Origine: Italia.
Classificazione F.C.I.: RAZZA NON RICONOSCIUTA
L'utilizzazione del cane da pastore, per la guardia e lo spostamento dei greggi, risale a un epoca tanto remota che risulta impossibile parlare di date certe e determinare l'origine dei nostri lupini. Il nostro cane in esame ha un nome: Luvin.
Questo e' il nome con cui i nostri vecchi dell'Appennino reggiano hanno sempre chiamato codesti splendidi animali. Questo simpatico cane viene adoperato per lo spostamento di mandrie e greggi in zone impervie e montane. Dai nostri vecchi della montagna, ci sono giunte diverse storie che parlano della nascita di questa razza. Da un ceppo iniziale luvin, a volte succedeva che le cagne in estro si accoppiassero con lupi selvatici dando alla luce cuccioli intelligenti e più resistenti. Questi incroci ridavano vigore alla razza e quindi furono apprezzati e incrociati fino a una loro assimilazione.
Il nome di questa razza era "Cane Luvin", presente in tutto l'Appennino reggiano. Con la scomparsa della pastorizia il numero dei cani diminuì sensibilmente, e ne' rimasero pochi esemplari i quali presero il nome dalle vallate in cui erano ancora presenti.
Il Luvin, non e' una razza con caratteri standard ben definiti che siano mai stati dettati da qualcuno, anche se alcune caratteristiche sono inconfondibili sia a livello fisico che comportamentale.
Oossiede testa piuttosto piccola, appuntita, triangolare. Il muso è aguzzo leggermente a canna di fucile, inarcato verso l'alto o dritto.
Le orecchie sono dritte, medio-corte. Osservandolo frontalmente si nota che vengono portate in maniera leggermente obliqua verso l'esterno del cranio.
Gli occhi possono essere sia scuri che chiari, uno o entrambi. L'occhio è vivo, vispo e leggermente a mandorla.
Possiede un corpo ossuto, muscoloso, con una forte schiena dritta.
Taglia: media
Peso medio: intorno ai 20-30 kg.
Altezza al garrese:
- maschi da 52 a 58 cm
-
femmine da 48 a 54 cm
Questa razza ha un carattere patronale, molto affettuoso con i bambini, giocoso ed estroverso fino ai due anni di età. Questo è il periodo migliore per l'insegnamento e l'educazione. E' riflessivo ma al comando irruento e focoso. Il maschio è territoriale.
Viene utilizzato come da lavoro con animali, da compagnia e da guardia.
Apprezzato da escursionisti a cavallo.
Ottimo come cane per agility.
Luvin o Cane Lupino del Gigante (foto www.cane-luvin.eu)
Cucciolo Luvin (foto Fabio Zanon)
Cane Lupino del Gigante - Loc. Valisnera anni '90 (foto www.cane-luvin.eu)
NON AMMESSO.
Razza attualmente non riconosciuta dalla FCI. Situazione attuale in fase di recupero.
Ipotesi di Standard a cura di Antonio Crepaldi (giudice Enci / Fci). Rilievi biometrici di Antonio
Crepaldi con l’assistenza di Cristian Ielli e la collaborazione di Stefano Marangon.
ORIGINE: Italia; precisamente sull’Appennino della Provincia di Reggio Emilia.
UTILIZZAZIONE: Cane da pastore e da guardia. Ancora attualmente come in passato nella zona
d’origine, ora parte del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, viene usato per la
conduzione delle greggi di pecore ed anche di capre, oltre che per la guardia degli ovili e dei bovini
nelle fattorie in ambiente rurale montano.
CLASSIFICAZIONE FCI: Gruppo 1 – Cani da pastore e bovari (escluso Bovari Svizzeri), Sezione 1 – Cani da pastore; sottoposto a prova di lavoro.
