Riconoscimento denominazione: Reg: 23/09/2016
La Patata Novella di Galatina DOP è un tubero della specie Solanum tuberosum, della varietà Sieglinde, una pregiata produzione orticola che ha trovato nella caratteristica “terra rossa” del Salento un ambiente congeniale al suo sviluppo.
La zona di produzione della Patata Novella di Galatina DOP è costituita dal territorio amministrativo dei Comuni di Acquarica del Capo, Alliste, Casarano, Castrignano del Capo, Galatina, Galatone, Gallipoli, Matino, Melissano, Morciano Di Leuca, Nardò, Parabita, Patù, Presicce, Racale, Salve, Sannicola, Taviano, Ugento, in provincia di Lecce, nella regione Puglia.
L’introduzione nel Salento della Patata Novella di Galatina DOP risale al secondo dopoguerra. La presenza storica nel territorio di questa coltura è testimoniata dall’attribuzione del nome Galatina, identificativo di un luogo geografico ben definito, al quale sono tradizionalmente legate la reputazione del prodotto e le qualità organolettiche specifiche che gli sono riconosciute.
L’anticipazione di un raccolto che normalmente è da considerarsi primaverile - autunnale è dovuta alle caratteristiche di tipo genetico, agrotecnico e alle particolari condizioni agro-pedologiche e climatiche dell’areale di produzione. I terreni che ospitano la coltura sono caratterizzati dalle sinopie, ovvero le “terre rosse”, di natura sabbiosa e molto ricche in fosforo, ferro e potassio e povere in azoto totale presenti lungo tutta la fascia che accompagna la costa ionica. Le proprietà di queste particolari terre rosse sono influenzate dalle condizioni climatiche in cui si sono formate, come l’andamento delle temperature nelle diverse stagioni e la durata del periodo di illuminazione giornaliera. La Patata Novella di Galatina DOP trova in questo particolare ambiente e in un preciso periodo di coltivazione le migliori condizioni di sviluppo che consentono alla specie di ritardare o impedire la fioritura, a vantaggio di una migliore e più precoce produzione di tuberi. Anche le caratteristiche pedo-agronomiche dei terreni determinano una specifica influenza sulla precocità, permettendo al tubero di svilupparsi regolarmente e di conservare la forma mentre la buccia matura, mantenendo un aspetto liscio e lucido, dal color ruggine o cioccolato. La raccolta della Patata Novella di Galatina DOP avviene nel periodo compreso fra la prima decade di marzo e il 30 giugno di ogni anno. Una volta raccolti, i tuberi non possono essere sottoposti a lavaggio e non possono essere conservati per più di 30 giorni.
La Patata Novella di Galatina DOP è caratterizzata dalla buccia di colore giallo intenso, facile allo sfaldamento ma priva di screpolature, che per la presenza di residui terrosi derivanti dalla coltivazione nelle terre rosse può assumere un colore ruggine cioccolato. La polpa è soda e di colore giallognolo. La forma è allungata o ovale, di media grandezza.
La Patata Novella di Galatina DOP si conserva in luoghi freschi e asciutti, meglio in assenza di luce. Infiniti gli utilizzi in cucina del prodotto, che è ideale preparato a fette, per arricchire le insalate, ma è un ottimo contorno sia lessata, che fritta o arrostita. Nel Salento viene anche utilizzata per condire la pasta, in una preparazione tipica regionale molto gustosa, la pasta patate e cozze.
Patata Novella di Galatina DOP
Articolo 1.
DENOMINAZIONE
La Denominazione di Origine Protetta “Patata novella di Galatina” è riservata esclusivamente ai
tuberi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.
Articolo 2.
CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
La Denominazione di Origine Protetta “Patata novella di Galatina” designa esclusivamente i tuberi
della specie Solanum tuberosum, var. Sieglinde, ottenuti nell’area delimitata al successivo art. 3.
