Olio di oliva extravergine Marche IGP
Articolo 1.
Denominazione
L’Indicazione Geografica Protetta dell’olio extravergine di oliva “Marche” IGP è riservata
agli oli extravergini estratti da olive prodotte nella zona di cui all’art. 3 e che rispondono
alle condizioni, ai requisiti stabiliti dal presente Disciplinare ed alla normativa vigente.
Articolo 2.
Caratteristiche del prodotto
Le varietà presenti che concorrono all’Indicazione Geografica Protetta “Marche”, senza
altra menzione geografica aggiuntiva, da sole o congiuntamente, sono: Piantone di
Falerone, Ascolana tenera, Piantone di Mogliano, Carboncella, Raggia ed altri genotipi
assimilabili, Rosciola, Leccino, Mignola, Coroncina, per un minimo dell’85%. Sono
ammesse altre varietà fino a un massimo del 15%.
Per l’immissione al consumo, l’olio extravergine di oliva a Indicazione Geografica Protetta“Marche” deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
- colore: giallo/verde;
- caratteristiche olfatto/gustative:
* CVr% minore o uguale a 20
Acidità massima totale espressa in acido oleico, in peso, non superiore a 0,35%
Numero di perossidi: <=12 (meq O
\Kg)
Acido oleico: min 73%
Acido linoleico: max 9%
K232: max 2,2
K270: max 0,15
Delta K: max 0,005
Polifenoli totali: min 200 mg\Kg (determinati per via colorimetrica ed espresso in acido gallico)
Articolo 3.
Zona di produzione
La zona di produzione delle olive per ottenere l’olio extravergine di oliva ad Indicazione
Geografica Protetta “Marche” coincide con i limiti territoriali della regione Marche il cui
territorio risulta olivato ed idoneo per ottenere produzioni con caratteristiche qualitative
previste nel presente Disciplinare di produzione.
La produzione e l’imbottigliamento devono avvenire esclusivamente all’interno del territorio
della Regione Marche.
Articolo 4.
Origine del prodotto
Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando per ognuna gli input e
gli output. Attraverso l’iscrizione in appositi elenchi degli olivicoltori (aziende agricole), dei
frantoiani e dei confezionatori gestiti dalla struttura di controllo, è garantita la rintracciabilità
del prodotto. Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, sono
assoggettate al controllo da parte dell’Organismo di Controllo, secondo quanto disposto
dal Disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo.
Articolo 5.
Metodo di ottenimento
Le condizioni di coltivazione ed ambientali degli oliveti destinati alla produzione dell’olio
extra vergine di oliva “Marche” I.G.P. debbono essere quelle ordinarie della zona e,
comunque, atte a confermare alle olive ed all’olio specifiche caratteristiche di qualità.
I sesti di impianto, le forme di allevamento ed i sistemi di potatura devono essere quelli
tradizionalmente usati nella regione ed agronomicamente razionali atti a non modificare le
caratteristiche qualitative delle olive e dell’olio. In particolare, per le forme di allevamento
dell’olivo, sono consentite quelle tipiche regionali.
La potatura di produzione a frequenza annuale, la fertilizzazione, l’irrigazione e la difesa
fitosanitaria debbono effettuarsi nel rispetto dei Disciplinari di produzione integrata della
Regione Marche.
La raccolta delle olive deve essere effettuata direttamente dalla pianta, a mano o con
sistemi meccanici che garantiscano l’integrità del frutto e comunque non oltre il 15
dicembre.
Le olive raccolte debbono essere contenute in cassette o simili che favoriscano
l’areazione. È vietato l’uso di sacchi di juta o simili.
Le olive devono essere sane ed integre e devono essere lavorate nel più breve tempo
possibile e comunque entro 2 giorni successivi alla raccolta, compresa l’eventuale sosta in
frantoio, che deve essere la più breve possibile.
Le olive destinate alla produzione dell’olio extravergine di oliva “Marche” IGP debbono
essere sottoposte a defogliazione e lavaggio prima della fase di molitura.
L’estrazione dell’olio extravergine di oliva deve avvenire mediante processi meccanici e
fisici atti a garantire l’ottenimento di oli senza alcuna alterazione delle caratteristiche
qualitative presenti nel frutto.
Detti processi si svolgono in impianti con sistema di estrazione in continuo ove non si
opera alcun trattamento diverso dal lavaggio, dalla decantazione, dalla centrifugazione e
dalla filtrazione.
La temperatura massima di lavorazione consentita in frantoio è di 30°C.
