La zona di produzione della Cavolfiore della Piana del Sele IGP ricade nella provincia di Salerno e comprende il territorio amministrativo afferente ai seguenti comuni: Albanella, Altavilla Silentina, Battipaglia, Bellizzi, Capaccio Paestum, Eboli, Giungano, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Pontecagnano Faiano.
Il Cavolfiore della Piana del Sele IGP designa i corimbi afferenti alle varietà/ibridi della specie Brassica oleracea L. var. botrytis.
All’aspetto il Cavolfiore della Piana del Sele IGP si presenta di forma tondeggiante con un calibro di valore minimo di 13 cm, di consistenza compatta e croccante.
Cavolfiore della Piana del Sele IGP
Articolo 1.
Denominazione
L’indicazione geografica protetta (I.G.P.) «Cavolfiore della Piana del Sele» è riservata ai corimbi di cavolfiore che rispondono ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare.
Articolo 2.
Caratteristiche del prodotto
La denominazione «Cavolfiore della Piana del Sele» designa i co- rimbi afferenti alle varietà/ibridi della specie Brassica oleracea L. var. botrytis, sotto elencate prodotti nella zona delimitata nell’art. 3 del pre- sente disciplinare.
Le varietà/ibridi, aventi un ciclo colturale oscillante tra 70 e 215 giorni, sono:
Alston, Deepty, Guidalina, Lucex, Marmorex, Valmer, Tatuin, Alcala, Moonshine, Whiton, Adona, Moncayo, Bouchard, Lotsa, So- cius, Ardent, Obiwan, Casper, Spacestar Gol, Acis, Wonder, Lavaredo, Borealis, Naruto, Akara, Tramont, Rafale, Omeris, Karen, Maimon, Subasio, Cantabria, Altair, Alfeen, Bernoulli, Amistad, Amistad Bio, Pamyros, Diwan, Guendis, Typical, Lecatis, Triomphant, Tonale, Aki- nen, Braven, Talvena, Manresa, Carantic, Parotis, Cristallo, Darifeen, Locarno, Barcedo, Vedis, Alberto, Nomad.
Il prodotto è immesso in commercio allo stato fresco o già pronto per il consumo (IV gamma) essendo stato sottoposto a processi tecno- logici di minima entità, articolati nelle fasi di selezione, cernita, taglio, lavaggio, asciugatura e confezionamento in buste, in vaschette sigillate o altro come meglio dettagliato al successivo art. 8 con eventuale utiliz- zo di atmosfera protettiva.
I corimbi ammessi a tutela, all’atto della raccolta in campo, devono possedere le seguenti caratteristiche:
a) il calibro deve avere il valore minimo di 13 cm;
b) forma e colorazione tipiche della varietà di appartenenza;
c) assenza di macchie sull’intera superficie del corimbo;
d) assenza di foglie all’interno del corimbo;
e) struttura interna: glomeruli ben serrati;
f) glomeruli e foglie di rivestimento del corimbo integri;
g) assenza di odori anomali e di marciumi;
h) la sostanza secca dei corimbi deve essere superiore al 6% del peso fresco degli stessi;
i) il residuo rifrattometrico deve risultare ≥ 8,7 °Brix;
l) antiossidanti: la vitamina C deve oltrepassare 50 mg/kg.
Articolo 3.
Zona di produzione
La zona di produzione del «Cavolfiore della Piana del Sele» rica- de nella Provincia di Salerno e comprende il territorio amministrativo afferente ai seguenti comuni: Albanella, Altavilla Silentina, Battipaglia, Bellizzi, Capaccio Paestum, Eboli, Giungano, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Pontecagnano Faiano.
Articolo 4.
Prova dell’origine
Al fine di garantire l’origine del prodotto ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentandone gli input e gli output. La tracciabilità del prodotto avviene attraverso l’iscrizione, in appositi elenchi gestiti dalla struttura di controllo, dei produttori, dei condizio- natori, dei confezionatori e di eventuali intermediari, nonché attraverso la denuncia annuale, alla struttura di controllo, dei quantitativi prodotti dai singoli produttori. Tutte le persone fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, sono assoggettate alle verifiche da parte della struttura di controllo secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo.
Articolo 5.
Metodo di ottenimento del prodotto
Il seme di «Cavolfiore della Piana del Sele» impiegato per la ri- produzione deve essere conforme alle prescrizioni di legge riguardanti l’intera filiera sementiera, vivaistica, produttiva e commerciale.
