Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Cetacea
Sottordine: Odontoceta
Famiglia: Delphinidae
Genere: Orcinus
Specie: O. orca - Linnaeus, 1758
L'Orca, detta anche Orca assassina (Orcinus orca), è il più grande e il più feroce dei Delfinidi (Delphinidae).
E' un mammifero eutero-placentale acquatico, afferente all'ordine dei Cetacei (Cetacea), sottordine Odontoceti (Odontoceta), famiglia dei Delfinidi (Delphinidae) ed al genere Orca (Orcinus).
In Inglese l'orca viene chiamata killer whale, in Francese orque, in Spagnolo orca.
Il nome scientifico del genere Orcinus deriva da orca, “animale molto feroce, con il corpo a barile”.
Come dicevamo, l'orca è il più grande dei delfinidi, oltre che il più feroce e pericoloso, anche per l'uomo, a volte vittima dei suoi attacchi.
E' un formidabile predatore, presente in tutti i mari.
Il comportamento sociale delle orche, è stato indagato molto più di quanto fatto con altre specie di delfinidi; ad esempio i biologi della Stazione Biologica di Nanaimo e dell'Università della Columbia Britannica hanno eseguito per quasi 40 anni studi sull'organizzazione sociale delle orche presenti lungo le coste sia del Canada occidentale che lungo le coste della California fino a quelle cilene.
Questi studi piuttosto prolungati, di natura etologica ed ecologica, hanno portato alla luce un particolare modulo comportamentale, definito dagli anglosassoni “spyhopping”, che questo cetaceo sembra aver in comune con il Globicefalo (Globicephala macrorhynchus), ed il Grampo (Grampus griseus); consiste in una lenta e silenziosa emersione dell'animale, solo con la testa, in fase esplorativa.
Storicamente l'orca, fa parte della lunga lista di animali cacciati (nello specifico di cetacei), dall'essere umano, che però, rispetto altre specie di delfinidi, ha fatto spesso la parte di predatore, piuttosto che di preda. La International Union for Control of Nature (IUCN) sta ancora indagando, mediante censimento, sulla reale status numerico di questo mammifero, i dati non sono ancora disponibili.
Il grande biologo canadese Dr. Michael Bigg deceduto nel 1990, che studiò per ben 40 anni le orche nell'emisfero Boreale, mediante la tecnica della fotoidentificazione da lui inventata durante gli anni '70 del secolo scorso, indica l'esistenza di 10 morfotipi diversi, che differiscono per la lunghezza e la forma della pinna dorsale, come per le dimensioni generali, a cui corrisponderebbero altrettanti ecotipi geografici; la International Commission for Zoological Nomenclature (ICZN) ancora oggi, pur riconoscendo l'enorme valore del lavoro del Dr Bigg, non li ha classificati come razze o sottotipi, in attesa di altri dati.
Orca o Orca assassina - Orcinus orca (foto http://wildwhales.org)
Orca o Orca assassina - Orcinus orca (foto Robert Pittman http://www.afsc.noaa.gov)
Specie cosmopolita, diffusa in tutti gli oceani e mari.
Nella sua prima descrizione il biologo svedese Linneo chiamò questa specie Delphinus orca; Orcinus fu introdotto dal biologo tassonomo Fitzinger nel 1860.
I biologi zoologi Van Beneden e Gervais, nel 1880, usarono la denominazione Orca gladiator.
Da successive revisioni sistematiche, l'orca venne attribuita al genere Grampus, proponendo il
nome di Grampus rectipinna per gli esemplari con pinna dorsale più sviluppata.
Ma oggi, i biologi marini ed i tassonomisti, indicano un'unica specie d'orca, l'Orcinus orca, suddivisa forse in diverse razze o sottospecie.
Ha abitudini sia costiere che pelagiche e batipelagiche, secondo le aree geografiche di distribuzione.
Questi animali assomigliano dal punto di vista sociale, in un certo senso, ai leoni; si possono infatti trovare degli individui isolati, o due maschi adulti o subadulti che vivono girovagando, nutrendosi di pesci (salmoni), ma anche di cuccioli di leoni marini (con abile tecnica arrivando fin sulla banchisa della spiaggia che li ospita ), di foche, di otarie adulte in acqua aperta e di cetacei quali delfini, focene, beluga, ecc.
Si annoverano anche, sebbene raramente, attacchi verso i trichechi. La lotta in questi casi è titanica.
Quando vivono aggregati, si tratta di piccole comunità formate, come nei leoni, da gruppi stabili, con anche 50 esemplari di tutte l'età ed entrambi i sessi. Il capo è un maschio maturo, facilmente individuabile per la grande pinna triangolare sul dorso, mentre le femmine hanno pinne a morfologia falciforme.