BREVE RIASSUNTO STORICO: Razza autoctona del territorio montano dell’Appennino
Reggiano, le cui testimonianze orali tradizionalmente tramandate nei secoli dai pastori la fanno
risalire indietro di un millennio (i pastori dicono che “il lupino è sempre esistito”). La testimonianza
documentata più antica finora ritrovata è una foto del 1920, che ritrae un cane da gregge identico a
quelli attualmente recuperati. Sono state inoltre ritrovate altre testimonianze fotografiche per
ciascun decennio successivo, che documentano una razza sempre presente in tutto il Novecento
nella pastorizia in diverse località sui monti del luogo d’origine. L’origine della razza è
tradizionalmente raccontata da tre ipotesi: (1) discendente direttamente dai lupi appenninici
addomesticati; (2) un ceppo di cani reggiani venne rinsanguato dai figli delle femmine che si
accoppiavano con i lupi selvatici durante le transumanze verso la Maremma; (3) proveniente da un
ceppo di cani lupoidi primitivi selvatici di grande taglia della Valle del Secchia (Gessi Triassici),
catturati, addomesticati ed immessi nel ceppo di cani reggiani di media taglia. La terza ipotesi è
testimoniata dalle ultime catture di cani selvatici avvenute negli anni Sessanta, che hanno
probabilmente creato la variabilità ancora esistente, denotabile dalla presenza di alcuni esemplari
fisicamente più slanciati e con indole più selvatica, oltre che con un abbaio simile al guaito del lupo.
Nei primi anni del Novecento quando sulle montagne reggiane da un censimento dell’epoca
risultavano presenti 60000 pecore con una media per gregge di 50 capi, calcolando che i pastori
adoperavano abitualmente da 1 a 3 cani per gregge, si presume che i cani lupini reggiani fossero da
1200 a 3600 esemplari, ai quali andavano aggiunti un altro centinaio di esemplari usati per la
guardia e con le mandrie di bovini. Con la riduzione drastica della pastorizia appenninica a metà
Novecento, conseguentemente diminuirono fino a rischiare l’estinzione anche i cani lupini reggiani
ed i pochi esemplari superstiti rimasero confinati in diverse vallate isolate dove si conservarono
assumendone il nome. La ricerca degli esemplari superstiti di Costa de’ Grassi (comune di
Castelnovo ne’ Monti), nel Ventasso (comune di Ramiseto), nella Val Bona (comune di Collagna) e
nella Val d’Asta (comune di Villa Minozzo), effettuata da Cristian Ielli, sta portando negli anni
Duemila al recupero della razza storicamente denominata “Luvin”, che oggi ha assunto la
denominazione di “Cane Lupino del Gigante” (“Gigante” è il soprannome del Monte Cusna, la cima
più alta dell’Appennino Reggiano). L’azione di recupero può attualmente svolgersi su una
popolazione stimata di 150-200 esemplari ancora puri, secondo le ricerche effettuate da Cristian
Ielli a partire dal 1997. Questa ipotesi di standard è basata sul nucleo di esemplari di proprietà e/o
allevamento di Cristian Ielli, più altri sparsi sul luogo d’origine, con 17 esemplari adulti misurati,
più altri 2 adulti ed alcuni giovani osservati, per un totale di 25 esemplari visionati (13-17% della
popolazione attualmente stimata). Alcuni esemplari sono stati osservati anche al lavoro sul gregge e
nella guardia.
ASPETTO GENERALE: Cane rustico di media taglia, leggermente allungato, agile e solido, armonico, è sia a pelo corto che lungo; la tipicità del Cane Lupino del Gigante che lo fa rassomigliare alla specie selvatica del lupo grigio della sottospecie appenninica, storicamente trasmessa dalla plurisecolare selezione funzionale spontanea naturale e/o pastorale, circoscritta alla delimitata area d’origine, lo differenzia notevolmente nell’aspetto generale dalle altre razze di canilupo invece ottenuti dopo una recente e breve selezione sperimentale ibridologica indotta per scopi non pastorizi (ma militari od altro), come le due razze già ufficialmente riconosciute dalla FCI del Cane Lupo Olandese di Saarloos e del Cane Lupo Cecoslovacco, oltre a quelle non riconosciute del Cane Lupo Italiano e del Cane Lupo Americano, nonché dai meno noti Cane Lupo Cinese, Cane Lupo Sudafricano, Cane Lupo Russo (anche dal Cane Sciacallo Russo). Si differenzia pure dal più affine (per geografia, storia, formazione e funzione) Cane Toccatore o Paratore presente in Abruzzo.
PROPORZIONI IMPORTANTI: Lunghezza del tronco dalla punta della spalla alla punta della natica lievemente superiore all’altezza al garrese (dal 10% al 13%); altezza del torace lievemente inferiore alla metà dell’altezza al garrese (dal 42% al 48% dell’altezza al garrese); lunghezza del muso inferiore alla metà della lunghezza totale della testa (rapporto cranio-muso da 55-45 a 60-40).
