L’asino di Castel Morrone trae il suo nome dall’omonimo paese confinante con la città di Caserta. Razza asinina a rischio di estinzione, ha le sue origini nella provincia dell’ex Terra di lavoro (basso Lazio, versante Sannita della Campania e zona di Venafro nel Molise). La taglia era media con altezza al garrese all’incirca 130 cm ed aveva un manto color morello/bigio con focature bianche intorno agli occhi, bianco pure il muso con apice nero, testa grande, orecchie molto sviluppate e portate arcuate, zoccoli molto alti; grazie alla groppa larga e muscolosa veniva utilizzato in campagna, per cavalcatura, soma e trasporto di carichi medi, difatti la sua particolare conformazione fisica lo rendeva adatto a terreni collinari e pietrosi; le cause della sua rarefazione sono da attribuire alla progressiva meccanizzazione dell’attività agricola, all’abbandono delle campagne in conseguenza dello sviluppo industriale del mezzogiorno; inoltre numerosi capi perivano a causa di residuati bellici (mine e bombe inesplose) che si rinvenivano nelle campagne, in più talvolta per rendere di nuovo produttivi i terreni e bonificarli da questi residuati, gli asini venivano spesso immolati per fare esplodere tali ordigni.
Asino di Castel Morrone femmina (foto Antonino De Santis)
Asino di Castel Morrone (Gruppo Matese Nostrum)
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