Questo carattere di dimorfismo permanente permette la distinzione tra i sessi con la semplice osservazione, ad esempio mediante binocolo e d’utilizzare la tecnica della fotoidentificazione, molto utile quando si compiono, su determinati gruppi, lunghi studi che si protraggono per anni.
Ciascun gruppo è costituito da più famiglie, dove l’unità di base è una femmina adulta con la prole.
Quando i figli sono femmine, rimangono con la madre anche dopo la nascita e l’abbandonano solo alla sua morte, per formare altre unità di base.
Quando sono maschi, pur restando all'interno del gruppo, non fanno invece parte di nessuna famiglia.
Le femmine di orca raggiungo una lunghezza massima di 8,5 m, i maschi di 9,8-10 m.
Le femmine possono arrivare a pesare anche 7,5 t, mentre i maschi arrivano a 10 t, la longevità oscilla in un intervallo ampio tra i 35-50 anni.
Le femmine raggiungono la maturità sessuale tra i 6-10 anni, i maschi tra i 12-16 anni.
Le orche, in entrambi i sessi, possono raggiungere i 1.000 m di profondità, l'apnea può raggiungere i
20 minuti di durata.
Presentano come gli altri delfinidi e cetacei, un meccanismo d ecolocazione, mediante il quale scandagliano il fondale e l'area circostante; emettono suoni organizzati in un codice linguistico che forse si dirama anche in dialetti (per i meccanismi associati leggi la scheda del Tursiops truncatus).
Il 12 ottobre del 1958, venne individuato un maschio di circa 6 m di lunghezza, che si spostava alla ragguardevole velocità di 55 km/h.
I biologi notarono che una simile velocità oltre che dal tursiope poteva essere raggiunta dal
Focenoide (Phocoenoides dalli).
All'acquario di Vancouver, Canada, dove sono molto sviluppati gli studi sull'orca, da molti anni e precisamente dal 1988, sulla frequenza 88.5 FM trasmette una stazione chiamata “Orca”, che mette in onda i suoni delle voci di questi magnifici cetacei.
Come detto precedentemente, le orche sono feroci predatori, tra i pesci oltre ai salmoni si nutrono anche degli “halibut”, enormi sogliole artiche e di aringhe.
I biologi hanno studiato durante una campagna di ricerca, il contenuto gastrico di un gruppo di orche, rinvenendo i resti di ben 5 specie di pinnipedi, 24 di cetacei, un dugongo, 30 specie di pesci, 7 di uccelli marini e 2 di cefalopodi, oltre un'ampia varietà di animali a sangue caldo e freddo come le tartarughe marine.
Durante l'inverno, non è così infrequente che le orche si cibino di foche, otarie e diversi cetacei e una delle loro prede preferite è la balenottera minore.
Fra l'orca e la sua preda esistono relazioni etologiche complesse, poiché spesso i biologi e i pescatori, hanno visto questo arcigno predatore nuotare in mezzo a branchi di prede, senza che creasse il minimo allarme.
Questo delfinide quindi, adatta la sua dieta in funzione dell'area geografica e della disponibilità stagionale, essendo una specie generalista o eurifaga.
Durante l'estate, la preda principale è costituita dai pesci (ad esempio salmoni), per tale ragione spesso questi mammiferi incrociano le rotte migratorie di questi pesci, che vengono catturati nei momenti di bassa marea.
Se gli individui sono numerosi, collaborano circondando il branco di salmoni e talvolta gli animali più vecchi e più esperti emergono con il salmone in bocca e invece di mangiarlo, lo cedono ai più giovani, che sono inesperti nella caccia.
Alcune volte giocano con la preda, anche per molti minuti, prima di divorarla.
I gruppi “di transito”, sono in grado di percorrere grandi distanze in tempi brevi.
Formano gruppi a composizione diversa poco stabili, cacciano in prevalenza pinnipedi.
Ad esempio, il maschio dell'orca della Patagonia, per catturare le otarie e, in particolare i suoi cuccioli, arriva fin sulla spiaggia, con il rischio di rimanervi arenato; una volta catturato il pinnipede, lo porta a largo dove ci sono ad aspettarlo la femmina e i cuccioli (svezzati), prima di azzannare la preda i piccoli giocano con il padre, lanciandosi il malcapitato pinnipede con lo scopo di allenarsi nelle tecniche venatorie.
La stagione riproduttiva cade in primavera, inizio estate.
L'accoppiamento è sempre esplicato ventre contro ventre, in modo che il pene compenetra la vagina della femmina.
La femmina gravida ha un periodo di gestazione di 12-16 mesi, il piccolo nato misura 2-2,5 m, per un peso di circa 180 kg, il periodo di allattamento a cui segue lo svezzamento è di 15 mesi circa.
Il latte, è una miscela molto ricca in grassi e molto nutriente, permettendo al piccolo di raggiungere pesi ragguardevoli in periodi di tempo relativamente brevi.
Scheda a cura di Giuliano Russini >>>