La zona di produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata “Ortona” comprende l’intero territorio amministrativo del Comune di Ortona in provincia di Chieti.
La prima testimonianza storica sulla produzione enoica abruzzese, come ci ricorda Polibio,
storico greco vissuto tra il 205 ed il 123 a.C., risale alle famose gesta di Annibale (216 a.C.) ed
alla sua vittoria di Canne. Polibio dopo avere esaltato la bontà dei vini dell’area adriatica
scriveva che Annibale “…attraversati e devastati i territori dei Pretuzi, di Adria, nonché dei
Marrucini e dei Frentani (attuale provincia di Chieti), si diresse nella sua marcia verso la Iapigia”
ossia la Puglia. Da allora sono innumerevoli le testimonianze storiche sulla presenza della vite e
del vino nell’area chietino-ortonese, in particolare a partire dal secolo XIII. Infatti, nell’agosto
del 1200 a Venezia venne stipulato un atto notarile che istituiva una “colleganza”, un tipo di
contratto commerciale, tra Venezia, Ancona, Ortona e la Slavonia. I numerosi traffici che
coinvolgevano Ortona, oggi maggiore centro di produzione di vino della regione, riguardavano i
generi alimentari maggiormente prodotti all’epoca; uno dei principali era il vino, sia bianco che
rosso, come dimostrano numerose testimonianze provenienti dall’Archivio di Stato di
Dubrovnik, l’antica Ragusa.
L’importanza di Ortona in quel periodo viene fuori anche dalla quantità di imposte che la
comunità ortonese pagava allo Stato, infatti dalla “Cedula generalis sub ventini” si apprende che
nel 1320 si pagavano ben 78 once d’oro mentre altri centri portuali della regione pagavano molto
meno (Vasto 40, Pescara, 30, Francavilla 25). Su detti traffici vi sono numerosi riscontri
documentali: nel 1416 viene stipulato un trattato commerciale tra Ortona e Molfetta; nel 1434,
Giorgio di Jacopo, senatore di Venezia, trasporta da Ortona a Segna 100 caratelli di vino; nel
1548 Vincenzo Coccia di Ortona deve a Matteo di Polo, detto Robazza, di Venezia, 57 ducati per
vino; nel 1573 un contratto tra Giovan Donato de Sancitis e Giovan Angelo de Nardone sancisce
un carico di vino del valore di 249 ducati trasportato in Dalmazia da Ortona. E così via tante altre
citazioni per i decenni successivi. A conferma della significativa produzione e relativo traffico
mercantile di Ortona vi è un documento di notevole importanza ritrovato nell’Archivio di Stato
di Chieti, in un fascicolo processuale della Regia Udienza, del 1800. Da questo documento
veniamo a conoscenza dell’attività portuale dello scalo ortonese relativo ad un anno: dal 6
ottobre 1799 al 30 ottobre 1800. Durante il corso di questi dodici mesi salparono dal porto di
Ortona circa 200 “barche” dirette nei vari porti del Mediterraneo, in particolare quello orientale,
cariche di fichi secchi, grano e soprattutto vini.
Tra la fine del XVIII secolo e la metà del XIX ad Ortona e dintorni era famosa la lagrima Rossa
di Ortona tanto che nel 1836 un economista teatino, il Barone Giovanni Nicola Durini, affermava
che i vini di Ortona fossero i migliori della provincia e dell’Abruzzo e fra i migliori di tutto il
Regno. Numerosissime sono poi le testimonianze sulla presenza ed importanza della
vitivinicoltura nell’area di Ortona a partire dalla seconda metà del 1900, dove la stessa ha
assunto un ruolo di assoluto valore sia in termini di superficie vitata (la più elevata in rapporto
alla superficie totale del comune) sia in termini socio-economici, essendo diventata di fatto la
principale attività economica dell’area.
Castello Aragonese di Ortona (foto www.alvecchioteatro.com)
Base ampelografica
I vini a Denominazione di Origine Controllata “Ortona” devono essere ottenuti dalle uve
provenienti dai vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:
“Ortona” rosso:
Montepulciano: 95%;
Possono concorrere le uve di altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, idonei alla coltivazione
nella Regione Abruzzo, fino ad un massimo del 5%.
“Ortona” bianco:
Trebbiano abruzzese e/o toscano: minimo 70%;
Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca non aromatici, idonei alla coltivazione nella
Regione Abruzzo, fino ad un massimo del 30%.
I vini a denominazione di origine controllata «Ortona» all’atto dell’immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Ortona” rosso:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 24 g/l.
“Ortona” bianco:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 16 g/l.
I vini a denominazione di origine controllata «Ortona» all’atto dell’immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Ortona” rosso:
- colore: rosso rubino, più o meno intenso, talvolta con lievi sfumature violacee;
- odore: vinoso, caratteristico, lievemente speziato;
- sapore: secco, caratteristico, di corpo;
“Ortona” bianco:
- colore: giallo paglierino, talvolta con lievi riflessi verdolini;
- odore: gradevole, delicatamente fruttato;
- sapore: secco, armonico, vellutato, sapido.
Variano a seconda della tipologia di vino.