La zona di produzione della Carota Novella di Ispica IGP comprende alcuni comuni delle province di Ragusa, Siracusa, Catania e Caltanissetta, nella regione Sicilia.
Le prime testimonianze sulla produzione della carota a Ispica risalgono al 1955. Da questo comune siciliano, la coltivazione dell’ortaggio si è diffusa in tutta l’area geografica che oggi costituisce la zona di produzione. Negli anni Cinquanta sono iniziate anche le prime operazioni di esportazione della carota di Ispica: alcune testimonianze raccontano che gli importatori europei riconoscevano immediatamente un carico di Carota Novella di Ispica dal profumo particolare ed intenso. L’importanza del prodotto per l’economia del territorio è affermata da Pina Avveduto nel suo La Coltivazione della Carota ad Ispica (1972): “come è intuibile, la rapida diffusione della nuova coltivazione è stata favorita dalla facile commerciabilità del prodotto, accettato ed anzi richiesto da tutti i mercati nazionali ed internazionali per i sui pregi intrinseci. La nostra carota infatti si fa preferire per precocità, qualità di forma (pezzatura), proprietà organolettiche (colore, sapore), proprietà chimiche”.
La Carota Novella di Ispica IGP ha forma cilindro-conica, diametro variabile da 15 a 40 mm e peso compreso tra 50 e 150 g. Si presenta pulita, lucida in superficie; priva di radice apicale e radichette secondarie, senza fessure visibili; il colore arancione è particolarmente intenso. La polpa è tenera e croccante mentre la parte più interna è fibrosa. Il sapore è quello tipico della carota; il profumo è intenso con note di erbaceo.
La carota Novella di Ispica IGP va conservata in luogo fresco, meglio se in frigorifero nel ripiano in cui si ripongono solitamente le verdure, avvolta in un canovaccio appena inumidito. Per non disperdere le sue qualità nutrizionali, l’ideale è consumarla cruda, in pinzimonio o in insalata, oppure cotta al vapore. In cucina, è uno degli ingredienti più diffusi e ogni ricetta richiede un taglio particolare. Si abbina ad altri ortaggi, servita in insalata o in piatti caldi. Famoso il suo impiego nella preparazione di dolci, zuppe, caponata e marmellate. è gustosa anche fritta, lessa o cucinata in agrodolce.
CONSORZIO DI TUTELA IGP
CAROTA NOVELLA DI ISPICA
Via Benedetto Spadaro 97
ISPICA (RG), Italy
CAP 97014
Email: info@carotanovellaigp.it
Carota Novella di Ispica IGP
Carota Novella di Ispica IGP
Articolo 1.
Denominazione
L’indicazione Geografica Protetta “Carota Novella di Ispica” è riservata esclusivamente alle carote
che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione.
Articolo 2.
Descrizione e caratteristiche al consumo
La “Carota Novella di Ispica” ad indicazione geografica protetta è il prodotto della coltivazione
della specie Daucus carota L.
Le varietà utilizzate derivano dal gruppo di varietà carota semilunga nantese e i relativi ibridi,
quali: Exelso, Dordogne, Nancò, Concerto, Romance, Naval, Chambor, Selene.
Potranno essere aggiunti altri ibridi purché derivanti dal gruppo di varietà carota semilunga nantese
e purché i produttori abbiano dimostrato attraverso prove sperimentali documentate la conformità ai
parametri qualitativi della Carota Novella di Ispica. L’utilizzo dei nuovi ibridi ai fini della
produzione della Carota Novella di Ispica è consentito previa valutazione positiva delle prove
sperimentali da parte del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali che potrà acquisire
allo scopo il parere tecnico dell’Organismo di Controllo o di altro soggetto.