Gli interventi tecnico-colturali previsti sono:
a) impianto della coltura: la semina si effettua in contenitori al- veolari. Il trapianto delle piantine provviste di 4-5 foglie vere si realizza
in estate-autunno oppure a fine inverno-inizio primavera su terreno pre- viamente sottoposto ad una lavorazione principale di media profondità, seguita da erpicature e/o fresature; viene realizzata la disposizione in file singole o binate. La densità d’impianto varia in funzione della va- rietà e della stagione colturale, da 1.6 a 2,0 piante per m2 (pari a circa 16.000/20.000 pt/ha), considerando comunque che l’aumento degli spa- ziamenti tra le piante dà luogo a un incremento del calibro dei corimbi che si producono;
b) avvicendamento colturale: il «Cavolfiore della Piana del Sele» deve essere obbligatoriamente coltivato pianificando e rispettando inde- rogabilmente un avvicendamento colturale, al fine di evitare di ripetere questa coltura sullo stesso appezzamento di suolo per due anni conse- cutivi, ovvero di farla precedere e seguire da almeno un ciclo colturale effettuato con colture non afferenti alla famiglia delle Brassicaceae;
c) irrigazione: gli apporti irrigui sono commisurati all’andamen- to meteorologico stagionale e alle caratteristiche del suolo, ovvero alla domanda evapotraspirativa;
d) concimazione: deve essere praticata in base alle esigenze nutrizionali effettive della coltura. L’azoto deve essere somministrato evitando interventi nell’ultimo mese che precede la raccolta. In tal modo si evita l’allungamento della fase vegetativa e si migliora nel contempo la qualità dei corimbi;
e) difesa fitosanitaria: tutte le procedure di difesa fitosanitaria devono essere conformi al «Disciplinare di difesa integrata» del Ca- volfiore emanato dalla Regione Campania, Assessorato all’agricoltura, ultimo aggiornamento; ovvero, in alternativa, devono essere conformi al «Disciplinare di produzione biologica», così come previsto dalle nor- mative comunitarie e nazionali vigenti in materia;
f) raccolta: è effettuata recidendo manualmente lo scapo fiorale al di sotto dell’ultima foglia involucrante il corimbo, quando quest’ul- timo ha completato l’accrescimento. La produzione massima ammessa è pari a 40 t·ha-1;
g) conservazione post-raccolta: la conservazione post-raccolta avviene: a) a temperatura ambiente, in appositi locali idonei allo svolgi- mento di tale fase, poco luminosi, ben ventilati e con umidità ambientale inferiore al 75%; b) in celle frigorifere, con temperatura compresa tra 0° e 4°C e umidità del 70-75%, anche con l’ausilio di atmosfera control- lata, ovvero con percentuali di ossigeno e anidride carbonica comprese tra 2% e 8%;
h) lavorazione del prodotto: prima del confezionamento, il pro- dotto raccolto e ben asciutto è sottoposto al processo di lavorazione, consistente nel taglio dello scapo fiorale a 1 cm di lunghezza e nella re- cisione della corona di foglie esterne, non aderenti al corimbo, in modo da ottenere corimbi compatti e ben protetti.
Articolo 6.
Legame con la zona geografica
La domanda di registrazione della I.G.P. «Cavolfiore della Piana del Sele» si basa sulle pregevoli caratteristiche qualitative dei corimbi, che manifestano colore e croccantezza apprezzabili, nonché un ele- vato grado di consistenza alla raccolta che si traduce in una notevole resistenza alla cottura, un valore significativo di sostanza secca e gra- do rifrattometrico, concentrazioni considerevoli di elementi minerali fondamentali per il metabolismo umano, quali fosforo, calcio, potas- sio, magnesio e ferro, nonché un alto contenuto di vitamina C. Tra i parametri menzionati, la sostanza secca, il residuo rifrattometrico e la vitamina C assumono un’importanza particolare, per cui sono stati prescelti per esprimere le caratteristiche distintive del prodotto individuato nonché la superiorità qualitativa dei corimbi di cavolfiore prodotti nella Piana del Sele rispetto a quelli ottenuti in altri areali produttivi. Questi parametri sono collegati, rispettivamente, al sapore (profumo e croccantezza), alla dolcezza e agli effetti benefici sull’or- ganismo umano. Per tali motivi, i tre indicatori di qualità menzionati sono stati inseriti tra i parametri da determinare per attribuire la «IGP» ai corimbi di cavolfiore ottenuti nella Piana del Sele. Le proprietà de- scritte hanno determinato un giudizio storicamente molto favorevole dei corimbi di cavolfiore prodotti nella Piana del Sele, testimoniato dall’incremento continuo della produzione registrato negli anni, abbinato alla conclamata e diffusa reputazione del prodotto sui mercati nazionali ed internazionali.