Avvenuta l’estrazione, l’olio deve essere conservato in recipienti di acciaio inox, vetro o
contenitori fissi idonei alla conservazione con valori di temperatura compresi tra 10°C e
20°C. Prima del confezionamento l’olio deve essere decantato o filtrato per eliminare
eventuali residui di lavorazione.
Per lo stoccaggio nei contenitori è possibile utilizzare gas inerti.
Articolo 6.
Legame con la zona geografica
L'olio d'oliva è storicamente uno tra i prodotti maggiormente caratterizzanti della Regione
Marche. La sua reputazione è antichissima come documentato da numerose fonti che
attestano la notorietà dell'olio marchigiano già in epoca romana. Nel XIII secolo, la
reputazione dell'olio marchigiano era tale che gli veniva riconosciuto un prezzo più elevato
rispetto agli oli delle altre regioni e addirittura, a Venezia, era stato emanato un esplicito
divieto di mescolarlo con oli di diversa provenienza. Ancora oggi, gli oli marchigiani
godono di un'ottima reputazione in virtù di una qualità costantemente elevata e con
straordinarie punte di eccellenza, come dimostrano i numerosi riconoscimenti ottenuti in
competizioni nazionali e internazionali dalle nostre aziende negli ultimi anni.
La diffusione della coltura dell'olivo nella regione Marche è stata influenzata nei secoli
dalle condizioni ambientali locali quali il clima, il suolo e la sua geomorfologia, fertilità e
non ultimi i fattori culturali ed umani che le persone insediate hanno potuto esprimere.
L'evoluzione storica dei sistemi gestionali nelle Marche per l'olivo ha assunto il fattore
limitante geografico verso nord come terra vocata alla sua coltivazione. Il fattore limitanteè dato dalle gelate tardo invernali ed anche primaverili che nella storia ha provocato
spesso la morte della pianta esterna cui ha fatto sempre seguito la sua ricostituzione
ripartendo dai nuovi getti radicali. Nonostante ciò l'olivicoltura marchigiana è presente in
tutte le zone collinari litoranee ed interne sia in coltura promiscua come piante sparse ed
ultimamente come impianti specializzati. Difatti si assiste per la coltura arborea - olivo - ad
una specializzazione nelle aree litoranee e di media collina ove si sono realizzati nuovi
impianti e ove si possono razionalizzare le tecniche colturali riguardanti la potatura, la
raccolta, la lotta fitosanitaria, se necessaria. Di contro, nelle aree interne e pedemontane
permane una olivicoltura marchigiana marginale ove con l'aspetto produttivo si esalta la
conservazione del paesaggio e del ricordo storico documentale legato all'appoderamento
diffuso ed alla cultura familiare ivi insediata in quanto pianta perenne. Le condizioni
pedoclimatiche della zona litoranea assicurano un regolare processo di maturazione e
riescono a garantire la produzione e quindi reddito agli olivicoltori. Per l'olivicoltura interna
le difficili condizioni pedoclimatiche influenzano la maturazione, le produzioni, la resa in
olio ed esaltano la peculiarità degli oli specie se oltre i mt 500 s.l.m. Da quanto premessoè evidente che la realtà colturale è quella della sua diffusione su tutto il territorio
coltivabile e la sua maggiore caratteristica, sostenuta dalla sua storia, è la sua
reputazione. E' altrettanto evidente che il clima ha condizionato nel tempo la coltivazione,
la diversificazione delle cultivar, la selezione delle varietà autoctone e la diffusione di
esse. Tali varietà sono tuttora presenti nei nuovi impianti, e costituiscono la base di tutti gli
oli prodotti nella regione.
La qualità e, soprattutto, la peculiarità è correlata in particolar modo alla presenza delle
varietà locali che arricchiscono l'aroma di sentori peculiari, e dalle condizioni
pedoclimatiche. Le caratteristiche organolettiche riscontrate hanno messo in evidenza un
prodotto in cui prevale il gusto dolce e fruttato, ed in alcuni casi un gradevole tono amaro
e piccante. L'elevato contenuto in polifenoli riscontrato negli oli è in parte imputabile al
sistema di estrazione utilizzato.
La tecnologia di estrazione ha nelle Marche una lunga tradizione. Un censimento del
1910 in provincia di Ancona rileva 163 frantoi attivi, tra forza animale e forza motrice,
tanto da far dedurre una capillare distribuzione di impianti in tutti i Comuni della regione in
quanto interessati alla coltura dell'olivo. Nel 2000 sono operativi nella regione 165 frantoi.