Le caratteristiche del prodotto all’atto dell’immissione al consumo sono le seguenti:
FISICHE
- epidermide (corteccia o buccia), di colore giallo intenso, brillante; anche per la presenza di
residui terrosi derivanti dalla coltivazione nelle terre rosse, assume un colore ruggine “cioccolato”.
- forma lungo – ovale, di media grandezza;
- buccia non completamente differenziata, facile allo sfaldamento, priva di screpolature;
- tuberi interi, non germinati, di forma regolare ed esenti da malformazioni, da sapori ed odori
anomali;
- tuberi asciutti, privi di “inverdimento”, spaccature, ammaccature, rosure, macchie ed alterazioni
patologiche;
CHIMICHE
- basso contenuto in amido (massimo 17%) e sostanza secca (massimo 21%);
Articolo 3.
ZONA DI PRODUZIONE
L’area di produzione della Denominazione di Origine Protetta “Patata novella di Galatina” è
costituita dal territorio amministrativo dei seguenti Comuni in Provincia di Lecce: Acquarica del
Capo, Alliste, Casarano, Castrignano del Capo, Galatina, Galatone, Gallipoli, Matino, Melissano,
Morciano Di Leuca, Nardò, Parabita, Patù, Presicce, Racale, Salve, Sannicola, Taviano, Ugento.
Articolo 4.
PROVA DELL’ORIGINE
Ogni fase del processo produttivo deve essere monitorata documentando per ognuna gli input e gli
output. In questo modo, e attraverso l’iscrizione in appositi elenchi, gestiti dall’Organismo di controllo, dei produttori, delle particelle catastali sulle quali avviene la coltivazione, dei
condizionatori, nonché attraverso la dichiarazione tempestiva alla struttura di controllo delle
quantità prodotte, è garantita la tracciabilità del prodotto. Tutte le persone, fisiche o giuridiche,
iscritte nei relativi elenchi, saranno assoggettate al controllo da parte dell’Organismo di controllo,
secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo.
Articolo 5.
METODO DI OTTENIMENTO
Le condizioni tecniche di coltura dei terreni destinati alla produzione della “Patata novella di
Galatina” devono essere quelle tradizionali della zona e comunque atte a conferire al prodotto le
specifiche caratteristiche di qualità, così come individuate all’art. 2.
A tal fine si individuano le seguenti tecniche colturali:
AVVICENDAMENTO COLTURALE. E’ obbligatorio l’avvicendamento colturale, da eseguire
attraverso la rotazione biennale con frumento, leguminose da granella (fava, pisello) o con piante
orticole (zucchino, finocchio). E’ comunque vietato l’impiego delle altre solanacee (peperone,
pomodoro, melanzana), sia in rotazione con la patata, che come colture intercalari.
PREPARAZIONE DEL TERRENO. Entro il periodo che va dal primo di agosto e fino al 30
settembre si effettua una lavorazione del terreno in profondità, alla quale segue, poco prima
dell’impianto, un’accurata fresatura.
L’IMPIANTO deve essere effettuato nel periodo compreso fra il 20 Novembre fino a tutto
Febbraio. E’ obbligatorio l’utilizzo di tuberi seme certificati; è obbligo del produttore conservare i
cartellini che accompagnano le partite dei tuberi seme impiegati. I tuberi seme, oltre che certificati,
devono essere privi di lesioni e/o ammaccature e di germogli lunghi e filati.
I tuberi possono essere piantati interi o tagliati; è ammesso anche l’impiego di tuberi pre
germogliati. I tuberi seme vengono posti ad una distanza sulla fila pari a 20 – 30 cm e fra le file ad
una distanza compresa fra 60 e 80 cm.
IL PIANO DI FERTILIZZAZIONE terrà conto delle caratteristiche fisiche dei terreni e della loro
dotazione in elementi nutritivi; di seguito si riportano gli importi massimi consentiti per i principali
macroelementi:
AZOTO (N): Gli apporti massimi consentiti in azoto (N), in relazione alla dotazione del terreno sono pari a 170 Kg/ha; Non è ammesso in pre-semina un apporto di azoto superiore a 60 Kg/ha; il resto della concimazione azotata deve essere frazionato in due interventi: subito dopo l’emergenza e ad inizio tuberificazione.