Queste caratteristiche qualitative rappresentano il risultato della coltivazione del cavolfiore sui terreni agricoli dell’areale di coltivazione del Cavolfiore della Piana del Sele costituiti da uno spesso strato super- ficiale di suolo, di natura vulcanico-alluvionale, formatisi in conseguen- za delle diverse eruzioni del Vesuvio nonché dell’attività alluvionale del fiume Sele e degli altri corsi d’acqua superficiali che si diramano sul territorio. Ciò ha generato suoli molto ricchi di macro- e microelementi, in particolare potassio, calcio e ferro, che sono coinvolti nei processi metabolici che conferiscono al prodotto le sue esclusive caratteristiche di consistenza, adattamento alle diverse condizioni di cottura e sapidità.
Inoltre, il clima della Piana del Sele interagisce positivamente con le peculiarità pedologiche nel determinare le pregevoli caratteristiche qualitative del cavolfiore della Piana del Sele, poiché consente alle pian- te di valorizzare il proprio potenziale genetico e riducendo ai minimi termini il rischio di stress idrici e termici compromettenti.
L’importante specificità climatica dell’areale descritta è la risultan- te dell’azione termoregolatrice esercitata congiuntamente dal Mar Tir- reno, che ne lambisce la costa occidentale e dalla catena montuosa degli Alburni, ubicata a nord-est, che protegge il territorio dai venti freddi provenienti dai Balcani e beneficia anche le coltivazioni raccogliendo le piogge provenienti da Ovest negli invasi sotterranei naturali.
Pertanto, oltre all’evoluzione produttiva raggiunta ed il contributo antropico, la qualità riconoscibile e riconosciuta del prodotto in questio- ne è favorita innanzitutto dalle peculiarità ambientali (pedo/climatici e ventosità), presenti esclusivamente nel predetto areale di coltivazione del Cavolfiore della Piana del Sele. Tali caratteristiche, rappresentano un unicum assoluto.
L’areale di riferimento è un bacino produttivo ottimale per la colti- vazione del Cavolfiore anche nel periodo estivo.
Infatti, le diverse altitudini assicurano nei comuni periferici (aree collinari del bacino individuato) condizioni climatiche favorevoli anche nel periodo più caldo dell’anno. I comuni di Albanella, Altavilla Silen- tina, Giungano, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, assi- curano un adeguato impatto climatico tale da avviare una produzione anche nei mesi primaverili-estivi compresi tra maggio e settembre. Di- versamente, i comuni di Battipaglia, Bellizzi, Capaccio Paestum, Eboli, Pontecagnano Faiano, rappresentano le aree pianeggianti maggiormente produttive che coprono il periodo autunno-vernino (da ottobre ad apri- le). In particolare, il Comune di Eboli, areale con la maggiore superficie agricola utilizzata (SAU), è tra i comuni con la più elevata estensione di produzione di cavolfiore.
Le peculiarità territoriali assicurano l’alta qualità e la riconoscibi- lità del prodotto.
A dimostrazione della riconosciuta reputazione guadagnata, nel corso del tempo, dalla denominazione «Cavolfiore della Piana del Sele», oltre a considerevoli evidenze storiche tra cui:
1. «regesti» notarili - Coltivazione orto in Eboli anno 1543 e
1622;
2. fotografie risalenti agli anni ‘60/70, archivio Gallotta di Eboli (SA), che inquadrano coltivazioni di cavolfiore nel medesimo bacino produttivo;
3. documenti contabili, provenienti da diverse aziende già ope- ranti nell’areale individuato;
si annovera una variegata documentazione comprendente:
a) etichette, documenti contabili, questionari e testimonianze video di produttori del Cavolfiore della Piana del Sele;
b) pubblicazioni scientifiche tra cui:
i. Fiume F., R. D’Amore, R. Santoro, S. Porcelli, 1983. Il con- trollo di alcuni parassiti ipogei del cavolfiore in successione col pomo- doro. Agricoltura Ricerca, 22, 21-31;
ii. Assessorato all’Agricoltura ed alle Attività Produttive - Se.S.I.R.C.A., 2005. Definizioni di liste varietali orticole in Campania;
iii. Prova dimostrativa di orientamento varietale - Centro Or- ticolo Campano anno 2007. Cavolfiore tipo bianco a ciclo invernale;
iv. Riccardi R., 2009. Confronto di cavolfiore «bianco» in ci- clo autunnale. Eureco - Regione Campania, 1-13;