Tale dato consente di affermare che, oggi, in ogni Comune ove è presente l'olivicoltura è
assicurato il servizio di spremitura delle olive data la capillare distribuzione degli impianti.
La disponibilità di moderne tecnologie è dovuta anche alla presenza, nelle Marche,
dell'azienda leader a livello mondiale nel settore della produzione di macchinari per
l'industria olearia.
In sintesi, i fattori climatici, umani, e tecnici hanno consentito all'olivicoltura marchigiana di
raggiungere nel tempo una propria reputazione di prodotto alimentare di qualità, entro e
fuori regione. Oltre che dal punto di vista qualitativo, l'olivicoltura assume un particolare
rilievo in quanto contribuisce in maniera determinante a fornire al paesaggio rurale
regionale la sua connotazione caratteristica tanto che, nell'immaginario collettivo, il
concetto di "collina marchigiana" è ormai indissolubilmente legato alla presenza dell'olivo.
L'olio nelle Marche è quindi un prodotto omogeneo, dal colore giallo-verde, dal fruttato
medio-leggero e sentore verde. Al gusto è prevalentemente dolce, con note di amaro e
piccante, che possono risultare più accentuate in caso di raccolte anticipate. Nel
complesso è un olio molto aromatico ed equilibrato nelle sensazioni gustative. La tipologia
dell'olio delle Marche, è stata definita a seguito di una serie di analisi, sia chimiche che
organolettiche, di campioni di olio reperiti in annate diverse in tutto il territorio regionale,
effettuato a partire dall'anno 1994 dall'A.S.S.A.M. con il supporto scientifico dell'Istituto
Sperimentale per l'Olivicoltura di Spoleto i cui risultati sono stati pubblicati nel testo "Le
Varietà di olivo nelle Marche".
Lo studio effettuato da un Istituto Sperimentale di emanazione ministeriale, volto ad
evidenziare "Elementi di Caratterizzazione Interregionale", ha interessato centinaia di
campioni di olio prodotto nel territorio marchigiano per i quali sono stati registrati gli spettri
di 13C. L'analisi statistica delle intensità relative dei segnali 13C degli acidi grassi dei
trigliceridi è finalizzata alla identificazione di raggruppamenti di oli omogenei condizionati
dall'areale geografico di produzione. Su questa base scientifica lo studio ha accertato che,
in confronto con altri oli provenienti da altre aree, gli oli provenienti dalla regione Marche"appaiono formare un raggruppamento distinto". Ciò è di ulteriore conferma della
reputazione dell'olio delle Marche derivante da proprie caratteristiche specifiche attribuibili
all'interazione tra ambiente geografico e territorio di produzione.
In controtendenza rispetto ad altre colture marchigiane, la coltura dell'olivo ha conosciuto
negli ultimi trent'anni un'espansione passando dai circa 6.500 ettari dei primi anni '80 ai
13.515 del 2010 (dati Istat). Di questi, 2.083 sono costituiti da coltivazioni biologiche o in
conversione a dimostrazione di come la coltivazione dell'olivo ben si presti all'adozione di
tecniche colturali ecocompatibili.
Articolo 7.
Controlli
La verifica del rispetto del Disciplinare del prodotto olio extravergine d’oliva “Marche”
I.G.P., come richiesto dall’art. 37 del Reg. (UE) n. 1151/12, è effettuata dall’Autorità
Pubblica di Controllo (APC) dell’ASSAM (Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle
Marche) con sede in Via dell’Industria, 1 – 60027 Osimo (AN) - Tel. 071.8081 – fax 071
85979 mail
ac@assam.marche.it - PEC: assam@emarche.it
Articolo 8.
Etichettatura
L’olio “Marche” IGP deve essere commercializzato in recipienti consentiti dalla normativa
vigente e con capacità non superiore a 5 litri, sigillati e provvisti di etichetta.
L’etichetta deve riportare la dicitura olio extravergine di oliva “Marche” IGP che deve
figurare con caratteri chiari ed indelebili, in modo da poter essere distinto dal complesso
delle indicazioni che compaiono su di essa.
È consentito l’uso di indicazioni che facciano riferimento ad aziende, nomi, ragioni sociali
o marchi privati, consorzi purché non abbiano significato laudativo e non siano tali da
trarre in inganno il consumatore. Tali indicazioni potranno essere riportate in etichetta con
caratteri di altezza e larghezza non superiori alla metà di quelli utilizzati per l’Indicazione
Geografica Protetta.
È consentita la menzione che fa riferimento all’olio ottenuto con metodo biologico.
È obbligatorio indicare in etichetta l’annata di produzione delle olive da cui l’olio è
ottenuto.