All’atto della sua immissione al consumo presenta i seguenti parametri qualitativi:
1) Morfologici
- forma cilindrica-conica;
- assenza di radichette secondarie e radice apicale;
- aspetto lucido dell’epidermide;
- uniformità di colore;
- assenza di fessurazioni del fittone;
- calibro minimo: diametro 15 mm – peso 50 g;
- calibro massimo: diametro 40 mm – peso 150 g.
2) Fisici
- polpa tenera, consistente e croccante;
- cuore poco fibroso.
3) Chimici-Nutrizionali
- contenuto in glucidi: > 5% del peso fresco;
- contenuto in beta-carotene, in considerazione dell’epoca di produzione: > 4 mg/100 g di
prodotto fresco;
- contenuto in sali minerali: compreso tra 0.5% e 0.9%.
4) Organolettici - sensoriali
Le caratteristiche sensoriali sono state valutate attraverso il metodo UNI 10957 del 2003 che ha
portato alla definizione di un profilo sensoriale costruito mediante un panel di 12 assaggiatori
esperti, secondo quanto definito dalla norma ISO 8586-2 del 2008. Tutte le valutazioni sono state
effettuate in locali di analisi in linea con quanto definito dallo standard UNI ISO 8589 del 1989. I
descrittori sono stati quantificati utilizzando una scala di intensità a 5 punti secondo lo schema UNI
ISO 4121 del 1989 con un intervallo che va dalla più bassa intensità (valore 1) alla più alta (valore
5).
Il punteggio minimo espresso dai giudici per i principali descrittori sono i seguenti:
- intensità del colore 2.5
- odore tipico di carota 2.5
- aroma erbaceo 2.5
- croccantezza 2.5
Può ottenere il riconoscimento solo la “Carota Novella di Ispica” appartenente alle categorie
commerciali Extra e I , definite dalla norma CEE-ONU riguardante la commercializzazione e il
controllo della qualità commerciale delle carote, così distinte:
a) Categoria extra
Le carote di questa categoria devono essere di qualità superiore e obbligatoriamente lavate.
Le radici devono essere:
- intere;
- lisce;
- di aspetto fresco;
- di forma regolare;
- non spaccate;
- senza ammaccature e screpolature;
- esenti da danni provocati da gelo.
Esse non devono presentare la colorazione verde o rosso – violacea.
b) Categoria 1°
Le carote di questa categoria devono essere di buona qualità.
Le radici devono essere:
- intere;
- di aspetto fresco.
Articolo 3.
Zona di produzione
La zona di produzione dell’Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.) “Carota Novella di Ispica”
comprende i comuni delle seguenti province fino ad un’altitudine di 550 m.s.l:
- provincia di Ragusa: comuni di Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ispica, Modica, Pozzallo,
Ragusa, Santa Croce Camerina, Scicli, Vittoria;
- provincia di Siracusa: comuni di Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero, Rosolini;
- provincia di Catania: comune di Caltagirone;
- provincia di Caltanissetta: comune di Niscemi.
Le aree interessate alla coltivazione della Carota di Ispica e appartenenti ai suddetti comuni, sono da
sempre state caratterizzate da un’omogeneità delle condizioni climatiche e pedologiche che ne
hanno permesso la coltivazione fin dagli anni ’50. Infatti, il territorio di produzione della “Carota
Novella di Ispica” è caratterizzato da temperature medie invernali elevate, elevato numero di ore di
luce solare, terreni di medio impasto tendente allo sciolto, talvolta al sabbioso, con scheletro non
grossolano, con buona dotazione di elementi nutritivi, con buone caratteristiche di profondità e
freschezza.
La zona di produzione delimitata ha inizio sulla costa sud-occidentale presso la foce del torrente
Acate e prosegue risalendo il torrente, che prende il nome di Ficuzza, lungo il confine geografico tra
le province di Ragusa e Caltanissetta. In contrada Baudarello continua sul confine tra le province di
Caltanissetta e Catania.
