diverse centinaia di esemplari. L'amplesso è di tipo ascellare e si svolge in acqua, solitamente durante le ore notturne. Ogni femmina emette le uova in ammassi gelatinosi, contenenti da 500 a 4.000 uova. Le uova sono fecondate dal maschio man mano che vengono emesse (www.ittiofauna.org).
Da adulta è predata da diverse specie di uccelli (cicogne, aironi, nitticore, rapaci, cormorani, gabbiani e corvi), mammiferi (volpi, ricci e mustelidi), einoltre costituisce una significativa parte della dieta di serpenti acquatici e terrestri e delle tartarughe acquatiche.
Rana di stagno italiana - Pelophylax bergeri (foto Jan van der Voort www.herpfrance.com)
Rana di stagno italiana - Pelophylax bergeri Wouter Beukema www.herpfrance.com)