v. Perrone D., B. D’Onofrio, A. Pentangelo, M. Zaccardelli, 2010. Varietà di cavolfiore bianco per il ciclo invernale al Sud. L’Infor- matore Agrario, 24, 2-5;
vi. Perrone D., Villecco D., D’Onofrio B., Ricciardi M., Pierri M., Ragosta G., Pane C., Lupo F., Ronga D., Zaccardelli M., 2012. Ca- volfiore bianco, Liste varietali aggiornate per il Sud Italia. L’Informato- re Agrario, 23, 59-63;
c) pubblicazioni on-line su blog specializzati d’interesse ga- stronomico nazionale che citano il cavolfiore della Piana del Sele, le caratteristiche distintive del territorio e la ricchezza gastronomica che lo contraddistingue. Tra i diversi blog se ne segnalano alcuni, tra cui: quello di Luciano Pignataro, noto giornalista professionista e scrittore eno-gastronomico. Diversi sono i riferimenti nel blog di Pignataro al cavolfiore della Piana del Sele, dove si legge: «Nella piana del Sele questo ortaggio si esprime in condizioni ideali grazie alle condizioni ter- ritoriali e climatiche che, senza dubbio, conferiscono le rinomate qualità al Cavolfiore della Piana del Sele, tra cui il colore bianco lucente nonché la croccantezza dei corimbi». Svariate sono, inoltre, le ricette citate nel blog che nobilitano e esaltano il cavolfiore della Piana del Sele ed i suoi benefici sulla salute. Degno di nota è Vins Extrêmes un blog creato per gli amanti della cucina ricco di note e curiosità, dove, a proposito del ca- volfiore della Piana del Sele si legge: «… alcune aree dello stivale han- no una vocazione particolarmente adatta alla produzione di cavolfiori di eccellente qualità, per esempio - in Campania - il rinomato cavolfiore della Piana del Sele», oltre ad altre osservazioni come «Lo sappiamo da sempre, vi è una ricca letteratura scientifica riferita alle sue proprie- tà benefiche, soprattutto quando proviene da un areale ben individuato (Piana del Sele) e da pratiche ed esperienze consolidate nel tempo. Non inizia l’autunno e non è inverno se non si raccoglie il cavolfiore della Piana del Sele». Ancora, su Nutritionhealth, un blog vetrina di tutto ciò che riguarda il benessere ed il tempo libero, si cita il cavolfiore della Piana del Sele tra i prodotti «patrimonio di grande valore identitario» per il territorio di riferimento; come su Agrofood, un blog gastronomico itinerante che attraversa l’Italia, dove il cavolfiore della Piana del Sele viene citato tra le preziose tipicità di cui è ricco il nostro Paese;
d) pubblicazioni su quotidiano il Mattino di carattere tecnico scientifico dal titolo «Spremuta di Natura» circa le qualità del Cavol- fiore della Piana del Sele (del 21 aprile 2022), e su rivista «Unico» dal titolo «Sono cavolfiori nostri ricchi di effetti benefici» a pag. 14 (n. 39 dell’8 novembre 2014);
e) una relazione commerciale (: Aspetti qualitativi e commercia- li del «Cavolfiore della Piana del Sele») ed una gastronomica (: Ricette Storiche) circa il crescente gradimento del Cavolfiore della Piana del Sele riscontrato presso i consumatori;
f) ricettari (on line) ed eventi nei quali si esaltano le qualità nu- traceutiche nonché le caratteristiche del Cavolfiore della Piana del Sele riferite al colore, alla croccantezza e sapore;
g) video promozionali (tra cui: programma televisivo La7 «L’in- grediente perfetto» e video on-line Cavolfiore della Piana del Sele);
h) eventi dedicati (premio 2017) alla produzione del Cavolfiore della Piana del Sele. Si tratta di un riconoscimento rivolto alle professio- nalità che da ambiti diversi (ricerca, gastronomia, giornalismo e produ- zione agricola), nel corso dell’anno hanno particolarmente valorizzato e promosso le eccellenze agricole del territorio.
Tale documentazione, come si può notare, tocca diverse attività della filiera agricola tra cui: produzione, promozione, commercializza- zione, ricerca.
Articolo 7.
Controlli
La verifica del rispetto del presente disciplinare è svolta con- formemente a quanto stabilito dall’art. 37 del regolamento (UE) 1151/2012. L’Organismo di controllo preposto alla verifica del disci- plinare è Agroqualità Spa - viale Cesare Pavese 305 - 00144 Roma - tel. 06.54228575 fax 06.54228692 posta elettronica: agroqualita@legal- mail.it - agroqualita@agroqualita.it
Articolo 8.