FOSFORO (P2O5): Gli apporti massimi consentiti in fosforo (P2O5), in relazione alla dotazione
del terreno sono pari a 130 Kg/ha;
POTASSIO (K2O): Gli apporti massimi consentiti in potassio (K2O), in relazione alla dotazione
del terreno sono pari a 200 Kg/ha.
Non sono consentite distribuzioni di fosforo e potassio in copertura, limitandone la distribuzione
solo in pre-semina, al momento della preparazione del terreno. E’ consentito l’apporto di letame.
IL CONTROLLO DI CRITTOGAME, FITOFAGI ED ERBE INFESTANTI deve essere
effettuato attraverso il ricorso alla lotta integrata secondo le normative vigenti.
IRRIGAZIONE. I volumi irrigui stagionali non devono superare i 2000 m3/ha, distribuiti in un massimo di 10 interventi irrigui. Le adacquate verranno sospese 7 giorni prima della raccolta.
LA RACCOLTA inizierà a partire dalla prima decade di marzo e non si potrà prolungare oltre il 30 giugno. E’ vietato il ricorso all’impiego di prodotti chimici dissecanti. Le rese unitarie possono arrivare fino ad un massimo di 400 q/ha.
In tutte le fasi della LAVORAZIONE del prodotto devono essere adottate tutte le precauzioni atte
ad evitare contusioni, ferite e fenomeni di inverdimento. È vietato il lavaggio dei tuberi. Una
eventuale CONSERVAZIONE del prodotto non potrà superare un periodo di 30 giorni.
Articolo 6.
LEGAME CON L’AMBIENTE
La “Patata novella di Galatina” deve la sua peculiarità alla sua marcata precocità e alla particolare
caratteristica estetica di presentare un’epidermide generalmente ricoperta di residui terrosi, che
fanno assumere alla stessa un tipico colore ruggine.
I residui terrosi sulla “Patata novella di Galatina” richiamano il tipico colore delle terre dell’areale
di coltivazione e la loro presenza è legata al fatto che i tuberi, dopo la raccolta e le operazioni di
cernita, sono avviati alla commercializzazione senza essere sottoposti ad operazioni di lavaggio che
determinerebbero danneggiamenti a carico della sottile buccia.
Altra caratteristica riconducibile alla “Patata novella di Galatina” è il basso contenuto in sostanza
secca.
L’anticipazione per quanto possibile spinta di un raccolto che normalmente è da considerarsi
primaverile - autunnale, è dovuta, oltre alle caratteristiche di tipo genetico e di tipo agrotecnico,
anche e soprattutto alle particolari e specifiche condizioni agro pedologiche e climatiche.
La principale caratteristica dei terreni che ospitano la coltura è rappresentata infatti dalle “terre
rosse”, presenti lungo tutta la fascia che costeggia la costa ionica, tanto da caratterizzare in modo
esclusivo quest’area; di natura sabbiosa e a reazione sub acida o prossime alla neutralità, queste si
presentano molto ricche in fosforo assimilabile, ferro assimilabile e potassio scambiabile, ma
mediamente dotate in sostanza organica e povere in azoto totale. Le terre rosse rappresentano un
tipico esempio di “terreni zonali o climatici”, di quei terreni, cioè, le cui proprietà sono fortemente
influenzate dalle condizioni climatiche in cui si sono formati.
Inoltre, la natura sabbiosa dei terreni di coltivazione della “Patata novella di Galatina” rende questi
terreni facilmente riscaldabili, permettendo una pronta partenza del ciclo vegetativo e quindi un
conseguente anticipo della maturazione rispetto ad altri areali. La facilità di drenaggio dei terreni
sabbiosi consente una maggiore facilità nell’eseguire le diverse operazioni colturali, tra le quali la
semina e la raccolta, operazioni la cui tempestività di esecuzione contribuisce alla precocità della “Patata novella di Galatina”.