Giunti a casa Iacona in contrada Terrana, lascia il confine percorrendo una stradella che,
costeggiando buona parte del vallone Terrana, passa nei pressi della torre di Terrana, delle case
capreria Cocuzza, del mulino Terrana, del Palazzetto e delle case di Cristo incrociando in fine il
confine tra le province di Catania e Ragusa. Prosegue poi percorrendo tale confine fino all’incrocio con la statale 514 RG-CT e lungo detta statale continua per circa km. 8 in direzione Ragusa fino in
c/da Favarotta.
Da qui prosegue lungo la strada provinciale n. 77, attraversando le contrade Ganzeria e Cifali dove
presso le case Pizzarelle continua lungo una stradella vicinale, passando presso le case Muliesina e
case Don Pietro per giungere alle case Canicarao. Da quì lungo la strada vicinale giunge in contrada
Pupi di Canicarao presso l’abitato di Comiso che viene escluso aggirandolo in direzione NordOvest
fino a incontrare la strada
provinciale n. 20 Comiso-S.Croce
Camerina
percorrendola in
direzione
S.Croce fino all’incrocio
con la ferrovia. Prosegue poi
lungo quest’ultima
fino alle case
Paolina
scendendo per un tratto di circa 1 km, sulla
strada provinciale n.13 fino in contrada
Passolato,
dove si prosegue lungo la
linea che separa la zona
pianeggiante da
quella collinare per
arrivare
in contrada Mistretta al km.
1 della SP 21.
Da qui in linea diretta si prosegue giungendo alkm.
19 della SP 60, Ragusa - S. Croce Camerina,
in contrada
Malavita. Tale
strada
si percorre fino
a
raggiungere l’abitato di S. Croce Camerina
che viene
aggirato percorrendo la
tangenziale Sud-Est,
immettendosi
così sulla SP 36 S. Croce Camerina-Marina
di Ragusa che si percorre
fino all’abitato
di
Marina di Ragusa.
Escludendo
il centro abitato si percorre
la SP 89 Marina di Ragusa-Donnalucata
fino a incrociare il
fiume
Irminio,
lungo il quale si risale fino in contrada
Scarfaletto per proseguire
lungo una strada vicinale,
fino
alle case Roccasalva sulla SP 38,
che
si percorre giungendo
in contrada Fondo di Marta.
Da detta contrada si percorre,
in direzione sud, il confine naturale sul ciglio superiore del
versante
destro del
torrente Modica-Scicli che,
da contrada
Bommacchiella,
dopo circa km.4
incrocia
la SP
39 in contrada Porta di Ferro. Proseguendo
lungo la cava di Pizzilucca
si arriva alle
case
Timpa
Rossa dalle quali si prosegue per una strada
vicinale fino a incrociare
la SP 56 ScicliCava
D’alica. Proseguendo su questa passata
da Villa
S.Marco
ci si immette
lungo la cava S.Bartolomeo
che si percorre fino a incrociare
la SS 194 Modica-Pozzallo. Da qui percorrendo
porzioni
delle SP 41, 43 e 96 si arriva sulla SS 115 al
km.
344,500 presso la bettola
del Capitano.
Da
qui si prosegue per la SP 32 che
passa per la Cava d’ Ispica e prosegue
per contrada Favarottella
e
ancora per case Poidomani
da dove si prosegue
percorrendo
una stradella vicinale che porta sul
fiume
Tellaro passando per case Terrenazzo.
Passato il fiume
in contrada
Tatatauso
si percorre la
strada
che porta alla SS
115 dove prosegue
in direzione di Noto. In
prossimità
di Noto prosegue sulla
strada che incrocia la SS 115 e che
da Noto porta fino a Calabernardo.
Articolo 4.
Origine del Prodotto
Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando per ognuna gli input e gli output.
In questo modo e attraverso l’iscrizione in appositi elenchi gestiti dalla struttura di controllo, delle
particelle catastali su cui avviene la coltivazione, dei produttori, dei condizionatori, nonché
attraverso la dichiarazione tempestiva entro il mese di dicembre, alla struttura di controllo, delle
quantità prodotte, è garantita la tracciabilità del prodotto.
