Tipologia: Riserva Naturale Statale; istituita con D.M.A.F. del 10 dicembre 1985.
Regione: Marche
Provincia: Macerata
La Riserva Naturale Statale Abbadia di Fiastra è situata nella fascia collinare della provincia di Macerata, a cavallo tra la valle del fiume Chienti e quella di Fiastra. Occupa una superficie di 1.853 ettari nel territorio dei comuni di Tolentino e Urbisaglia, fra i 130 ed i 306 m. Ufficialmente istituita il 18 giugno 1984 con una convenzione stipulata fra la Regione Marche e la Fondazione Giustiniani-Bandini, proprietaria dell'area, essa è stata successivamente riconosciuta, con Decreto del Ministero Agricoltura e Foreste del 10 dicembre 1985) anche quale "Riserva Naturale dello Stato" e quindi inserita nel sistema delle "Riserve Naturali Regionali”.
Riserva Naturale Statale Abbadia di Fiastra (foto www.abbadiafiastra.net)
L'ambiente naturale è caratterizzato dai corsi d’acqua (torrente Entogge e fiume Fiastra) con la loro caratteristica fauna e vegetazione ripariale, dal lago “le Vene”, piccolo bacino lacustre di origine artificiale, che è stato oggetto di un interessante progetto di riqualificazione naturalistica, e dalla Selva, un bosco di oltre 100 ettari giunto quasi intatto fino ai giorni nostri, grazie alla cura che ne ebbero prima i monaci cistercensi e successivamente la famiglia Bandini ed infine la Regione Marche che lo ha dichiarato "Area Floristica Protetta".
L’abbazia cistercense di S. Maria di Chiaravalle di Fiastra fu fondata nel 1142 per volere di Guarniero II, duca di Spoleto, da 12 monaci Cistercensi provenienti dall’Abbazia di Chiaravalle di Milano. I religiosi, appena giunti, iniziarono a costruire il monastero utilizzando il materiale proveniente dalle rovine della vicina città romana di Urbs Salvia e seguendo le indicazioni di San Bernardo. Contemporaneamente avviarono la bonifica dell'area, caratterizzata da estesi boschi e paludi e dalla presenza di lupi, orsi e cervi. L’abbazia, che conobbe una rigogliosa floridezza per oltre tre secoli, fu centro di ferventi attività economiche, sociali e culturali. Nel 1422 fu saccheggiata da Braccio da Montone, signore di Perugia, che abbatté la copertura della chiesa, il tiburio (alta torre campanara) ed uccise numerosi religiosi. In seguito a questi eventi la chiesa fu affidata dal Papato, in commenda, a otto Cardinali; nel 1581 passò alla Compagnia di Gesù ed infine, nel 1773, l'intera proprietà fu ceduta alla nobile famiglia Bandini e quindi, per volontà dell'ultimo erede di questa, ad una Fondazione agraria intestata a suo nome che tuttora gestisce l'intera area. La chiesa, a croce latina e a tre navate, ha dimensioni imponenti: 72 metri di lunghezza, 20 di larghezza, 25 di altezza. Le volte a crociera originali sono visibili solo dall’entrata e dal presbiterio, perché la parte centrale del soffitto fu distrutta, come già detto, nel 1422.
Le specie prevalenti sono il cerro (Quercus cerris), la roverella (Quercus pubescens), l'orniello (Fraxinus ornus), l'acero campestre (Acer campestre). E' presente anche il carpino orientale (Carpinus orientalis), un elemento pontico la cui distribuzione interessa esclusivamente la parte meridionale della regione Marche, l'elleboro di Bocconi (Helleborus bocconei ssp. bocconei) e l'arisaro (Arisarum proboscideum). Altre presenze di notevole rilievo sono il bosso (Buxus sempervirens) ed il capo-chino (Carpesium cernuum), specie rara in Italia settentrionale, ancor meno frequente in quella centrale e completamente assente nel meridione. Dal punto di vista faunistico è da ricordare la presenza del capriolo, specie estinta nelle Marche agli inizi del 1900, successivamente reintrodotta in diverse località della regione tra cui nel 1957, anche all'Abbadia di Fiastra. Tra i carnivori ricordiamo la volpe, il tasso, la faina, la puzzola e la donnola. Gli uccelli rappresentano certamente l'elemento più evidente all'interno della riserva; tra i nidificanti più comuni nella selva si ricordano: l'allocco, il picchio verde, il picchio rosso minore, il rigogolo, l'usignolo e il rampichino, oltre al colombaccio che, durante la stagione invernale, si rifugia nella zona formando folti stormi composti anche da alcune migliaia di esemplari. Nell'ambiente dei campi coltivati, oltre a specie più diffuse come la cornacchia grigia e la gazza, sono presenti la tortora, l'upupa, l'assiolo e l'allodola.
Chiostro dell'Abbazia di S. Maria di Chiaravalle di Fiastra (foto www.abbadiafiastra.net)
Le visite ai vari ambienti della Riserva Naturale e delle aree contigue vengono curate dal Centro di Educazione Ambientale della Riserva con l'ausilio di guide specializzate. Le uscite prevedono percorsi alla scoperta della selva, del fiume Fiastra, dell’ambiente rurale, del complesso monastico cistercense e dell’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra con i suoi musei, dell'area archeologica di Urbs Salvia (I sec. d.C.) con il Museo archeologico statale, del borgo e la rocca medioevale di Urbisaglia e del Castello della Rancia.
Come arrivare:
Con l’automobile da Ancona – Pescara prendere la A14, uscita di Civitanova Marche, quindi seguire la superstrada per Camerino fino all’uscita di Macerata Ovest da dove, in pochi minuti, si raggiunge la Riserva Naturale, mentre da Roma raggiungere Spoleto e poi Foligno, quindi seguire la SS 77 e la superstrada per Civitanova Marche fino all’uscita di Macerata Ovest da dove, in pochi minuti, si raggiunge la Riserva Naturale.
Gestione:
Fondazione Giustiniani-Bandini
Contrada Abbadia di Fiastra - 62029 Tolentino (MC)
Tel.0733 201049 Fax. 0733 202838
Sito web: www.abbadiafiastra.net
a cura di Nelli Elena