La temperatura media mensile del mese più freddo (gennaio) oscilla fra 9,50 e 10°C, quella del
mese più caldo (agosto) da 25,60 a 26 °C, con valori massimi assoluti non di rado superiori ai 40°C; non si riscontrano, inoltre, forti escursioni termiche giornaliere (differenza fra temperatura massima
e minima nelle 24 ore).
Più in dettaglio, nei riguardi della temperatura, risultano pienamente soddisfatte le condizioni
termiche ottimali per lo sviluppo delle diverse fasi fenologiche:
- se, come accade, la temperatura del suolo non scende al di sotto dei 3 – 4°C, i tuberi si
mantengono in stasi vegetativa senza alcun danno per l’integrità del tubero-seme;
quando la temperatura sale a circa 8°C, comincia la germogliazione, la quale procede
rapidamente a temperatura superiore, con un optimum intorno ai 15°C; temperature
elevate determinano stasi o blocco vegetativo. Eseguendo pertanto, così come avviene
nella realtà, l’impianto dei tuberi - seme nel periodo che va da fine novembre fino a tutto
febbraio, si permette al tubero di superare indenne un breve periodo di stasi vegetativa
fino al momento in cui l’aumento delle temperature che si registra verso la fine del mese
di febbraio – primi di marzo non è tale da consentire alla coltura una rapida
germogliazione ed emergenza. Ciò è tanto più vero quanto più ci si sposti verso le zone
costiere dell’area individuata, allorché le minori escursioni termiche che lì si registrano
per via dell’effetto mitigante esercitato dal mare, consentono di anticipare ulteriormente
l’epoca di impianto allo scopo di ottenere un maggiore anticipo nell’epoca di raccolta.
- il differenziamento dei tuberi inizia 15 – 20 giorni dopo l’emergenza; temperature
superiori a 20°C all’epoca della formazione dei tuberi possono provocare una riduzione
produttiva;
- anche l’accrescimento della parte aerea, oltre che dalla fertilità e dalle tecniche colturali
(concimazione azotata in primis) è condizionata ovviamente dalla temperatura, che non
dovrebbe superare in questa fase i 25 – 27°C.
Con riferimento al comportamento della coltura in relazione alla durata del periodo di illuminazione
giornaliero (fotoperiodo), la patata, considerata specie longidiurna a tutti gli effetti, trova in questo
ambiente e in questo periodo di coltivazione le migliori condizioni di sviluppo: le condizioni di
fotoperiodo breve che caratterizzano l’ambiente in esame, consentono infatti alla specie di ritardare
o impedire la fioritura a vantaggio di una migliore e più precoce produzione di tuberi.
Le caratteristiche pedo – agronomiche dei terreni che ospitano la coltura determinano una specifica
influenza anche su alcune caratteristiche chimico – fisiche dei tuberi e sullo stato di maturazione del
periderma.
Alle proprietà dei terreni di coltivazione, si deve attribuire anche l’influenza diretta sul basso
contenuto in sostanza secca del prodotto: i tuberi, infatti, non trovando ostacoli nel corso del loro
ciclo colturale, grazie alla natura sabbiosa ed al contenuto in sostanza organica dei terreni che li
ospitano, esprimono a pieno le loro potenzialità di sviluppo, raggiungendo volumi considerevoli.
Per effetto di cio', decisamente inferiori risultano di conseguenza i valori del peso specifico e quindi
quelli della sostanza secca, parametro quest'ultimo ritenuto importante nella determinazione delle
caratteristiche chimiche della “Patata novella di Galatina”.
Nei terreni sabbiosi che caratterizzano l’intera area di coltivazione, il tubero si sviluppa infatti
regolarmente conservando la propria forma e la buccia può maturare mantenendo un aspetto liscio e
lucido, assumendo il tipico “color ruggine o cioccolato” per effetto della coltivazione sulle tipiche
terre rosse. Ad accentuare ulteriormente quest’aspetto, particolarmente apprezzato sui mercati di
consumo, contribuisce in maniera determinante anche la circostanza secondo la quale alla raccolta
del prodotto si provvede con semplici attrezzi meccanici che non vengono direttamente a contatto
con i tuberi e, ancor di più al fatto che le patate, appena raccolte, vengono immediatamente destinate
alle operazioni di commercializzazione senza che queste siano precedute o accompagnate da
operazioni di lavaggio dei tuberi.