Ogni produttore deve possedere degli appositi quaderni di campagna dove registrare tutte le
operazioni colturali (lavorazioni, trattamenti di fertilizzazione, fitosanitari, etc.), negli stessi verrà
annotato un codice per ogni lotto seminato, che seguirà la partita in tutte le fasi successive
(coltivazione, raccolta, trasporto in magazzino, lavorazione e commercializzazione) per garantire in
qualsiasi momento la tracciabilità e la totale trasparenza a tutela del consumatore.
Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, sono assoggettate al controllo da
parte della struttura di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal
relativo piano di controllo.
Articolo 5.
Tecniche di produzione
5.1 - Lavorazioni preparatorie
Le lavorazioni preparatorie principali consistono nell’eseguire un’aratura profonda 40-50 cm
almeno un mese prima della semina. Successivamente si eseguiranno le lavorazioni preparatorie
complementari volte ad ottenere un amminutamento e affinamento dello strato arato, mediante
strumenti discissori e una o più fresature per interrare la concimazione di base. Ultima lavorazione
prima della semina sarà effettuata con l’aiolatrice per la formazione delle prode rialzate in cui
vengono seminate le carote.
5.2 – Tecniche di avvicendamento
La rotazione colturale deve essere effettuata allo scopo di ridurre le problematiche fitosanitarie e di
evitare fenomeni di stanchezza del terreno. A tal fine dovrà essere attuata una rotazione triennale e,
pertanto, la coltivazione di carota non potrà ritornare sullo stesso appezzamento prima che siano
trascorse due annate agrarie. E’ ammessa la coltivazione sullo stesso appezzamento per due annate
successive solo nei terreni in cui non sia stata mai coltivata la carota (ad esempio terreni in cui vi è
stato un espianto di colture arboree).
La rotazione non è di tipo “chiuso”, nel senso che la coltivazione di carota può essere avvicendata
con ortaggi da pieno campo, cereali e leguminose con schemi di rotazione “aperta”, secondo le
programmazioni colturali aziendali.
E’ da escludere ogni forma di consociazione.
5.3 - Semina
La semina è eseguita in autunno e effettuata con l’ausilio di seminatrici pneumatiche di precisione a
sesto prestabilito e successiva rullatura con interramento medio del seme a cm 1. L’investimento
colturale varia da 1.500.000 a 2.000.000 di semi per ettaro di superficie a seconda del sistema
colturale adottato.
5.4 - Fertilizzazione
La fertilizzazione viene effettuata con un intervento in pre-semina (concimazione di base) e un paio
di interventi post-emergenza (concimazione di copertura). Le unità fertilizzanti (U.F.) distribuite
vengono calcolate in relazione ai livelli di asportazione della coltura per una resa media stimata in
400 – 500 quintali per ettaro, privilegiando sempre concimi misto-organici onde evitare accumulo
di nitrati nei fittoni. E’ ammesso l’uso di concimi a base di meso e micro elementi.
In ogni caso non possono essere superate le seguenti quantità di U.F. ad ettaro:
Sono ammesse due o più sarchiature atte ad eliminare le erbe infestanti, migliorare la sofficità del terreno e distribuire i concimi di copertura.
5.5 - Irrigazione
Svolgendosi il ciclo vegetativo della pianta nel periodo autunnale – invernale – primaverile, le
irrigazioni verranno effettuate per aspersione o irrigazione localizzata, utilizzando 150-300 mc di
acqua per ettaro.
5.6 - Difesa fitosanitaria
La difesa fitosanitaria viene basata sui principi della lotta integrata, attraverso interventi agronomici
(semine rade, rispetto delle rotazioni colturali, scelta degli appezzamenti di coltivazione in funzione
dell’esposizione, semine tardive nella seconda decade di ottobre meno suscettibili agli attacchi di alternaria), biologici (utilizzo di Bacillus per la lotta a lepidotteri nottuidi, oculata scelta delle
varietà) e chimici.