COMPORTAMENTO/TEMPERAMENTO: Molto affettuoso con i bambini, giocoso ed
estroverso fino ai due anni di età, quando matura completamente; è riflessivo ma al comando
diventa irruento e focoso; il maschio è territoriale; in famiglia generalmente si affeziona ad una sola
persona che reputa il suo capo branco, mentre agli altri familiari riserva un rispetto pari quasi
all’indifferenza; tra consimili, si tende a creare un legame di coppia tra maschio e femmina.
TESTA: A forma di cono; la lunghezza totale non raggiunge i 5/10 dell’altezza al garrese (dal 43%
al 49% dell’altezza al garrese).
REGIONE CRANIALE: Cranio a forma leggermente ovoidale, più lungo che largo; direzione degli
assi cranio-facciali leggermente divergenti; profilo superiore del cranio leggermente convesso,
quasi piatto.
Cranio: Larghezza bizigomatica poco più o poco meno della metà della lunghezza totale della testa
(cranio largo dal 45% al 55% della lunghezza totale della testa); seni frontali poco sviluppati; sutura
metopica ben accentuata; apofisi occipitale poco marcata.
Stop: Poco accentuato.
REGIONE FACCIALE
Tartufo: Grande; prosegue il profilo superiore della canna nasale e non è sporgente sulla linea
verticale anteriore delle labbra; pigmentazione nera; narici ben aperte.
Muso: Lunghezza inferiore a quella del cranio (40-45% della lunghezza totale della testa); ben
profondo; largo alla base con facce laterali leggermente convergenti fra loro, senza diventare troppo
appuntito; canna nasale rettilinea o leggermente montonina; profilo inferiore del muso dato dal
margine inferiore rettilineo della mandibola.
Labbra: Margine inferiore delle labbra superiori viste di fronte risultano a linea retta;
sufficientemente spesse; aderenti alle mascelle con commessura labiale non visibile; pigmentazione
nera.
Mascelle/Denti: Mascelle robuste; dentatura completa di numero, con denti bianchi di notevole
sviluppo; incisivi regolarmente allineati e con chiusura a forbice.
Guance: Normalmente sviluppate, perciò non sporgenti.
Occhi: Un po’ piccoli; apertura a mandorla; iride di colore bruno dal chiaro allo scuro, bilaterale
(omocromatica) o unilaterale (eterocromatica), nel qual caso con un occhio di colore azzurro; bulbo
oculare non prominente; posizione semi-laterale; margini palpebrali ben aderenti al bulbo oculare e
con pigmentazione nera; espressione vivace, vispa.
Orecchie: Inserite alte; portate naturalmente erette con faccia interna diretta in avanti, si
posizionano leggermente oblique verso l’esterno; forma triangolare; con base larga e rigida
cartilagine ben spessa; corte o mediamente lunghe (tollerata una lunghezza maggiore).
COLLO: Profilo superiore leggermente convesso; lunghezza quasi uguale alla lunghezza totale
della testa; portato eretto con muscolatura ben sviluppata; pelle ben aderente.
TRONCO: Inserito nel rettangolo, per la lunghezza misurata dalla punta della spalla alla punta
della natica lievemente superiore all’altezza al garrese (dal 10% al 13%).
Linea superiore: Rettilinea nel tratto dorsale; leggermente convessa nel tratto lombare; con la parte
anteriore della groppa (ilio) allo stesso livello o lievemente superiore al garrese.
Garrese: Leggermente elevato sulla linea dorsale; si congiunge armoniosamente al collo.
Dorso: Rettilineo; muscolatura solida; più lungo dei lombi.
Lombi: Corti; ben larghi; molto muscolosi da renderli leggermente arcuati.
Groppa: Segue la linea dei lombi; ben inclinata sull’orizzontale a 20-25° dall’anca all’inserzione
della coda ed a 40-45° dall’ileo all’ischio; più lunga che larga; ben muscolosa.
Torace: Lungo almeno 5/10 dell’altezza al garrese da rendere la retrostante regione lombare corta;
largo poco più o poco meno di 1/3 dell’altezza al garrese; disceso sino ai gomiti, è poco inferiore
alla metà dell’altezza al garrese (dal 41% al 48% dell’altezza al garrese); costole ben cerchiate;
petto sufficientemente largo, con regione sternale lunga e manubrio dello sterno non prominente
oltre la punta delle spalle.