Confezionamento ed etichettatura
Il confezionamento del prodotto può avvenire anche al di fuori dell’area di produzione.
I corimbi allo stato fresco sono selezionati e imballati in riferimen- to alle diverse pezzature ed esigenze di mercato, ovvero:
prodotto affogliato: provvisto delle foglie che ricoprono il corimbo;
prodotto coronato: con foglie recise almeno 3 cm al di sopra del corimbo;
prodotto semicoronato: con foglie recise almeno 3 cm al di sopra del corimbo, ma in numero inferiore rispetto al prodotto coronato;
prodotto defogliato: provvisto delle cinque foglie più interne e privo della parte non commestibile del peduncolo;
prodotto nudo: privo di foglie e protetto con film di plastica an- che microforata.
Gli imballaggi utilizzati devono essere conformi alla normativa co- munitaria. Il confezionamento avviene in imballaggi che possono essere costituiti da vari materiali, quali legno, cartone, carta, rete, plastica.
All’atto dell’immissione al consumo, il contenuto di ogni imbal- laggio e di ogni singola confezione deve essere omogeneo in termini di pezzatura e comprendere corimbi di cavolfiore afferenti alla stessa varietà. Su ciascun corimbo di ogni confezione deve essere presente, su base adesiva, il logo della denominazione da apporre sulle parti non edibili.
Il prodotto immesso in commercio già pronto per il consumo (IV gamma) deve essere confezionato in contenitori quali: vassoi, buste, va- schette, con o senza l’impiego di atmosfera protettiva.
I citati contenitori possono essere realizzati in plastica, cartone o ogni altro materiale considerato idoneo, per tale uso, secondo i termini di legge.
Per questa tipologia di confezionamento, il logo della denomina- zione deve essere presente, su base adesiva, su ciascun contenitore.
Il contenuto di ciascun imballaggio deve essere sempre ben visibi- le. Tutte le confezioni devono essere sigillate in modo tale che il prodot- to non possa essere estratto senza la rottura della confezione stessa. Non è ammessa la vendita di prodotto sfuso.
Gli imballaggi e le confezioni del prodotto immesso in commer- cio allo stato fresco o già pronto per il consumo (IV gamma), devono presentare: il simbolo grafico europeo della IGP, accompagnato dalla dicitura «Cavolfiore della Piana del Sele I.G.P.», il nome, la ragione sociale, l’indirizzo del produttore e del confezionatore, ed ogni altra in- formazione prevista dalla normativa vigente in materia di etichettatura.
Sugli imballaggi possono, inoltre, figurare indicazioni, simboli o pittogrammi che invitano il consumatore ad una gestione «ecologica- mente» corretta del contenitore, al fine di facilitare la raccolta, il riu- tilizzo ed il riciclaggio. L’imballaggio deve preservare le tipicità e le caratteristiche del prodotto, senza causarne alcuna alterazione.
Inoltre, è consentita l’indicazione di altre certificazioni conseguite dal prodotto (ad esempio: Global GAP, BRC, IFS, Residuo zero, ecc.), l’uso di nomi, ragioni sociali, marchi privati, non aventi carattere lau- dativo e non inducenti a trarre in inganno il consumatore sulla natura e sulle caratteristiche del prodotto.
Le indicazioni riportate sull’etichetta dei prodotti alimentari de- stinati alla commercializzazione sul mercato nazionale devono essere riportate in lingua italiana e, eventualmente, in altre lingue ufficiali dell’Unione europea che si aggiungono all’idioma nazionale ma non lo sostituiscono.
Qualsiasi altra qualificazione non espressamente prevista dal disci- plinare di produzione non è ammessa.
Di seguito è riportato il logo della denominazione nelle versioni in bianco e nero positivo, a colori e in bianco e nero negativo.
Il marchio consiste nella rappresentazione di un cavolfiore bianco avvolto dalle sue foglie verdi (C 49 M 9 Y92 K0), in stile cartoon, su uno sfondo marrone sfumato (C 5 M 64 Y100 K0), che richiama cromaticamente la terra.
Le foglie in primo piano presentano in evidenza le venature, disegnate nello stesso colore del cavolfiore, mentre le foglie che si trovano pro- spetticamente sulla parte retrostante sono solo accennate, con un verde più scuro (C 87 M 26 Y100 K15).
All’interno dello sfondo è situata la scritta «Cavolfiore della Piana del Sele I.G.P.», disposta in modo circolare ad accompagnare la circonferen- za e ad avvolgere il cavolfiore, con carattere «Montserrat Extra Bold» di 2 pesi diversi, in stampato maiuscolo e di colore bianco come il cavolfiore al centro del logo.