L’omogeneità delle caratteristiche qualitative del prodotto in tutta l’area di produzione individuata
come tipica è riconducibile alla perfetta integrazione fra le caratteristiche genetiche della coltura e le
tipiche ed irriproducibili condizioni agrometeorologiche della zona di coltivazione, le quali
condizionano i vari stadi fenologici e di sviluppo della pianta. Le peculiari caratteristiche
pedologiche, climatiche ed agronomiche, che trovano nelle terre rosse la loro massima espressione,
fanno sì che la “Patata novella di Galatina” coltivata in questo ambiente si caratterizzi in modo
originale e speciale nel panorama pataticolo europeo.
Risale agli anni immediatamente successivi al secondo evento bellico mondiale l’introduzione nel
Salento della “Patata novella di Galatina”.
Il nome, e quindi l’attribuzione e l’accostamento ad un luogo ben determinato – Galatina, appunto -
con il quale la patata è universalmente riconosciuta come garanzia di qualità organolettiche
superiori, sta a testimoniare la storica presenza nel territorio della coltura, la quale, dopo una iniziale
diffusione in questo Comune del Leccese, si è poi spostata soprattutto verso i Comuni
immediatamente a ridosso della costa ionica.
Aspetti economico - produttivi
Quella della patata rappresenta senz’altro la coltivazione fondamentale per gli equilibri agricoli ed
economici di diversi Comuni localizzati lungo la fascia costiera dell’arco Ionico Salentino; la scelta
di ricorrere, fra le colture ortive, soprattutto alla patata e non ad altre, pure abbastanza rappresentate
nell’intero Comprensorio, come anguria, peperone, è dovuta, oltre che alle concrete potenzialità
produttive espresse dalle favorevoli condizioni pedoclimatiche, anche al fatto che la patata richiede
una tecnica colturale relativamente più semplice rispetto alle altre ortive, oltre ad un più basso
impegno di mezzi tecnici e capitali. A tutto questo aggiungasi che la coltivazione della patata,
rispetto alle altre specie prima citate, ben si presta ad essere effettuata in consociazione con quella
dell’olivo - sistemato a sesto ampio negli impianti di tipo tradizionale -, come di fatto è sempre
avvenuto e tuttora avviene nella stragrande maggioranza delle situazioni. In tale contesto produttivo, è ormai generalizzata da decenni la consuetudine di raccogliere anticipatamente (entro il mese di
ottobre) le olive direttamente dall’albero: se questo consente di ottenere un olio dalle caratteristiche
qualitative di gran lunga superiori rispetto a quello proveniente dalle olive raccolte da terra -
impegnando peraltro, in quest’ultimo caso, i terreni per periodi di tempo più lunghi - rappresenta
senz’altro il mezzo più efficace per consentire di preparare con largo anticipo il terreno destinato ad
accogliere i tuberi seme. L’influenza di una semina precoce sull’anticipo della maturazione dei
tuberi e quindi sulla loro raccolta è del tutto evidente ed esalta ulteriormente la precocità della
coltura.
