Habitat: terreni aridi soleggiati dal piano alla zona submontana.
È una pianta diffusissima lungo i muri, tra i sassi, nei luoghi aridi sia montani che di pianura. Fiorisce da maggio a settembre con grappoli minuti di fiorellini gialli e sono, appunto, questi rametti in fiore, essiccati accuratamente all’ombra, che costituiscono la parte propriamente medicinale.
L’assenzio è considerato il principe degli amari e, grazie alle particolari essenze contenute, è ritenuto una pianta tonica, stomatica, febbrifuga e diuretica. È sempre stato molto ricercato fin dall’antichità ed ancora oggi è usato nella preparazione di tutti gli aperitivi a base amarognola.
L’assenzio, oltre che aperitivo, è pure diuretico, essendo ricco di quei sali di potassio che hanno un’azione energica sui reni; è un ottimo tonico ed ha una decisa azione vermifuga. Come tale si usa l’infuso, da prendersi ogni mattina a digiuno nella misura di un bicchiere e che si prepara versando un litro di acqua bollente su due cucciai d’assenzio, lasciando riposare per dieci minuti e quindi colandolo. Per chi si sente stanco e svogliato, si metta ogni sera un pizzico di fiori di assenzio in una tazza di acqua bollente, si lasci a macero l’intera notte, e si beva al mattino completamente digiuni. Ottimo è pure il vino di assenzio che stimola l’appetito e favorisce una facile digestione. Si prepara mettendo una manciata di fiori di assenzio in un litro di vino bianco o rosso al quale sia stato aggiunto un bicchiere di grappa.
Si lasci macerare per una settimana, si filtri e se ne prenda un bicchierino prima e dopo i pasti. L’assenzio, infine, è uno dei componenti principali di un famoso elisir di giovinezza, del quale è opportuno riportare la ricetta. In 700 grammi di alcool puro si mettano a macerare per un mese 30 grammi di fiori d’assenzio, 20 grammi di radice di genziana, 20 grammi di centaurea, 20 grammi di scorza di arancio amaro, 15 grammi di rabarbaro cinese e 3 grammi di aloè. Si coli, a macero avvenuto, molto accuratamente e spremendo forte, aggiungendo al tutto mezzo litro di vino bianco. La cura per giungere … all’eterna giovinezza consiste nel sorseggiare ogni mattina, a digiuno, un bicchierino di questo amaro veramente amaro.
Assenzio - Borsa pastore - Frangula
Habitat: dal piano alle zone montane.
È una pianta che cresce un po’ dovunque, in campagna, in città, sui ruderi, nei luoghi incolti o secchi. Di struttura erbacea, può misurare pochi centimetri o svilupparsi fino 30-40 centimetri, è caratterizzata da fiori bianchi, minuscoli che danno, poi, frutti triangolari, con la base, in alto, un po’ incavata. Fiorisce tutto l’anno. Si riconosce facilmente appunto per i suoi frutti caratteristici, schiacciati, triangolari, a forma di cuore o di borsa degli antichi pastori.
Tutta la pianta, verde o secca, è medicinale, contenendo acido bursico, malico, acetico, citrico e molto tannino. Il suo effetto più immediato è di favorire, moderandole, le regole mensili. Si usa, in questi casi, il decotto preparato bollendo una manciata di borsa pastore in tre tazze di acqua finché queste ultime siano ridotte a due, che si bevono distanziate di qualche ora l’una dall’altra. Il decotto è pure indicato nella cura delle febbri malariche, della ematuria e nelle emorragie di stomaco.
Nei frequenti dolori di milza, molto efficace risulta bere un bicchiere di vino rosso al quale sia stato aggiunto un cucchiaio di pianta polverizzata. Come emostatico si usa la pianta fresca finemente triturata e introdotta nelle narici o stesa sulle ferite. Il decotto può essere sempre sostituito da un ottimo vino di borsa pastore ottenuto mettendo a macero per otto giorni in un litro di generoso vino bianco due etti di pianta, possibilmente verde, finemente tagliata. Si filtra e si prende un cucchiaio di questo vino ogni ora.
Ottimo è pure il balsamo del pastore usato per frizionare qualche articolazione atrofizzata o, tanto per intenderci, arrugginita. Si prepara mettendo a macerare per dieci giorni, in un litro di grappa, una manciata di borsa pastore ed una manciata di alchemilla, lasciando il tutto ben esposto al sole. Quindi si filtra e si frizionano le parti interessata. Naturalmente questo balsamo del pastore può essere preso anche per via orale ed è miracoloso in caso di dissenteria. Resta, infine, da aggiungere che il decotto di borsa pastore serve come ottimo lavaggio di piaghe e di ferite, mentre la polvere della pianta, sparsa sulle ferite, le guarisce in fretta, favorendo una pronta cicatrizzazione.
Habitat: boschi e zone umide submontane e montane.
La frangula è un alberello che cresce frequente nelle brughiere, nei boschi, lungo i corsi d’acqua; misura in media dai 2 ai 4 metri ed ha un portamento che ricorda quello del nocciolo.
Le virtù curative si trovano tutte concentrate nella corteccia della frangula, che, però, va essiccata scrupolosamente perché, altrimenti, potrebbe causare capogiri e vomiti violenti. Il principio attivo più importante è dato dalla "frangulina", sostanza sovrana nella cura della stitichezza cronica. A differenza di numerosi altri lassativi naturali o artificiali, la corteccia di frangula ha il dono di ridare il tono alle fibre muscolari dell’intestino che viene così ad agire nel modo più naturale. la frangula, inoltre, non è irritante, né crea assuefazione, quindi anche l’uso più prolungato non provoca disturbo alcuno.
Ci troviamo, così, do fronte ad un medicamento indicatissimo nella pulizia intestinale, senza che questa causi i noti dolori di ventre. La frangula è perciò indicata per le donne in attesa di diventar mamme, per le donne nei loro giorni difficili, per chi soffre della dolorosa quanto pericolosa inerzia intestinale, infine per i cardiaci, per i nefritici, per i diabetici e per tutti coloro che hanno il fegato congestionato.
Il decotto si prepara con un cucchiaio di corteccia (5 grammi) che si fa bollire qualche minuto in un bicchiere e mezzo di acqua. Quando il decotto avrà assunto un bel colore caffè si filtra e si beve tiepido con eventuale aggiunta di zucchero prima di coricarsi. Il decotto potrà essere sempre sostituito dalla polvere nella misura di un grammo (una punta di cucchiaio) e messa in un cachet. Di questi cachet se ne possono prendere uno dopo ogni pasto, salvo aumentare gradatamente la dose se gli effetti stentano a manifestarsi.Ma c’è di più. Non può mancare, infatti, uno squisito vino di frangula in grado di ristorare lo stomaco, di risvegliare la milza e la bile, di rendere più elastico il fegato e più attivo l’intestino. Si prepara mettendo a macerare per dieci giorni in un litro di generoso vino bianco o di marsala 200 grammi di corteccia di frangula, 20 grammi di corteccia di arancio amaro, 5 grami di cannella, 5 grammi di anici stellati e 5 di finocchio. Si filtra, terminato il macero, e si beve a bicchierini dopo i pasti o prima di coricarsi regolando sempre la quantità a seconda della rispondenza dell’organismo.
Ferrante Cappelletti Dalle erbe la salute Piante medicinali dell'arco alpino Publilux Trento 1977
Borsa pastore - Capsella bursa pastoris (foto http://flora.nhm-wien.ac.at)