Linea inferiore e ventre: Linea sternale che sale poco verso il ventre, che perciò è poco rientrante;
fianchi con incavo poco accentuato.
CODA: prosegue la linea della groppa, perciò è inserita bassa; si restringe leggermente verso la punta; lunga da scendere oltre la punta del garretto; ben spessa e robusta; ricoperta da pelo corto o lungo a seconda della varietà del mantello; portata a scimitarra od a mezzaluna o con ricciolo largo o stretto alla sua estremità.
ARTI
ARTI ANTERIORI
Aspetto generale: Perfettamente in appiombo sia visti di fronte che di lato; altezza al gomito poco
superiore alla metà dell’altezza al garrese (dal 52% al 59% dell’altezza al garrese).
Spalla: Lunga 1/4 dell’altezza al garrese; inclinata a 50°-55° sull’orizzonte; muscolatura ben
sviluppata; angolo scapolo-omerale di 100°-110°.
Braccio: Lungo più della spalla; inclinato a 50°-55° sull’orizzonte; muscolatura ben sviluppata.
Gomito: Parallelo al piano mediano del corpo; angolo omero-radiale di 140°-145°.
Avambraccio: Lungo più del braccio; muscolatura asciutta; ossatura robusta.
Carpo: Largo quasi quanto l’avambraccio; ben spesso.
Metacarpo: Largo quasi quanto l’avambraccio; leggermente flesso.
Piedi anteriori: Forma ovale; dita ben arcuate ed unite; unghie preferibilmente pigmentate di nero;
cuscinetti plantari e digitali robusti e pigmentati di nero.
ARTI POSTERIORI
Aspetto generale: Perfettamente in appiombo sia visti di lato che da dietro.
Coscia: Lunga 1/3 dell’altezza al garrese; ben larga; muscolatura molto sviluppata; inclinata sui 60°
sull’orizzonte; angolo coxo-femorale di 100°-105°.
Ginocchio: Parallelo al piano mediano del corpo; angolo femoro-tibiale di 115°-120°.
Gamba: Lunghezza inferiore a quella della coscia; inclinata a 55°-60° sull’orizzonte; muscolatura
ben sviluppata; ossatura robusta.
Garretto: Più spesso che largo; angolo tibio-tarsico di 145°-150°.
Metatarso: La sua lunghezza è tale da posizionare la punta del garretto ad una distanza da terra
leggermente superiore al 25% dell’altezza al garrese; sufficientemente largo; è verticale e perciò in
perfetto appiombo sia visto di lato che da dietro.
Piedi posteriori: Con tutte le stesse caratteristiche dei piedi anteriori.
ANDATURA/MOVIMENTO: Passo e trotto molto molleggiati; l’andatura caratteristica è il trotto
resistente su lunghe distanze; con la particolarità che converge gli arti posteriori verso l’interno,
perciò tenendoli leggermente obliqui; al galoppo compie balzi eleganti, leggeri nel toccare il suolo,
anche a velocità sostenuta.
PELLE: Tesa ed aderente in ogni regione, non è troppo spessa da nascondere le cesellature ossee.
MANTELLO
Pelo: Due varietà, a pelo corto ed a pelo lungo.
Pelo corto: Pelo di copertura corto e non raso, ben aderente, di tessitura ruvida, con presenza di
sottopelo lanoso; l’insieme del mantello a pelo corto è molto fitto.
Pelo lungo: Pelo di copertura mediamente lungo, ma con variabilità di lunghezza minore o
superiore della varietà di mantello semilungo, segue le linee del corpo, senza essere ondulato; la sua
tessitura è ruvida, mentre il sottopelo è lanoso; l’insieme del mantello è ben folto; forma un lieve
collare; il cranio è coperto da pelo semilungo, che nasconde la base delle orecchie, mentre il muso
ha pelo corto; l’orecchio è coperto da pelo fine e corto; la coda è guarnita da pelo lungo; sui margini
posteriori degli arti il pelo forma delle frange; più raro è il pelo leggermente ricciuto, che è
ammesso.