La lotta chimica va effettuata solo nei casi in cui il fitofago raggiunge le soglia di intervento o nei
casi in cui si verificano le condizioni ottimali di sviluppo di alcuni patogeni.
Per le malattie crittogamiche quali: Sclerotinia, Oidio, Rizoctonia, si interviene alla comparsa dei
sintomi, mentre per l’Alternaria il mezzo chimico viene utilizzato dopo una attenta valutazione di
alcuni parametri riguardanti le condizioni favorevoli di sviluppo del patogeno (elevata umidità,
prolungata bagnatura delle foglie, temperature diurne superiori ai 10° C) e lo stadio fenologico delle
piante (elevato vigore, notevole sviluppo epigeo, tenerezza dei tessuti).
I danni da fitofagi sulla “Carota Novella di Ispica” sono normalmente poco rilevanti perché quasi
tutto il ciclo della coltura coincide con il periodo di riposo invernale degli insetti e, pertanto, gli
interventi con insetticidi chimici sono molto limitati.
Tuttavia, in caso di erosioni precoci delle plantule, da parte di lepidotteri nottuidi (Agrotis spp.), il
trattamento è giustificato al raggiungimento della soglia di intervento (1-2 larve oppure 1-2 piante
erose per metro quadrato).
5.7 - Raccolta
La raccolta, effettuata giornalmente, sarà eseguita a partire dal 20 febbraio e fino al 15 di giugno.
Viene eseguita con l'ausilio di macchine raccoglitrici a operazioni riunite atte, come tali, a svolgere
l’intera fase di raccolta in una sola passata in campo. Tali macchine sono, in genere, di tipo trainato
o portato posteriormente dalla trattrice, con organi di lavoro comandati dalla p.d.p. e operano su una
o due file di lavoro.
Sono costituite da: un apparato defogliatore o cimatore; un apparato sterratore e caricatore dei
fittoni in appositi contenitori.
L’apparato estirpatore consiste in un vomerino che solleva il fittone, completo di apparato fogliare.
Questo poi viene preso da una coppia di cinghie gommate che lo sollevano portandolo al dispositivo
di cimatura del tipo a lama oscillante. Mentre le foglie vengono espulse verso la parte posteriore
cadendo a terra, i fittoni cadono in un sottostante trasportatore trasversale a barrette rivestite di
gomma che provvedono ad una prima separazione dalla terra. Altri trasportatori – elevatori, poi
completano tale pulizia, provvedendo a riversare i fittoni in appositi contenitori (bins) che, una volta
riempiti, vengono scaricati a terra.
5.8 - Lavorazione del prodotto
La lavorazione del prodotto fresco raccolto sarà eseguita giornalmente con le linee di lavorazioni
presenti nelle aziende. Le fasi principali che caratterizzano il processo di lavorazione delle carote
sono le seguenti: lavaggio, selezione scarti, calibratura, confezionamento. Le strutture di
condizionamento e lavorazione devono ricadere nella zona di produzione individuata all’art. 3 del
presente disciplinare, al fine di garantire la qualità, il controllo e la tracciabilità del prodotto.
La data finale per la commercializzazione viene fissata al 15 giugno. Le operazioni di produzione e
di primo condizionamento devono avvenire nella zona di produzione individuata al punto 4.3, al
fine di garantire la qualità, il controllo e la tracciabilità del prodotto. Sono ammesse ulteriori
riconfezionamenti al di fuori dell’ area geografica delimitata.
Articolo 6.
Legame con l’ambiente
Il riconoscimento della Carota Novella di Ispica come indicazione geografica protetta è giustificato
dalla caratteristica di precocità del prodotto.
La particolare combinazione di fattori pedoclimatici e produttivi nell’area delimitata a cui si fa
riferimento, consente al territorio di esprimersi al meglio, offrendo al prodotto le note caratteristiche
organolettiche, giustificando quindi la sua reputazione.
