La zona di produzione e di condizionamento dell' ”Asparago Bianco di Bassano”, ricade nella provincia di Vicenza e, più precisamente, comprende i territori dei comuni di Bassano del Grappa, Cartigliano, Cassola, Mussolente, Pove del Grappa, Romano D'Ezzelino, Rosa', Rossano Veneto, Tezze sul Brenta e Marostica.
L’“Asparago Bianco di Bassano” DOP designa i turioni di asparago discendenti dall’ecotipo locale che è rappresentato dalla varietà "Comune - o Chiaro - di Bassano".
I turioni devono essere di colore bianco-rosato, ben formati, dritti; interi; con apice serrato, non devono essere vuoti, nè spaccati, nè pelati, né spezzati. Devono inoltre presentare bassa fibrosità e devono essere teneri, in quanto non sono ammessi i turioni con principi di lignificazione.
Asparago Bianco di Bassano DOP (foto www.asparagobiancobassano.com)
Articolo 1.
Denominazione
La denominazione di origine protetta (DOP) "Asparago Bianco di
Bassano" e' riservata ai turioni di asparago (Asparagus officinalis
L.) che rispondono alle caratteristiche ed alle condizioni stabilite
dal presente disciplinare di produzione.
Articolo 2.
Caratteristiche del prodotto
La denominazione di origine protetta (DOP) "Asparago Bianco di
Bassano" designa i turioni di asparago ottenuti nella zona di
produzione delimitata nel successivo art. 3 del presente disciplinare
di produzione, discendenti dall'ecotipo locale "Comune - o Chiaro -
di Bassano".
1. Caratteristiche estetiche.
I turioni che possono fregiarsi della DOP "Asparago Bianco di
Bassano" devono essere:
a) di colore bianco. Una colorazione leggermente rosata ed
eventuali lievi tracce di ruggine sono ammessi alle brattee ed alla
base, purche' non si estendano all'apice dei turioni (primi 3 cm) ed
a condizione che possano essere eliminate con la pelatura normale da
parte del consumatore e, in ogni caso, non devono superare il 10% del
prodotto del mazzo;
b) ben formati: dritti; interi; con apice serrato; i turioni
non devono essere vuoti, ne' spaccati, ne' pelati, ne' spezzati. La
bassa fibrosita', caratteristica qualitativa dell'asparago Bianco di
Bassano, determina, al momento del confezionamento, un'elevata
spaccatura laterale dei turioni per cui sono tollerati lievi spacchi,
sopraggiunti dopo la raccolta, al massimo sul 15% del prodotto
racchiuso nel mazzo; sono ammessi turioni lievemente incurvati;
c) teneri; non sono ammessi i turioni con principi di
lignificazione;
d) di aspetto e odore freschi; privi di odore o sapore
estraneo;
e) sani - esenti da attacchi di roditori e di insetti;
f) puliti, privi di terra o di qualsiasi altra impurita';
g) privi di gocciolatura e sufficientemente asciutti dopo
lavaggio e refrigerazione con acqua fredda, esente da additivi
chimici.
La sezione praticata alla base deve essere il piu' possibile
netta e perpendicolare all'asse longitudinale.
2. Calibratura.
La calibratura e' determinata secondo la lunghezza ed il
diametro.
Il diametro centrale dei turioni e' quello della sezione presa al
centro della lunghezza. Il diametro centrale minimo, compresa la
tolleranza, e' fissato in 11 mm.
I turioni devono essere confezionati in maniera tale che in ogni
mazzo siano compresi turioni con differenza di diametro medio non
superiore a 10 mm.
I mazzi vanno classificati in base al diametro centrale dei
turioni che li compongono. La lunghezza dei turioni presenti deve
essere in rapporto stretto con tale classificazione.
Articolo 3.