Colore: Sono ammessi tutti i colori e loro combinazioni; il più caratteristico e diffuso è quello
classico lupino, con presenza di nero più o meno distribuito, talvolta anche con tracce blu merle;
può essere unicolore bianco o nero, ma anche marrone, rossiccio, rame, grigio, arancio, cenerino,
avorio ed ogni altra tonalità e sfumatura; il pluricolore può essere tigrato e con ogni altra
combinazione, senza o con bianco su muso, collare, petto ed arti.
TAGLIA E PESO
Altezza al garrese: Maschi da 52 a 58 cm; femmine da 48 a 54 cm; altezze inferiori o superiori sono
ammesse, purché gli esemplari siano proporzionati e funzionali, con buon movimento; la taglia
indicata è quella classica per la conduzione delle greggi ovicaprine, mentre la taglia superiore è
altrettanto storicamente indicata ma per la guardia e la conduzione delle mandrie bovine.
Peso: In proporzione all’altezza al garrese; indicativamente da 20 a 30 kg.
N.B.: il maschio ha due testicoli apparentemente normali, completamente discesi nello scroto.
DIFETTI: Ogni deviazione dai punti precedenti saranno considerati un difetto e la gravità con cui
il difetto sarà considerato, sarà in esatta proporzione al suo grado ed al suo effetto sulla salute e sul
benessere del cane, oltre che sulla funzionalità.
DIFETTI LIEVI: Tra i difetti lievi in ordine di importanza osservare: testa un po’ più corta del rapporto indicato rispetto all’altezza al garrese; cranio un po’ più largo del rapporto indicato rispetto alla lunghezza totale della testa; muso un po’ più corto del rapporto indicato rispetto alla lunghezza del cranio; assi cranio-facciali paralleli; tartufo sporgente oltre la linea verticale della labbra; tartufo più chiaro di pigmento, purché siano ben pigmentate di nero le rime palpebrali e labiali; labbra chiare di pigmento, purché siano ben pigmentati di nero il tartufo e le rime palpebrali; mancanza di un primo premolare (PM1); chiusura a tenaglia, cioè con il bordo degli incisivi superiori opposto al bordo degli incisivi inferiori; orecchie un po’ lunghe; sottopelo non molto folto; pelo di copertura leggero e svolazzante; costruzione un po’ pesante e grossolana; tronco leggermente più allungato.
DIFETTI GRAVI: In ordine di gravità: testa molto più corta del rapporto indicato rispetto
all’altezza al garrese; cranio molto più largo del rapporto indicato rispetto alla lunghezza totale della
testa; cranio rotondeggiante; occhi di forma rotondeggiante; occhi con bulbo prominente; stop
molto accentuato; muso molto più corto del rapporto indicato rispetto alla lunghezza del cranio;
muso non pieno di substrato osseo, leggero; coda molto corta; mancanza di due o più denti;
chiusura a forbice rovesciata, cioè con il margine posteriore degli incisivi inferiori a stretto contatto
con il margine anteriore degli incisivi superiori; denti di scarso sviluppo (microdonzia); pelo di
copertura di tessitura non ruvida; pelo leggero e svolazzante nella varietà a pelo lungo; assenza
totale di sottopelo; costruzione molto pesante e grossolana; tronco molto allungato od inserito nel
quadrato (lunghezza del tronco dalla punta della spalla alla punta della natica uguale all’altezza al
garrese).
DIFETTI DA SQUALIFICA
1. Aggressivo o troppo timido.
2. Ogni cane che presenta chiaramente una morfologia od un comportamento non normale andrà
squalificato.
3. Esemplare non tipico.
4. Difetti che proibiscono l’utilizzo in riproduzione: enognatismo; prognatismo; orecchie pendenti;
assi cranio-facciali convergenti; depigmentazione totale del tartufo e/o dei margini palpebrali (color
carne); monorchidismo; criptorchidismo; deficiente sviluppo di uno od entrambi i testicoli; uno od
entrambi i testicoli non ben discesi nello scroto.
Ipotesi di Standard a cura di Antonio Crepaldi (giudice Enci / Fci). Rilievi biometrici di Antonio
Crepaldi con l’assistenza di Cristian Ielli e la collaborazione di Stefano Marangon.
Si rigraziano il
Sig. Cristian Ielli e l'Associazione Cane Lupino del Gigante - www.cane-luvin.eu
a cura di Vinattieri Federico - www.difossombrone.it