Le favorevoli condizioni pedo-climatiche caratterizzano l’epoca di produzione della “Carota
Novella di Ispica”. Infatti, la Carota di Ispica è “novella” cioè raggiunge la maturazione
commerciale già alla fine di Febbraio (20 febbraio) e fino agli inizi di Giugno (15 giugno). Si
delinea così un prodotto novello, tipico siciliano, che si lega totalmente al territorio di produzione.
La “Carota Novella di Ispica”, pertanto, è una carota presente sul mercato nel periodo invernale –
primaverile avente le caratteristiche organolettiche tipiche del prodotto fresco, quali croccantezza,
profumo intenso ed un aroma di erbaceo.
Il territorio di produzione della “Carota Novella di Ispica” è caratterizzato da temperature medie
invernali elevate, elevato numero di ore di luce solare, terreni di buona fertilità. I parametri
qualitativi e il particolare ciclo produttivo risultano intimamente legati alle caratteristiche fisiche
(pedologiche e climatiche) e biochimiche (processi di trasformazione e utilizzazione delle sostanze
necessarie alla vita) che interagendo, fanno del territorio ibleo un indispensabile sistema armonico,
capace di esaltarli e caratterizzarli.
La vocazionalità del territorio ne facilita la coltivazione in quanto le ottimali condizioni ambientali
e in particolare il clima temperato e asciutto della fascia costiera, consentono alla pianta di
mantenere un’ottima salubrità generale. Nel contempo l’estensione del comprensorio consente alle
aziende un più ampio avvicendamento colturale con altre ortive, evitando i fenomeni negativi di
stanchezza del terreno. Tutto questo, in generale, permette una netta riduzione degli interventi
fitoiatrici.
Nel territorio interessato alla produzione della “Carota Novella di Ispica” non si verificano né
eccessivi cali di temperatura, né eccessi di piovosità o di aridità. E’ dimostrato che le temperature
che si verificano nel comprensorio sono quelle che favoriscono una colorazione molto intensa,
anche per effetto non indifferente della luminosità, una conformazione molto regolare e
un’ottimizzazione dei contenuti in zuccheri, beta carotene e sali minerali. Anche i terreni
rispondono alle esigenze della coltivazione, che predilige il medio impasto tendente allo sciolto, con
scheletro non grossolano, con buona dotazione di elementi nutritivi, con buone caratteristiche di
profondità e freschezza, ma che va bene anche in terreni tendenti al sabbioso purché sostenuti da
adeguate concimazioni e irrigazioni. Questi di fatto sono le caratteristiche pedologiche delle
superfici su cui si sviluppa la coltivazione della “Carota Novella di Ispica”.
Nasce così in un’intima connessione tra l’area di produzione e la carota novella. Il consumatore
identifica le sue caratteristiche con il territorio di origine. I vecchi produttori ricordano ancora che
gli importatori europei dicevano di riconoscere immediatamente un carico di “Carota Novella di
Ispica”, appena si apriva il vagone che le conteneva, per il profumo particolare e intenso che si
sviluppava.
Nello stesso tempo nel territorio, a cominciare dagli anni ‘50, accadeva una rivoluzione socio –
economica che segnerà il territorio e che ne caratterizzerà il suo sviluppo nel futuro.
Rimane ancora il ricordo di quel grosso fenomeno sociale della migrazione bracciantile che
avveniva nelle provincie di Ragusa e Siracusa nel periodo della raccolta della “Carota Novella di
Ispica” che, nel passato impegnava notevoli quantità di manodopera, innescando un flusso verso le
zone del comprensorio proveniente, in particolare, dall’area montana dove le occasioni di lavoro
erano limitate.