Il mercato della “Patata novella di Galatina” è totalmente orientato all’esportazione verso i
Paesi del Centro e del Nord Europa; sono del tutto trascurabili le quantità che vengono avviate verso
i mercati nazionali; in particolare l’esportazione trova il suo principale e fondamentale sbocco
presso i principali mercati di Germania (oltre l’80% del mercato all’esportazione), Paese in cui il
prodotto ha da sempre raggiunto le maggiori quotazioni rispetto ad altre varietà di patate novelle
prodotte in altre zone del Meridione d’Italia, come ampiamente testimoniato dalla documentazione
relativa alla iniziativa promossa dalla Camera di Commercio di Lecce negli anni ‘70, in
collaborazione con l’Istituto per il Commercio Estero, tesa a garantire una maggiore trasparenza
nelle contrattazioni e nei prezzi praticati ai produttori: l’Ente si occupava di comunicare
giornalmente e per l’intero periodo di commercializzazione a tutti i Sindaci dei Comuni interessati
alla produzione della patata novella, la quotazione delle patate novelle italiane sui principali mercati
tedeschi (Monaco di Baviera, Colonia, Amburgo, Francoforte). Presso i principali mercati di questo
Paese, la “Patata novella di Galatina” viene universalmente apprezzata in ragione delle particolari
caratteristiche estetiche, organolettiche e qualitative ed in ragione del fatto che su tutti questi
mercati, essa trova la sua massima collocazione in un periodo di tempo (da aprile a giugno) in cui
sono esaurite o in via di esaurimento le scorte di patate del vecchio raccolto e non è ancora
disponibile il nuovo prodotto locale.
Articolo 7.
CONTROLLI
Il controllo sulla conformità del prodotto al disciplinare è svolto, da una struttura di controllo,
conformemente a quanto stabilito dall’articolo 37 del Reg. (UE) n. 1151/2012. Tale struttura è
l’Autorità pubblica designata Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura di Lecce,
Viale Gallipoli n. 39 – 73100 Lecce – tel. 0832 68411; fax: 0832 684260 e-mail:
cameradicommercio@le.camcom.it;
Articolo 8.
ETICHETTATURA
Le confezioni di “Patata novella di Galatina” immesse al consumo potranno essere confezionate in
cartone, tele, juta, vertbag e tutti quei contenitori consentiti dalla normativa vigente distinte per
calibro secondo le due classi 28 - 40 mm o 32 – 65 mm.
L’etichetta riportata sulle confezioni conterrà le seguenti informazioni:
- il logo e la dicitura “Patata novella di Galatina”, in caratteri superiori ad ogni altra dicitura;
- l’origine (zona di produzione e di confezionamento);
- il nome, la sede e la ragione sociale del confezionatore;
- il peso netto all’origine;
- il calibro;
- il numero di identificazione del lotto;
- l’epoca di raccolta e la data di confezionamento;
- il simbolo dell’Unione Europea.
Altre informazioni potranno essere apposte a parte su uno specifico pieghevole o etichetta
riportante:
- indicazioni che facciano riferimento a frazioni, località o aziende comprese nei territori dei
Comuni di cui all’art. 3 e dai quali effettivamente provengono le patate con la Denominazione di
Origine Protetta;
- informazioni sulle qualità nutrizionali della patata;
- informazioni sull’uso culinario;
- informazioni sulle modalità di conservazione consigliate.
Alla Denominazione di cui all’art. 1 è vietata l’aggiunta di qualsiasi qualificazione diversa da quella
prevista nel presente disciplinare.
Il logo, di forma circolare, è inframezzato da uno spazio di forma ondulare di colore bianco; è
caratterizzato dalla presenza di un cerchio di colore verde – riportante la dicitura , in colore bianco, “ D.O.P. Patata novella” – nella parte superiore, e di colore giallo in quella inferiore – riportante la
dicitura, in colore rosso, “di Galatina” - .
Nella parte superiore del logo, all’interno, si osservano:
- in primo piano, la rappresentazione grafica della pianta di patata nel corso della sua attività
vegetativa con in risalto il colore verde del fogliame; lo sfondo, di colore azzurro, richiama il
colore del mare Ionio, lungo la fascia costiera del quale si svolge la coltivazione della patata
novella;
Nella parte inferiore del logo si osservano:
in primo piano, la rappresentazione dei tuberi, di colore giallo, a ricordare la solarità degli ambienti
di coltivazione, nonché il colore della buccia e della polpa; lo sfondo, invece, di colore rosso,
richiama nella mente il colore tipico dei terreni di produzione; l’associazione del colore giallo e di
quello rosso riporta infine ai colori dello stemma della Provincia di Lecce.