Zona di produzione
La zona di produzione e di condizionamento e di confezionamento
dell'"Asparago Bianco di Bassano" di cui al presente disciplinare di
produzione comprende, nell'ambito della provincia di Vicenza, i
territori dei comuni di Bassano del Grappa, Cartigliano, Cassola,
Mussolente, Pove del Grappa, Romano D'Ezzelino, Rosa', Rossano
Veneto, Tezze sul Brenta e Marostica.
Articolo 4.
Elementi storici che comprovano l'origine
Ogni fase del processo produttivo sara' monitorata documentando
per ognuna i prodotti in entrata ed i prodotti in uscita. In questo
modo e attraverso l'iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla
struttura di controllo incaricata, dei terreni coltivati, dei
produttori e dei confezionatori, nonche' la denuncia dei quantitativi
prodotti, e' garantita la tracciabilita' e rintracciabilita' del
prodotto da monte a valle della filiera stessa. Tutte le persone,
fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, saranno
assoggettate al controllo da parte della struttura di controllo,
secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo
piano di controllo.
In particolare saranno monitorati:
l'iscrizione, per ciascuna campagna produttiva, dei terreni
coltivati a "Asparago Bianco di Bassano" nell'elenco depositato
presso la sede dell'Organismo di controllo;
l'indicazione degli estremi catastali dei terreni coltivati ad
Asparago Bianco di Bassano e, per ciascuna particella catastale, la
ditta proprietaria, la ditta produttrice, la localita', la superficie
coltivata ad Asparago Bianco di Bassano;
la registrazione dei codici progressivi di numerazione dei
mazzi marchiati.
Articolo 5.
Tecniche di produzione e raccolta
Caratteristiche dei terreni.
I terreni devono avere un ph compreso fra 5,5 e 7,5. E'
obbligatoria un'analisi dei terreni per ogni nuovo impianto e, in
ogni caso, almeno ogni 5 anni per i parametri principali (ph, azoto,
fosforo, potassio, calcio, magnesio e sostanza organica). Per i nuovi
impianti sono valide le analisi effettuate nel triennio precedente.
1. Preparazione del terreno ed impianto.
La preparazione del terreno va effettuata nell'autunno precedente
l'impianto, con un'aratura leggera, ad una profondita' inferiore o
uguale a 30 cm, seguita eventualmente, da una ripuntatura a 40-50 cm.
Nella realizzazione di nuovi impianti la distanza tra le file non
deve risultare inferiore a 1,8 m per le fine binate e 2 m per le file
singole; la densita' massima dovra' comunque essere di 1,8 di
piante/metro quadro.
I solchi devono avere una profondita' di 15-20 cm. L'orientamento
delle file deve essere preferibilmente da nord a sud, secondo
l'andamento dei venti dominanti che percorrono la Valsugana, in modo
da garantire un buon arieggiamento alla coltura e la diminuzione dei
rischi di infezioni fungine e di allettamento delle piante.
Il trapianto delle zampe di asparago deve essere eseguito nei
mesi di marzo od aprile, per le piantine esso deve avvenire entro il
mese di giugno.
2. Rotazioni.
Il reimpianto di una asparagiaia sullo stesso terreno puo' essere
effettuato solo dopo 4 anni.
In caso di accertata presenza di fitopatie di tipo radicale
(rizoctonia e fusarium), il reimpianto puo' avvenire non prima di 8
anni.
E' inoltre vietato far precedere all'impianto dell'asparagiaia le
colture della patata, erba medica, carota, trifoglio, barbabietola
per possibilita' di attacchi di rizoctonia.
E' altresi' consigliato far precedere all'impianto dell'asparago
le colture cerealicole come l'orzo, il grano, il mais.
3. Materiale di propagazione.
Piattaforma varietale.
La riproduzione del materiale vegetativo da utilizzarsi per auto
approvvigionamento puo' essere fatta dagli stessi agricoltori.
Puo' essere utilizzato solo l'ecotipo locale purche' rispondente
alle caratteristiche di cui all'art. 2.
4. Concimazione.
E' obbligatorio, prima di un nuovo impianto, effettuare
un'analisi completa del terreno, da ripetersi, relativamente ai
parametri fondamentali (pH, N, P. K, Ca, Mg e sostanza organica) ogni
5 anni; sono valide anche analisi effettuate nel triennio precedente.