Sin dagli anni 70 l’intima connessione della “Carota Novella di Ispica” con il territorio del
comprensorio delimitato è stata occasione di pubblicazioni scientifiche (Pina avveduto, “La
coltivazione della Carota ad Ispica”, L.E.R, 1972), convegni, tesi di laurea con riferimenti a prove
e sperimentazioni svolte nel territorio del comprensorio, (G. Corallo, “La carota ad Ispica”, A.A
1969-1670, Università degli studi di Catania –Facoltà di Economia e Commercio).
Le origini documentate della coltivazione della carota di Ispica risalgono al 1955 e a pochi anni
dopo le prime notizie sulla sua esportazione. Dagli anni ’50, la coltivazione della Carota di Ispica si è progressivamente allargata fino a comprendere l’area delimitata al punto 4, sia per motivi legati al
fenomeno agrario della “stanchezza del terreno” sia per il grande successo commerciale riscontrato
sui mercati nazionali ed esteri. Importanti testimonianze sono fornite dalla pubblicazione di Pina Avveduto “La Coltivazione della Carota ad Ispica” del 1972, l’autrice relativamente alla rapida
espansione della coltivazione della Carota di Ispica scriveva: “ Come è intuibile , la rapida
diffusione della nuova coltivazione è stata favorita dalla facile commerciabilità del prodotto,
accettato ed anzi richiesto da tutti i mercati nazionali ed internazionali per i sui pregi intrinseci
[…]. La nostra carota infatti si fa preferire per precocità, qualità di forma (pezzatura), proprietà
organolettiche (colore, sapore), proprietà chimiche ( ricchezza di carotene e glucosio)”.
Articolo 7.
Controlli
Il controllo sulla conformità del prodotto al disciplinare è svolto, da una struttura di controllo,
conformemente a quanto stabilito dagli articoli 10 e 11 del Reg. (CE) n. 510/2006. Tale struttura è
l’Organismo di controllo Suolo e Salute, Via Paolo Borsellino, 12/B - 61032 Fano (PU), tel./ fax.
+39 0721 860543, e-mail : info@suoloesalute.it.
Articolo 8.
Confezione ed Etichettatura
La “Carota Novella di Ispica” IGP è confezionata in imballaggi sigillati, in maniera tale che
l’apertura della confezione comporti la rottura del sigillo. Sono ammesse le seguenti confezioni:
- vassoio fino a 2 kg ricoperto da film di protezione;
- sacco di peso compreso tra 1 e 6 kg, in polietilene o polipropilene;
- sacco salva-freschezza di peso compreso tra 6 e 12 kg.
La confezione reca obbligatoriamente sulla etichetta a caratteri di stampa chiari e leggibili, oltre al
simbolo grafico comunitario e le informazioni corrispondenti ai requisiti di legge le seguenti
ulteriori indicazioni:
- logo della denominazione “Carota Novella di Ispica” IGP;
- il nome, la ragione sociale, l’indirizzo dell’azienda produttrice e confezionatrice;
- la categoria commerciale di appartenenza “extra” e “I”.
E’ vietata l’aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista. E’ tuttavia ammesso
l’utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a marchi privati, purché questi non abbiano
significato laudativo o siano tali da trarre in inganno il consumatore.
Il logo della “Carota Novella di Ispica” si compone di un segno grafico (colore arancio) che
rappresenta una carota, sormontato da un triangolo irregolare (verde) con il vertice rivolto verso il
basso. Il segno grafico è disposto a sinistra rispetto alla dicitura “Carota Novella di Ispica”. La “N”
maiuscola di “Novella” interseca la sagoma della carota circa a metà della propria altezza, mentre la
dicitura “di Ispica” viene riportata sotto ”Novella”, tutte le lettere sono di colore verde. I caratteri
hanno le estremità arrotondate.
I colori pantone di riferimento sono:
Pantone 348 C (verde) stampa in quadricromia: C=100; M=0; Y=79; K=27;
Pantone 144c (arancio) stampa in quadricromia: C=0; M=47; Y=100; K=0.