In ordine al mantenimento della fertilita' dei terreni, si
distingue una concimazione pre-impianto e una concimazione per gli
anni di produzione.
In pre-impianto e' richiesta la distribuzione di letame bovino
nella dose di 600 q/ha da interrare quando maturo.
L'impiego di altri concimi organici va rapportato al valore di
riferimento indicato per il letame bovino.
Per gli anni di produzione la concimazione andra' fatta in
funzione dei risultati delle analisi del terreno e delle asportazioni
medie della coltura. La provenienza dell'azoto deve essere, per
almeno il 50% di natura organica.
La concimazione fosfatica, e parte della concimazione potassica,
sara' effettuata in corrispondenza delle lavorazioni autunnali o di
fine inverno, mentre la concimazione azotata e la restante potassica
sara' effettuata nel periodo post raccolta (non oltre il mese di
luglio), frazionandola in piu' interventi. L'apporto annuo di
elementi nutritivi principali dovra' comunque non superare i seguenti
limiti massimi di unita' ad ettaro:
- azoto 150;
- fosforo 80;
- potassio 180.
Eventuali integrazioni di microelementi andranno effettuate nel
periodo autunno-inverno.
5. Difesa fitosanitaria.
Gli interventi devono seguire le indicazioni previste dalla
regione Veneto relativamente alla lotta integrata per l'asparago
bianco. Le norme tecniche di riferimento fanno capo alla delibera
della giunta regionale del Veneto n. 488 del 28 febbraio 2003 e alle
successive modifiche ed integrazioni emanate dalla stessa
amministrazione.
Nella individuazione delle tecniche agronomiche dovranno essere
privilegiati i seguenti aspetti:
a) utilizzazione di materiale di propagazione sano e resistente
alle fitopatie;
b) adozione di pratiche agronomiche in grado di creare
condizioni sfavorevoli agli organismi dannosi (es. ampie rotazioni,
concimazioni equilibrate, irrigazioni localizzate, adeguate
lavorazioni del terreno, ecc.).
6. Pacciamatura.
E' consentita la pacciamatura nel periodo di raccolta con film
plastico scuro adeguato al contenimento delle malerbe e alla
protezione dalla luce, o con altro materiale idoneo a garantire le
caratteristiche finali del prodotto.
7. Irrigazione.
Gli interventi irrigui si rendono necessari in relazione
all'andamento meteorologico stagionale ed alla fase fenologica.
8. Interventi autunnali.
Nel periodo di completo disseccamento della parte aerea si dovra'
provvedere allo sfalcio, all'asportazione ed alla bruciatura della
stessa, allo spianamento dei cumuli del terreno, a fine raccolta,
onde evitare l'esagerato innalzamento dell'apparato radicale della
pianta.
9. Raccolta.
I periodi massimi di raccolta, considerando come primo anno
l'anno d'impianto, sono i seguenti:
Il periodo di raccolta deve essere compreso tra il 1B0 marzo ed il 15 giugno.
Le produzioni in coltura forzata o protetta (tunnel) possono essere raccolte prima della suddetta data e comunque non prima del 1B0 febbraio previa autorizzazione dell'organismo di controllo.
La produzione massima consentita in asparagiaia in piena produzione, e' pari a 80 q/ha.
Il condizionamento del prodotto ed il suo confezionamento devono
avvenire all'interno della zona di produzione delimitata dall'art. 3 del disciplinare per assicurare le caratteristiche tipiche, la rintracciabilita' e il controllo del prodotto.
Articolo 6.
Legame con l'ambiente geografico
Le condizioni ambientali e tecnico-colturali degli impianti
destinati alla produzione dell'Asparago Bianco di Bassano, atte a
conferire al prodotto le caratteristiche tipiche, sono le seguenti:
1. I terreni.
I terreni della zona di produzione dell'Asparago Bianco di
Bassano sono caratterizzati da una tessitura di tipo franco o
franco-sabbiosa, con un sottosuolo ricco di ghiaia, dotati di una
buona permeabilita' e di una discreta presenza di sostanza organica;
il pH si colloca su valori prevalenti di 5,5-7,5 (terreni
sub-acidi-neutri).
L'area interessata e' di origine alluvionale, essendo ricompresa
nell'area della Valsugana che ospita il fiume Brenta.
La sua caratteristica risulta determinata dalla composizione
fisico-chimica dei materiali detritici, ghiaiosi, sabbiosi e limosi
trasportati dalle acque correnti e depositati sulla pianura fluviale,
che ne caratterizzano la composizione. Tale caratteristica, aggiunta
alla bassa presenza di carbonati, influisce positivamente sulle
caratteristiche qualitative dell'Asparago di Bassano ed in
particolare sull'assenza di fibrosita', determinando l'ottenimento di
turioni teneri ed integralmente consumabili.
2. Il clima.
Le zone di coltivazione dell'Asparago Bianco di Bassano
presentano una situazione climatica che risente fortemente
dell'influenza del fiume Brenta che attraversa la Valsugana e della
protezione, a monte, delle Prealpi Venete e del Massiccio del Grappa.
Il clima pertanto si presenta mite e ventilato, non umido,
caratteristiche che influiscono positivamente sulla sanita' della
coltura, riducendo l'incidenza della malattie crittogamiche.
Le precipitazioni medie annuali si collocano intorno ai 1.000 mm
annui con massimi in corrispondenza dei mesi di aprile-maggio e
settembre-ottobre.
In riferimento alla temperatura il valore medio si aggira dai
2,5B0 ai 23B0 con valori estremi nei mesi di gennaio e luglio.
Tra gli eventi meteorologici da tenere in considerazione, si
segnala l'andamento e la direzione del vento che dall'Alta Valsugana
si spinge verso sud-est, determinando un micro clima locale,
caratterizzante l'areale di coltivazione gli scarsi ristagni di
umidita', una minore presenza di nebbie, una minore incidenza
sull'escursione termica dei suoli permette di ridurre sensibilmente
le fitopatie nella coltura. L'elevata areazione riduce inoltre la
presenza di ristagni che permette alla coltura di svilupparsi in
maniera costante.
La Serenissima stimava l'asparago cibo nobile in quanto se ne
trova traccia nella contabilita' di banchetti offerti ad ospiti di
gran riguardo gia' nel primo Cinquecento. Dal Seicento lo coltivava
diffusamente negli Orti di Terraferma. I padri in viaggio per il
Concilio della Controriforma di Trento (1545-1563), transitando da
Bassano, ebbero modo di gustare il prodotto locale e ci fu chi, tra
loro, lascio' scritto dei suoi pregi dietetici.
In una leggenda trascritta si racconta che S. Antonio da Padova
aveva portato dall'Africa delle sementi di asparago. Recatosi a
Bassano per ammansire il tiranno Ezzelino, concludeva positivamente
l'incontro. Tornando verso Padova, percorrendo la strada che
congiungeva Bassano a Rosa', cospargeva tra le siepi le sementi che
rendono tuttora quella terra come la piu' indicata e feconda per la
coltura del turione.
In un famoso dipinto del pittore veneziano Giovambattista
Piazzetta (1682-1754) "La Cena di Emmaus" - Claveleur Museum of Art -
e' ben visibile il piatto di asparagi preparato secondo la
tradizionale ricetta bassanese: "sparasi e ovi, sale e pevare, oio e
aseo" (asparagi e uova, sale e pepe, olio e aceto).
Nel 1847 il prof. Ferrazzi ("Alcuni cenni dell'Agronomia e della
Industria Bassanese, 1847, pag. 14, in allegato 5) descrivendo le
qualita' delle produzioni agricole locali, affermava "gli asparagi
bassanesi si' candidi, si' buoni, si' saporosi, non vogliono essere
altrimenti lodati; sono il dono piu' bello e gradito della nuova
stagione".
Alla voce asparago dell'Enciclopedia Agraria Italiana (Ed. 1952),
riporta l'opinione generale che anche in altre localita' "l'asparago
coltivato sia il bassanese, tuttora preferito alle razze d'Argenteuil
per il migliore adattamento al clima ed anche per le sue ottime
qualita' organolettiche".
Articolo 7.
Riferimenti relativi alle strutture di controllo
Il controllo per l'applicazione delle disposizioni del presente
disciplinare di produzione e' svolto da una struttura di controllo
conformemente a quanto stabilito dall'art. 10 del reg. (CEE) n.
2081/82.
Articolo 8.
Modalita' di confezionamento ed etichettatura
1. Imballaggio e presentazione.
Il contenuto di ogni imballaggio deve contenere mazzi della
medesima grandezza; ogni mazzo deve essere omogeneo. I turioni devono
essere venduti confezionati in mazzi saldamente legati, con peso
compreso fra 0,5 e 4 kg.
I turioni che si trovano all'esterno del mazzo devono
corrispondere, per aspetto e dimensioni, alla media di quelli che lo
costituiscono; i turioni devono essere di lunghezza uniforme.
2. Confezionamento dei mazzi.
Come da tradizione, dopo aver pareggiato il fondo, ogni mazzo
deve essere legato saldamente con una "Stroppa" (giovane ramo o"succhione" di salice). Ad ogni mazzo deve essere apposto un
contrassegno, fissato alla stroppa, riportante il marchio della
D.O.P. "Asparago Bianco di Bassano" nonche' il numero di
identificazione progressiva del mazzo che ne permette la
rintracciabilita'.
I mazzi devono essere disposti regolarmente nell'imballaggio.
3. Caratteristiche degli imballaggi.
I mazzi possono essere riposti in contenitori di legno, plastica
o altro materiale idoneo.
All'esterno di ogni imballaggio devono essere apposte, con
indicazione diretta o con apposita etichetta, le seguenti
informazioni:
ASPARAGO BIANCO DI BASSANO - D.O.P.
nome del produttore;
ragione sociale ed indirizzo del confezionatore;
data di confezionamento;
nonche' le seguenti caratteristiche commerciali:
categoria di qualita' (Norme UE);
calibro;
numero di mazzi;
peso medio dei mazzi.
Il marchio del prodotto e' costituito dal logo della DOP e dal
codice progressivo, identificativo del prodotto e del produttore a
garanzia della tracciabilita' del prodotto.
Tale marchio viene affissato con una chiusura non riutilizzabile,
alla "stroppa", nella parte superiore del mazzo, a garanzia del
prodotto DOP.
Il logo e' costituito da un disco verde dal bordo sagomato a 24
lobi. Tale disco verde e' contornato da due profili anch'essi
ondulati di colore rosso il piu' esterno e di colore bianco il piu'
interno. Al centro del disco verde, occupandone i due terzi della
superficie, e' posto il disegno stilizzato di un mazzo di asparagi di
colore bianco profilati di verde formato da cinque asparagi in primo
piano e quattro dietro a questi, attraversati per tutta la larghezza
e per un terzo dell'altezza dalla sagoma inserita centralmente in
colore rosso del Ponte palladiano in legno a quattro piloni di
Bassano del Grappa.
Sotto gli asparagi, disposta a semicerchio, leggibile da sinistra
a destra e' collocata la scritta di colore bianco con il carattere
France Bold ttf in maiuscolo "Asparago bianco di Bassano".
I colori di riferimento sono il verde Pantone 348, il rosso
Pantone 186 e il bianco.
Le dimensioni del logo riportate nelle targhette identificative
dei mazzi, in alluminio ossidato o serigrafato, atossico, avranno
diametro di 3 centimetri.
Il logo eventualmente riportato su imballaggi, confezioni,
depliant, ecc. dovra' in ogni caso avere delle dimensioni
significativamente superiori a qualunque altra scritta.